LA SCOMMESSA
- SIDE STORY
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- YURIKA -

Disclaimers: i personaggi non sono miei, ma sto seriamente pensando di adottare la coppia MitsuixSendoh perchè insieme sono stupendi ^-^.
Avvertenze: la fic è dedicata alle mie splendide sorelline (Seimei, Elichan e Miyuki) e a tutti quelli che mi hanno sostenuta fino a qui. Un pensiero particolare va alla dolcissima Neko (TVTTTTTTB mia dea!!!!).
Buona lettura (stavolta è davvero l'ultima volta)!

LA SCOMMESSA SIDE STORY

NEW BORN

La fredda luce di un lampione illumina la mia figura ciondolante. I rari passanti si scostano spaventati dal mio incedere maldestro e dai miei versi affranti, detti, forse, con un tono di voce troppo alto data l'ora tarda. Il mio fiato è inebriato dal dolce sapore del sakè nel quale riesco ad affogare il rancore e a cullare l'indolenza di questi giorni privi di speranza.
Anche il mio orgoglio ormai si è perso nella bottiglia di liquore, naufragato insieme ai miei sogni.
Una coppietta passa guardinga rasente al muro, lanciandomi occhiate di disapprovazione. Come osano?
"Che avete da guardare in quel modo? Siete solo due coglioni da riproduzione. Vai a fotterti la tua troietta e lasciami in pace!"
La stupida coppietta passa avanti in fretta con la ragazza che trascina per un braccio il ragazzo che finge di voler vendicare un oltraggio che, in realtà, non sente; ma il mio monologo è appena all'inizio. E che importa se non c'è nessuno ad ascoltarlo?
"Voi non sapete chi sono io! Io sono Hisashi Mitsui! Io sono il miglior tiratore da tre punti della prefettura! Io sono una delle promesse del basket giapponese. Io sono stato un MVP! Io sono 'l'anima ardente'! Io sono..... io sono...."
...... un fallito!
Abbraccio il lampione e lentamente mi lascio scivolare contro di esso fino a sedermi per terra. Silenziose, lacrime fastidiose cominciano a scendere dai miei occhi chiusi.
Quando è cominciato tutto questo? O forse dovrei dire Ricominciato, visto che sto pian piano tornando ad essere ciò che ero fino all'anno scorso: un teppista ubriacone. Ma allora avevo la scusante di essere diventato così a causa della delusione provata in seguito all'infortunio. E ora? Posso trincerarmi dietro alla scusa di una delusione amorosa? Amore.... patetico! Come se io mi fossi mai innamorato sul serio! La mia è solo vigliaccheria. Così come ho avuto paura di mettere in gioco la mia carriera sportiva ricominciando a giocare dopo il periodo di fisioterapia, così ora ho paura di mettere in gioco me stesso diventando qualcosa che probabilmente non potrò mai essere.
Diciamoci la verità: io sono nato per essere uno spostato.
Per un po' ho cercato di nascondermi dietro la facciata da bravo sportivo. Ma dopo l'incidente ho dovuto fare i conti con un lato di me stesso che avevo sempre cercato di oscurare. Le scorrazzate in moto, le risse, le bravate, le ubriacature... era un mondo nel quale, tutto sommato, mi sapevo destreggiare molto bene. Il problema era che... non potevo accettarlo! Io non potevo essere diverso dalla persona che tutti pensavano io fossi: il campione!
Le mie due nature hanno combattuto a lungo l'una con l'altra cercando di sopraffarsi a vicenda. Finchè non ho scelto di tornare al basket. Io adoro giocare. Non potrei farne più a meno. Ma per poter giocare devo mantenere una certa condotta.
Per questo mi sono ripulito, ho cambiato pettinatura e atteggiamento. Il mio comportamento doveva essere irreprensibile.
Così, mi sono trovato anche un compagno fisso. Io, Hisashi Mitsui, il re delle avventure di una notte, ho trovato un compagno fisso. Naturalmente, il ragazzo che si poteva fregiare di essere 'la mia dolce metà' doveva per forza essere alla mia altezza. E chi meglio di un altro campione di pallacanestro?
In questo modo, Akira Sendoh, uno dei primi cinque giocatori di tutta Kanagawa, entrò a far parte della mia vita.
Di bell'aspetto, gentile, sorridente.... il mio polo opposto, insomma. Sembravamo fatti l'uno per l'altro. Senza contare che a letto è a dir poco strepitoso!
Eppure dovevo capirlo che non poteva andare tutto così liscio.
I primi tempi sono stati fantastici. Tra di noi c'era un'intesa meravigliosa.
Nonostante la mia lontananza di due anni dal campo di gioco, la mia classe e la mia tecnica non erano diminuite.
In poche parole, vivevo in un sogno.
Poi mi sono reso conto che qualcosa non andava. Ogni giorno che passava ero sempre più irrequieto.
Avrei voluto essere il migliore in campo, ma per quanti sforzi facessi, il periodo di inattività si faceva sentire pesantemente. E davanti mi trovavo sempre quella stupida matricola arrogante e presuntuosa, ma con un'abilità che è a dir poco sorprendente. Pur con tutta la migliore volontà, mi rendevo perfettamente conto di essere qualche gradino sotto di lui. Ovunque andassi tutti mi guardavano con timore. Non importava il fatto che ormai non mi lasciavo più coinvolgere nelle risse e mi comportavo come uno ragazzo modello, quello che la gente (compresi i miei stessi genitori) continuava a vedere in me era il teppista scavezzacollo.
Guardandomi intorno vedevo solo un una realtà fragile quanto un castello di carta che poteva crollare ad ogni minimo soffio di vento.
Mi proteggevo nascondendomi tra le braccia di Akira, ma anche questo non andava bene: ero troppo abituato alla mia indipendenza e alla mia libertà per poter accettare a cuor leggere un rapporto che si andava facendo via via sempre più opprimente.
'Devo fare qualcosa per uscirne'. Da settimane questo pensiero mi tormentava girandomi instancabilmente nella testa. Sentivo l'ineluttabilità della mia decisione, anche se non sapevo dove mi avrebbe portato. Ma, a volte, siamo convinti di prendere delle decisioni che, in realtà, sono state prese da altri.
Così è stata anche questa volta. Io cercavo un modo per uscire da una vita fasulla che mie ero auto-costruito, ma a trovarlo è stato proprio Akira.
Non dimenticherò mai quel giorno.
Io mi sentivo di nuovo dannatamente giù; la voglia di spaccare tutto ciò che mi circondava mi stava dilaniando le interiora. Avevo bisogno di smettere di pensare per un po'. Avevo bisogno di affondare in quel ragazzo dalla pettinatura ridicola e dal sorriso perenne come le nevi di un ghiacciaio polare e fotterlo fino a farlo gridare. Volevo perdermi in lui, volevo essere parte di lui - e chissà se, allora, non mi sarei sentito finalmente completo e in pace. Almeno per un po'.
Ma quando sono arrivato a casa sua non sono state di certo la pace e la completezza ad accogliermi sulla soglia!
Akira, il mio preziosissimo ragazzo, scalzo e vestito dei soli jeans, stava in piedi inquadrato dall'apertura della porta, con la luce proveniente dall'interno che lo illuminava da dietro.
'Un'apparizione!' questo è stato il mio primo pensiero.
Senonchè un'acre odore - di sudore, di sesso, di Akira e di un altro ragazzo tutti mescolati - mi investì in pieno come uno schiaffo lasciandomi stordito.
Ho visto il panico nei suoi occhi. Ho visto fino a che punto si sono spalancati quando da dietro le sue spalle è comparso Koshino borbottando le sue rimostranze contro gli scocciatori inopportuni.
"Ma allora sei un bastardo!"
Sono contento, la mia voce è uscita forte e sicura, per nulla arrabbiata, solo velata da una nota di sincero stupore.
"Ti prego, entra un attimo e parliamone".
"Non credo proprio!"
Non penserà davvero che mi sieda ad un tavolino con lui e il suo amichetto, magari sorseggiando una tazza di the, sviscerando con un'analisi approfondita le cause che hanno portato ad una crisi nel nostro rapporto! Santo cielo, mi sembrerebbe di stare in uno di quei programmi alla televisione in cui la gente va apposta per raccontare i fatti propri al resto del mondo!
"Non è come pensi!"
E no, caro il mio campione. Non ci siamo. Stiamo scadendo nel banale!
"Qualche volta piace anche a me stare sopra. Ed è ovvio che con te non lo posso fare".
È incredibile! Anche in una situazione come questa riesce a sorridere - 'sto cretino!!! Se non avessi una gran voglia di piangere mi metterei a ridere. Che bella situazione del cazzo!
"Immagino che sarà contento il tuo dolce Hiroaki di sapere che per te ha la stessa valenza di una bambola gonfiabile. Ma in fondo ti capisco. Ero troppo impegnativo per una persona così spensierata come te. Forse è meglio se ti trovi un bel giocattolino e lo usi finchè non te ne sei stancato. Ti auguro di divertirti Aki".
"Non andartene".
Incredibile! Che suonino le campane e si faccia festa! Sono riuscito nell'ardita impresa di far incrinare il bel sorriso del porcospino più ilare del mondo. E non ne sono fiero.
Alzo appena le spalle e me ne vado. Cos'altro potrei dirgli ora? Domani, forse, troverò qualcosa. Domani.

Oggi. Oggi sto un pochino meglio. Per lo meno ho trovato qualcosa con cui distrarmi.
Carina l'idea della scommessa. Credo proprio che mi divertirò parecchio alle spalle di quei due.
Certo che, quando l'ho incontrato ieri sera, Hanamichi era proprio ridotto in pezzi! Persino peggio di me. Non pensavo che fosse così innamorato di quella stupidina della Akagi. Ma forse è solo molto deluso dal comportamento di Mito.
Bah! Ormai non mi stupisco più di niente. È sempre dalle persone che ci stanno più vicine che dobbiamo aspettarci una pugnalata alle spalle. Io lo so bene.
Comunque non vedo l'ora di vedere la scimmia rossa in azione. È così goffo in questo genere di cose da fare quasi tenerezza! In più la sua non è certo la preda più facile del mondo da cacciare. Rukawa, la persona più inavvicinabile dell'universo! L'ho scelto apposta. Sì sì, credo proprio che mi divertirò.

Senza rendermene conto mi sono addormentato qui sul marciapiede. E ho fatto di nuovo quel sogno. Ho vissuto nuovamente il giorno in cui Sendoh ed io ci siamo lasciati. E il giorno in cui ho fatto la scommessa con Sakuragi. Maledizione! Credevo che mi sarei divertito e invece quei due, dopo i primi imbarazzi iniziali, sembra che vadano d'amore e d'accordo. Ma è scritto da qualche parte che tutti debbano essere felici tranne me? Se va avanti così sarà Hanamichi a vincere. Che palle! Non è tanto per la posta in gioco (davvero ridicola, si vede che cercavo solo un pretesto per poter trovare un nuovo gioco da fare!), ma è per lo scarso interesse che mi suscita questa vicenda. Speravo mi avrebbe occupato la mente almeno un po'. Un'altra delusione da mettere in conto alla vita.
Sarà meglio tornare a casa ora o mi prenderò qualche malanno. Fa un freddo cane e sta di nuovo per nevicare. Se domani non vado a scuola perchè mi sono ammalato stavolta i miei si incazzano sul serio. Meglio tenerseli buoni. Almeno per qualche tempo ancora.

Che schifo di giornata!
Stamattina ero ancora in preda ai fumi dell'alcol e mi sono addormentato durante le lezioni, così quella palla del professore di matematica mi ha sbattuto fuori. Ho preso un'altra insufficienza nel compito di inglese. E, come se non bastasse, agli allenamenti mi sono beccato un predicozzo che non finiva più da Akagi. Dice che i miei riflessi si sono paurosamente rallentati. Ma che cavolo! Cosa c'entrano i miei poveri riflessi quando è lui che pretende che io recuperi dei palloni imprendibili. E' agli altri che dovrebbe fare i suoi predicozzi, visto il modo indecoroso con cui eseguono i passaggi.
Meno male che adesso me ne vado a casa e dormo fino a domani mattina.
....No.... non è possibile..... ditemi che è un'allucinazione! Non può essere davvero Akira quello appoggiato al muro di fianco al cancello della scuola. Ditemi che non è venuto anche qui a perseguitarmi!
Sono giorni, ormai, che me lo vedo sbucare ovunque - sotto casa, nei miei locali preferiti, nel campetto di basket dove vado ad allenarmi la domenica. Ora persino a scuola è venuto!
Mi guardo intorno per cercare una via di fuga. Troppo tardi, ormai mi ha visto e si dirige verso di me. Sono in trappola.
"Stai cercando un modo per scappare Hisachan?"
"Sai benissimo che io non scappo davanti a nessuno. E poi non chiamarmi più Hisachan. Non credo tu ne abbia ancora il diritto".
"Voglio che sia chiaro che sei tu a volerlo. Per me tu sei sempre il mio koibito".
"Piantala di fare il melodrammatico, Sendoh. Non sono io quello che se ne va in giro a scoparsi mezza città con la scusa di doversi sfogare perchè il proprio compagno non è all'altezza".
"Ehi, guarda che io non ho mai detto questo! E non l'ho neanche mai pensato. Hai ragione, la colpa è mia. Ho creduto che finchè il mio cuore fosse stato tuo, al mio corpo sarebbe stato concesso qualche svago ogni tanto. I miei sono solo i capricci di un bambino. Perchè l'unico che voglio sul serio sei tu. Perchè l'unico che mi fa godere veramente sei tu. Sono un bastardo e non mi merito nulla. Ma mi manchi così tanto che a volte mi sembra di impazzire!"
"Beh, potevi pensarci prima. Comunque sono d'accordo con te: sei un bastardo e non ti meriti nulla, perciò addio".
Mi incammino verso l'uscita dandomi mentalmente del cretino. Perchè non lo perdono e non torno insieme a lui? In fondo ha dimostrato di essere veramente pentito e di tenerci sul serio a me. Eppure dentro di me sento che questa non è la soluzione.
Mentre gli passo accanto lui mi afferra per un gomito.
"So che ti manco tanto quanto tu manchi a me. So che la notte ti rigiri inquieto nel letto alla ricerca del calore del mio corpo. So che per sentirti meno solo ti immagini che io sia con te e ti stia toccando e mentre pensi a questo ti masturbi così forte da farti male. So che quando vieni è il mio nome che gridi e so che il vuoto che senti dopo che sei venuto è così scuro e profondo da farti tremare dalla paura. So anche che non riesci più ad andare a letto con un uomo perchè nessuno è lontanamente comparabile a me".
La sua voce è solo un sussurro dentro al mio orecchio e mille brividi mi stanno attraversando la spina dorsale. Maledizione, com'è che riesce ad eccitarmi soltanto con la sua voce? Non posso cedere, non posso dargliela vinta. E poi cos'è questa storia che io non riuscirei più a farmi qualcuno? Proprio io che ero capace di scoparmene anche tre per volta? Ma proprio questo è il punto. Ero.
Con uno strattone mi libero dalla sua presa e me ne vado a passo spedito. Non posso essere così debole! Io sono forte. Io devo essere forte. Non sono alla mercè di nessuno. Te la farò vedere io, Akira Sendoh.

Sono uscito anche stasera. Volevo rimanere a casa per recuperare un po' di ore di sonno, ma l'incontro con il gatto del Cheshire (quello di Alice nel Paese delle Meraviglie che ghigna sempre N.d.Y.) mi ha talmente irritato da farmi passare la stanchezza. Sono in un bar di un quartiere non proprio raccomandabile, almeno qui potrò starmene in pace senza dannati seccatori dai capelli a punta che mi ronzino intorno.
Stasera non riesco neanche ad ubriacarmi. Forse non è stata poi una così gran bella idea quella di uscire. Forse farei meglio a tornarmene a casa.
"Ciao, sei tutto solo?"
E ora chi è questo rompicazzo?
Alzo gli occhi e mi ritrovo davanti quello che definirei come un 'rispettabile padre di famiglia' se non avesse quella strana luce negli occhi.
"Così pare".
Non ho proprio voglia di essere gentile con una lurida checca in incognito e che probabilmente ha anche moglie e figli a casa che lo aspettano.
"Ti spiace se ti offro da bere?"
Non si rifiuta mai una bevuta gratuita. Alzo le spalle con un gesto di noncuranza. Lui si siede accanto a me e ordina due tequila. Intanto comincia a parlare di quanto sia stato freddo l'inverno di quest'anno e di quanta neve è scesa nel paesino di montagna dove è nato. A me della vita di 'sto tipo non me ne frega un cazzo, ma ogni tanto esco con un grugnito sommesso tanto per fargli compagnia e per sdebitarmi per avermi offerto la tequila.
Comincia a girarmi un po' la testa. Probabilmente sono stanco. In più il tizio continua a guardarmi con quella luce famelica negli occhi e quando si sofferma un po' di più su qualche particolare che gli piace si passa la lingua sulle labbra screpolate. Sarà meglio andarsene a casa, ora.
"E questa? Come te la sei fatta?"
Prima che riesca a fermarla, la sua mano si è già appoggiata sul mio mento e le dita sfiorano la mia cicatrice in una carezza maliziosa. Dannazione, i miei riflessi devono proprio essere peggiorati!
"E' una storia noiosa e poi non credo che ti riguardi. Mi spiace amico, ma ora devo proprio andare".
Faccio per alzarmi, ma la sua mano mi trattiene per un polso.
"Aspetta ancora un attimo, dai! Lo sai che sei proprio carino? Assomigli a mio figlio maggiore. Scommetto che anche tu sei un peperino come lui. Allora, ti va di farmi compagnia ancora per un po'?"
Ecco, mi ci mancava pure l'uomo di mezza età con il complesso per il figlio! Tutte a me capitano!
"No guarda, mi spiace ma è meglio se torno a casa".
"Sei sicuro? Non vuoi ascoltare neanche la mia proposta?"
"Quale proposta?"
L'ho chiesto distrattamente mentre mi infilo la giacca. Qualunque sia la proposta tanto la risposta sarà no.
"Se vieni di là nel bagno con me ti do 20.000 yen".
Ora gli spacco quella faccia da bavoso pervertito che si ritrova! Ma per chi mi ha preso? Crede che io mi venda in questo modo?
"No amico, credo proprio che tu abbia sbagliato persona".
"Davvero? Vuol dire che un bel ragazzo tutto solo in un bar malfamato come questo è venuto comprare il the per la nonna malata?"
"Senti vecchio, stai giocando con il fuoco. Ora vedi di lasciarmi in pace o sarà peggio per te".
"Ah, ho capito! Sei qui per una delusione amorosa. Cos'è, da quando ti ha lasciato non ti tira più?"
Un'immagine. Akira. Il suo sorriso sprezzante. La sua voce che sussurra la mia impotenza di andare a letto con altri che non siano lui. Una decisione.
"Vai avanti, io ti raggiungo subito".
"Non è che cambi idea e mi fai aspettare dentro ad un cesso puzzolente per niente, vero?"
"Ti ho detto di andare, arrivo subito".
L'uomo si alza e si dirige verso la toilette. Io ordino un'altra tequila e la butto giù tutto d'un fiato.
'Ora vedremo cosa penserai di me, mio caro Aki. Chissà se sarai ancora così sicuro del tuo potere su di me'.
Un ghigno si apre a sfigurarmi il volto. Conosco questo sorriso - o dovrei dire smorfia?
Hisashi Mitsui, il teppista, è tornato.
Mi dirigo anch'io al bagno. Quando apro la porta mi trovo di fronte alla disgustosa visione di quell'uomo con i pantaloni già abbassati che mi sta aspettando. Il volto è rosso e imperlato dal sudore, il suo sesso eretto sparisce in confronto al ventre prominente che gli sta sopra. Patetico!
Non mi tiro indietro. Lo faccio sedere sopra alla tazza e mi metto inginocchiato tra le sue gambe. Lentamente lo prendo in bocca. Sa di sudore e di latte rancido, ma almeno mi distrae dalla puzza di orina e deodoranti che permea l'ambiente.
Con la lingua traccio un umida scia dalla cappella allo scroto e ritorno. Aumento il ritmo delle pompate aiutandomi con le mani. Il mio 'cliente' emette strani gorgoglii dalla gola mentre la sua pancia non fa che ballarmi davanti agli occhi.
'Così mi sembra di fare sesso con Anzai sensei'. A questo pensiero non posso trattenermi dal sorridere e contraggo la bocca in un modo che l'uomo deve aver molto gradito visto con quanta forza ha afferrato i miei capelli. È ovvio che si sta trattenendo per cercare di farlo durare più a lungo possibile. Ma io mi sono stancato. Succhiando come un disperato e dando alcuni colpi più forti finalmente viene con un grido. Sputo il suo schifosissimo seme. Prima che possa rialzarmi mi da un bacio sui capelli. Mi viene da vomitare!
Mi allontano da lui il più possibile per non dover continuare a sentire il suo odore.
"Mi devi pagare".
"Avevo capito che tu non fossi 'uno di quelli'".
Mi guarda con una smorfia soddisfatta e io lo ricambio con un'occhiataccia torva.
"Va bene, visto che sei stato così bravo prenditi i soldi".
Mi lancia il suo portafogli mentre stancamente cerca di tirarsi su i calzoni.
"Ehi, ma qua ci sono solo 15.000 yen! Mi hai fregato!"
"Oh, suvvia! Tanto lo so che è piaciuto anche a te. L'ho capito subito appena ti ho visto che sei una puttanella che ha una gran voglia di cazzo".
Sento la rabbia montarmi dentro. Tentando di calmarmi abbasso lo sguardo sul portafogli ancora aperto che ho in mano e noto qualcosa di interessante.
"E così sarebbe questa la tua famiglia? Chissà cosa direbbe il tuo bel figlio se sapesse che il suo caro paparino si fa i ragazzi dentro i cessi delle bettole".
"Tu mio figlio non lo devi neanche nominare!!!"
Mi strappa il suo portafogli di mano e mi molla un manrovescio che mi colpisce l'orecchio facendomi perdere l'equilibrio. Prima di riuscire a reagire mi colpisce di nuovo e vado a sbattere contro la porta chiusa. Ancora insoddisfatto mi afferra per la maglia e mi sbatte la testa contro il muro.
Mi accascio per terra. Ho un velo davanti agli occhi, è tutto buio. La nausea mi assale e mi vengono dei forti conati. Rimango steso sul pavimento lercio a vomitare.
"Schifoso frocio di merda!"
L'ultimo addio del mio nuovo amante. Sto così male per le botte che ho dentro o per le ferite che ho nell'anima?

Un'altra schifosissima giornata.
Non che sia successo niente di particolare, ma proprio perchè questo è un giorno qualunque come tutti gli altri mi sento disgustato.
I segni del mio recente incontro/scontro sono ben visibili sul mio volto. Nessuno osa dirmi niente in proposito. Solo Hanamichi mi si avvicina e mi sussurra all'orecchio un "vedi di non fare cazzate!".
Ah già, poi c'è Kogure.
Lui ovviamente non può lasciare perdere. Appena mi vede si precipita al mio fianco e sfiorandomi una guancia mi chiede cosa mi sia capitato.
"Niente, megane-kun. Sono solo caduto dalle scale".
Ovviamente non ci crede, ma ha il buon gusto di non fiatare risposta. In cambio, però, continua a fissarmi con aria preoccupata per tutto il tempo dell'allenamento. Ovviamente i suoi occhi non fanno che soffermarsi sul vistoso livido che mi occupa tutto lo zigomo.
Mi fermo un po' di più in palestra per non dover rimanere negli spogliatoi con i miei compagni - oggi non avrei proprio voglia di stare ad ascoltare i loro stupidi cicalecci. Purtroppo sono troppo stanco e il dolore alla testa, un bel ricordino delle botte di ieri, non mi permette di continuare ad allenarmi a lungo. Comunque ormai dovrebbero già essere andati tutti via.
Mentre mi dirigo verso le docce mi accorgo di essermi sbagliato. Seduto su una delle panche dello spogliatoio c'è Kiminobu che mi sta aspettando. Che palle! Ci mancava solo di dover sopportare le manie apprensive della chioccia dello Shohoku.
"Scusami Mitsui, avrei bisogno di parlarti".
"Ma certo Kogure, dimmi".
Mi sforzo di essere gentile. In fondo si sta preoccupando per me.
"So che magari stai passando un brutto periodo....."
Arrossisce. Quella stupida scimmia rossa deve avergli raccontato della faccenda di Sendoh! E' possibile che non riesca mai a farsi gli affari suoi?
".... però non ti devi abbattere, capitano a tutti momenti molto brutti. Non dovresti lasciare che certi avvenimenti negativi influenzino tutta la vita. Non devi ricadere negli stessi errori del passato".
"Sì sì, ho capito, grazie mammina! Se ora hai finito, io andrei a farmi una doccia".
Ok, tutti i miei buoni propositi su di lui sono andati a farsi friggere. Ma questo ragazzo è così dannatamente irritante! Sempre pronto a mettersi in cattedra e ad allungare una mano verso noi poveri esseri umani dall'alto della sua magnanimità. Sono stufo di stare ad ascoltarlo.
"No, aspetta un momento! C'è un'altra cosa che vorrei dirti. Ecco sì, insomma..... se hai bisogno di un aiuto..... di qualunque genere..... bhe ecco, ricordati che io sono disponibile".
Strano il modo in cui ha sottolineato la parola 'qualunque'. Mi sfiora il sospetto che forse lui....
"D'accordo Kogure, me ne ricorderò. Grazie".
Gli sfodero uno dei miei migliori sorrisi. Lui mi guarda ed arrossisce violentemente. Quando riprende a parlare le parole gli incespicano tra i denti.
"Ecco io... c'è una cosa che vorrei dirti da molto, ma.... insomma, forse non è il momento più adatto, però..... dunque sì, quello che voglio dirti è che...... sono innamorato di te".
Abbassa il volto e chiude gli occhi in attesa della mia reazione. Che sensazione di potere! Potrei innalzarlo alla vetta più alta della felicità o gettarlo nell'abisso più profondo della disperazione con una sola parola. Da quant'è che non mi sentivo così bene! Avere una persona completamente nelle tue mani, poterla modellare a tuo piacimento.... Dopotutto, questa non è stata una giornata così pessima.
"Sei proprio sicuro di amarmi?"
Alza il volto di scatto e mi guarda con un velo di irritazione negli occhi. Interessante! Evidentemente non sopporta che qualcuno possa dubitare dei suoi sacri sentimenti.
"Certo che sono sicuro! Credi che te l'avrei detto altrimenti?"
Già, lui non è uno che agisce avventatamente. Ci deve aver riflettuto molto sopra prima di decidersi a farsi avanti. Meglio così. Sono curioso di sapere fino a che punto lo spingerebbe il suo amore per me.
"Se ti chiedessi di venire via con me, lo faresti?"
Mi guarda dritto negli occhi con aria sorpresa.
"Hai intenzione di andartene?"
"Forse. Cosa mi rispondi?"
Ha un attimo di esitazione. Giusto un secondo. Poi il suo sguardo ritorna limpido e sicuro.
"Sì, verrei ovunque tu volessi. A me basta sapere di poterti stare vicino".
E bravo il megane-kun! Non lo facevo così determinato. Vediamo se riesco a metterlo in crisi.
"E se ti chiedessi di fare sesso con me?"
E' di nuovo spiazzato. Il sangue gli affluisce copioso verso la testa colorandogli persino le orecchie.
Ho usato intenzionalmente un'espressione che potesse urtarlo e, a quanto pare, ci sono riuscito. Il respiro gli si fa più accelerato e stringe i pugni posti lungo i fianchi. Il mio sguardo rimane impassibile, parlo con la stessa disinvoltura con cui potrei parlare del tempo.
"Intendi qui? adesso?"
Faccio un cenno affermativo con la testa.
Tira un forte sospiro.
"D'accordo, quando vorrai".
"Perchè mi ami?"
Trasalisce leggermente.
"Non lo so".
Ha esitato leggermente prima di dirlo. Vedendo che rimango ad aspettare la vera risposta, aggiunge abbassando gli occhi:
"Perchè sei infelice".
Ecco, ora mi ha proprio fatto incazzare! Come osa dire una cosa del genere? Con quale diritto giudica la mia vita? Ma soprattutto, come fa a credere realmente che basterebbe il suo stupido amore per poter migliorare la mia vita? Non è di certo di uno come lui che ho bisogno!
All'improvviso mi compare davanti l'immagine di Sendoh. No, dannazione! Neanche di lui ho bisogno! Io non ho bisogno di niente e di nessuno.
Kogure continua a guardarmi con quell'espressione comprensiva. Avrei voglia di prenderlo a schiaffi! Ma sarebbe troppo facile, scommetto che nemmeno reagirebbe. Non ci sarebbe la minima soddisfazione.
"Va bene, allora, qualche volta ti potrei anche scopare. Scusami, ma ora ho proprio bisogno di una bella doccia".
Forse l'acqua potrà lavare via anche questo senso di irritazione che mi formicola per tutto il corpo.
Le mie ultime parole devono averlo colpito più del dovuto. Riesco ad intuire le lacrime che gli stanno salendo agli occhi e che si sforza di trattenere. Indovino la sua voglia di andarsene via correndo senza voltarsi indietro e la sua voglia di rimanere accanto a me e di parlarmi ancora per convincermi ad amarlo quanto lui ama me.
"Ma.... intanto? Voglio dire, io sono disposto a.... sì, insomma.... lo sai! Però, ecco, io ti amo sul serio, per cui....."
"Sì, questo me l'hai già detto. Senti, possiamo uscire insieme qualche volta e poi vediamo. Sai come si dice: 'se son rose fioriranno'".
Sì, e se son fiori roseranno (questa battuta è stata gentilmente imposta da Seimei. Tvb gemellina N.d.Y.). Qualcosa di meno banale potevo anche trovarlo, no? Per farmi perdonare gli sollevo gentilmente il viso e gli sfioro le labbra con le mie. Rimane imbambolato a fissarmi con sguardo adorante. Finalmente posso andare a fare la doccia.

Ormai è qualche giorno che esco con Kogure. O meglio, io svolgo normalmente la mia vita e lui mi segue sempre come un fedele cagnolino. Anche se la sera giriamo spesso per locali, da quando c'è lui non mi sono più ubriacato. Non perchè la sua influenza abbia un effetto benefico su di me come crede lui, ma perchè non voglio farmi vedere da questo ragazzino debole o depresso come mi capita sempre di essere dopo una bella sbronza.
Se ne avessi voglia, potrei farmelo quando voglio. Basterebbero due o tre moine e cadrebbe letteralmente ai miei piedi. Nulla di difficile, insomma. Ma non mi va. Perchè ogni volta che guardo lui, è Sendoh quello che vedo.
Sendoh..... non mi ha più cercato da quella volta. Sono un vero stupido! Prima non facevo altro che sperare che si levasse dai piedi e ora che finalmente ha deciso di lasciarmi in pace, non faccio altro che guardarmi intorno per vedere se spunta fuori da qualche parte.
Chissà cosa starà facendo adesso. Forse sta con Koshino. Probabilmente il 'caro Hiroaki' gli starà facendo un pompino. Me lo vedo il mio Akira a gambe aperte con Koshino fra le gambe. Le belle mani sottili dell'asso del Ryonan affondate nella massa dei capelli del suo compagno a dare il ritmo giusto al suo succhiare. Vedo il suo viso stravolto dal piacere e il sorriso malizioso e soddisfatto che assume sempre dopo essere venuto.
"Perdonami il ritardo Mitsui. E' da molto che sei arrivato?"
Cavoli Kogure! Ero troppo assorto nelle mie masochistiche visioni per accorgermi del tuo arrivo.
Gli rivolgo un sorriso imbarazzato per rispondere al suo. Mi ha colto in un momento di debolezza e questo non va bene. Sono infuriato con me stesso perchè continuo a permettermi di pensare a quello stupido porcospino. Basta! Lui è un capitolo chiuso!
Kiminobu mi sta divorando con gli occhi con tanta innocenza da mettermi in soggezione. Ho voglia di strappare via quell'innocenza dal suo sguardo, ho voglia di macchiare indelebilmente quell'anima candida.
Con gesto mellifluo lo prendo sotto braccio e mi avvio verso il centro. Lui si irrigidisce sorpreso dal mio gesto intimo e confidenziale, ma subito si rilassa e mi si stringe al fianco.
"Mitsui, dove stiamo andando?"
"Ti porto al cinema".
Mi guarda con aria smarrita, poi mi rivolge un sorriso dolcissimo.
Povero Kimi-kun! A volte è talmente indifesa da farmi quasi pena. Quasi. Ma visto che non me ne fa, continuo con il mio piano.
In effetti è strano che io lo porti al cinema. Non ci siamo mai stati perchè io mi sono sempre rifiutato. Andare al cinema con lui sarebbe troppo 'da coppietta' per i miei gusti. Però è il posto perfetto per realizzare ciò che ho in mente. La luce è poca e non si può parlare. Il luogo ideale per agire.
Quanti ragazzi ho già portato al cinema per fare di tutto tranne che per vedere il film? Ormai ho perso il conto. Comprare due biglietti, scegliere i posti più appartati, accomodarmi con quella sensazione di aspettativa che sempre mi accompagna in questi momenti fanno parte di un cerimoniale svoltosi parecchie volte.
Kogure si comporta esattamente come tutti gli altri. Questa constatazione mi mette di malumore. Non so cosa mi aspettavo di diverso da lui, ma devo dire che mi sento deluso. Come gli altri si volta a guardarmi nel buio e mi sorride perchè è felice di essere qui, con me, perchè mi è grato di avercelo portato e, come gli altri, rabbrividisce appena mentre gli passo un braccio a cingergli le spalle. Con irritazione si aspetta che io lo baci. Lo faccio, anche se non ne avrei nessuna voglia. Tiene la bocca socchiusa e io vi faccio entrare la lingua. Lui non sa come far muovere la sua e ne risulta un bacio umido e acido. Mi allontano da lui con una leggera smorfia che, per fortuna, non può vedere a causa del buio. Gli appoggio una mano sul ginocchio e la sposto in una lenta carezza verso l'inguine. Come gli altri, lui mi lascia fare. Avrei voglia di alzarmi e andarmene. Akira non si sarebbe mai comportato così. Akira mi avrebbe guardato maliziosamente e avrebbe respinto la mia mano con delicatezza, cominciando una schermaglia silenziosa atta a far crescere fino al culmine il desiderio che sarebbe poi stato sfogato appieno solo una volta ritornati a casa. Akira sa che ciò che faccio e ciò che voglio sono due binari paralleli destinati a non incrociarsi. Akira.... No, basta! Avevo detto che non dovevo più pensare a lui!
Con forza stringo la virilità del mio compagno sopra i pantaloni. Kogure trasalisce.
"Hisashi".
È la prima volta che pronuncia il mio nome e il suo tono ha un'incrinatura dovuta alla preoccupazione. Bene, se non si ribella nemmeno un po' non mi divertirei affatto.
Lo bacio ripetutamente e lui si illanguidisce sempre di più abbandonandosi completamente. Comincio a sbottonargli i pantaloni e lui cerca di fermare la mia mano con la sua. Comincio a massaggiargli l'asta da sopra la stoffa spessa e lui perde le forze e non trattiene più la mia mano anche se continua a tenere la sua abbandonata sopra la mia.
Accosta la bocca la mio orecchio e sussurra di nuovo il mio nome. È il suo modo per comunicarmi la sua resa.
Finalmente sono arrivato all'interno dei suoi boxer e quando sento la pelle liscia del suo sesso sotto le mie dita ritraggo improvvisamente la mano.
Lui è stupito e trattiene il fiato. Deve essere terrorizzato dall'idea di aver fatto qualcosa che non andava, qualcosa che mi abbia disgustato.
Non lo faccio soffrire a lungo. Sottovoce gli ordino di seguirmi, poi lo afferro per un braccio e lo trascino verso i bagni. Lui mi segue imbarazzato incespicando e tenendosi i pantaloni con una mano in modo che non gli cadano.
Appena entrati lo sbatto contro la parete e incollo il mio corpo al suo, investendolo con un bacio violento. Spingo con forza la lingua nella sua bocca, gli mordo le labbra fino a farle sanguinare mentre Kogure emette gemiti soffocati.
Comincio a strusciarmi contro la sua coscia e sento premere contro di me la sua erezione.
Kiminobu fa fatica a respirare, soffocato dalla mia lingua che gli si spinge fino in gola e dalle sensazioni che gli provoca il contatto dei nostri corpi.
Improvvisamente faccio terminare il bacio e mi scosto leggermente da lui. Kogure cerca di eliminare quell'improvvisa distanza stringendosi di nuovo addosso a me, ma io lo spingo via e lo trattengo per le spalle in modo che rimanga attaccato al muro.
"Mi ami, Kimi-kun?"
Mi guarda con gli occhi annebbiati dalla frustrazione per la lontananza dal mio abbraccio, dal piacere e dall'adorazione.
"C-certo che ti amo.... sei la cosa più importante della mia vita".
Fatica a parlare a causa del respiro che gli si è fatto pesante.
"Sei disposto a qualunque cosa per me, vero?"
Le labbra mi si incurvano nel mio famoso ghigno da teppista. Un lampo di puro terrore passa negli occhi della povera Cappuccetto Rosso finita nelle grinfie del lupo cattivo.
Non posso permettere che si spaventi troppo, prima devo portare a termine il mio giochino. Distendo il ghigno trasformandolo nel sorriso più affascinante di cui sono capace, mentre con una mano gli sfioro delicatamente una guancia. A quel contatto lui si rilassa e mi sorride di rimando.
"Sì, sono disposto a qualunque cosa per te!"
Era proprio quello che volevo sentire.
Con un gesto brusco lo volto schiacciandolo contro la parete. Voglio che senta il mio cazzo premergli contro le natiche. Voglio che realizzi quello che gli sta per accadere.
Kogure ansima emettendo lievi gemiti. Mi vuoi, piccolo? Vuoi sentirmi muovere dentro di te?
Gli abbasso pantaloni e boxer con un unico gesto e gli faccio divaricare di qualche centimetro le gambe. Non lo sto neppure a preparare. Con le mani gli separo le natiche e un tremito percorre tutto il suo corpo.
"No!"
Cerca di divincolarsi, ma io lo tengo prigioniero tra me e la parete.
"No, Hisa aspetta... AAAAH!!!"
L'ho penetrato con un unico movimento. Kami sama com'è stretto! Questo stupidello era ancora vergine. Il suo calore è quasi intossicante. Prendo ad uscire ed entrare con spinte vigorose, mentre il corpo attaccato al mio è scosso da violenti singhiozzi.
Che m'importa se non ho usato la benchè minima delicatezza? Che m'importa se la sua prima volta avviene nel sudicio bagno di un cinema? Che m'importa se ho infranto il suo sogno per cui l'atto sessuale avviene tra coccole e carezza e con reciproca soddisfazione? Che m'importa del dolore che in questo momento sta provando? Che m'importa se sta sanguinando? Che m'importa se sta sentendo di spezzarsi in due?
Anch'io sto soffrendo. Anch'io sto sanguinando. Anch'io mi sento spezzato in due. Perchè io non ho più un sogno che può essere infranto. Perchè io sto scopando con un ragazzo di cui non me ne frega niente mentre il mio cuore sanguina per un ragazzo che non è più mio. Akira, è te che cerco nel suo corpo. È te che cerco nel suo odore. È te che cerco nei suoi gemiti. Akira. Akira!
Vengo con un grido roco. Esco dal corpo di Kogure e mi appoggio contro la porta.
Avrei solo voglia di piangere!
Il mio compagno trema ancora singhiozzando. Lo guardo con una smorfia di disprezzo. Sta facendo una scenata da santarellina oltraggiata quando è evidente che quello che è appena successo non gli è affatto dispiaciuto. Stringe ancora con la mano il suo sesso ormai inerte, guardando con aria afflitta lo sperma che gli cola tra le dita. Lentamente si volta verso di me e mi guarda attraverso la cortina di lacrime che continuano a cadergli sul viso.
"Mi hai fatto male".
La sua voce è un mormorio flebile rotto dal pianto.
"Scusami".
Abbassa il capo umiliato dal mio tono per nulla dispiaciuto. Sono stufo di questa storia!
"Forza, ora datti una sistemata e andiamocene".
Kogure si limita a mordersi un labbro e ad eseguire il mio comando.
Pochi minuti dopo ci ritroviamo sul marciapiede diretti verso casa. Kiminobu mi segue con un'espressione delusa dipinta sul viso.
La sua passività mi manda in bestia! Più cerco di essere brusco per riuscire ad ottenere una qualche reazione, più lui mi guarda con occhi da cucciolo - un cucciolo che viene continuamente allontanato e che, imperterrito, ritorna festante riversando tutto il suo amore. Mi verrebbe voglia di urlargli: 'Ma sei stupido? Perchè permetti che ti trattino in questo modo? Urla, ribellati, fa qualcosa, qualunque cosa, ma dimostra di avere una dignità!'. Tanto so che sarebbe inutile. Alzerebbe il suo sguardo contrito su di me, dispiaciuto per avermi dato un'altra ragione per prendermela con lui e continuerebbe a stare in silenzio con la morte nel cuore. Che vada al diavolo!
"Io vado da questa parte, così faccio prima a tornare a casa".
"Ma come, pensavo saremmo stati ancora un po' insieme!"
Ancora quell'atteggiamento in bilico tra adorazione e delusione. Se rimango qualche secondo in più in sua compagnia finirò per strozzarlo!
"Scusa, ma sono stanco. Tanto ci vediamo domani a scuola. Dormi bene".
"Hisashi io..... sì ecco, volevo solo dirti che non sono arrabbiato con te e che sono contento che abbiamo fatto l'amore. Però, vedi.... la prossima volta preferirei che fosse in un letto".
Credo di non aver capito. Lui non è arrabbiato con me? LUI non è arrabbiato con ME?
La mia mano destra ha un leggero scatto nervoso. Oh, che incredibile desiderio di prendere a schiaffi la sua bella guancia liscia e profumata, fargli saltare via gli occhiali e lasciare un bel segno su quella bocca impertinente!
Come osa dire che non è arrabbiato con me? Dovrei forse ringraziarlo perchè, dopo avermi scocciato con il suo inutile balbettio per giorni e giorni, finalmente mi sono preso una piccola soddisfazione (che, tra l'altro, non è dispiaciuta neanche a lui!) e lui non si è arrabbiato per questo? Non voglio più averlo davanti ai miei occhi!
"Vedrò cosa si può fare. Buona notte!"
Mi allontano il più in fretta possibile senza voltarmi. Se avessi un coltello con me in questo momento, forse mi taglierei le vene.

Da quel giorno non sopporto più di vedermelo attorno. Mi disgusta la sola idea di poterlo toccare di nuovo.
Kogure è uno sciocco. Più cerco di stargli lontano e più lui mi viene a cercare. Mi segue dappertutto anche se gli urlo di starmi lontano, cerca continuamente di intavolare una conversazione anche se io sono trincerato dietro un ostinato mutismo.
L'altro giorno ho trovato una busta nel mio armadietto. Nella busta c'era un foglio con su scritto: 'perchè?' e la firma: Kiminobu. Piccolo stupido impertinente! Quell'insulso messaggio mi ha irritato ancora di più, così ho preferito saltare gli allenamenti pur di non vederlo. Immagino la sua delusione! Sicuramente si sarà messo a piangere pensando che la sua vita sia finita.
Ma il megane-kun è più ostinato di quel che pensassi. La mattina dopo me lo sono ritrovato davanti alla porta di casa che mi aspettava. Senza nemmeno salutarlo mi sono avviato verso la scuola e lui mi si è messo silenziosamente al fianco.
"Cerchi di evitarmi?"
Dovevo aspettarmelo che non sarebbe stato zitto a lungo.
"Non dire sciocchezze!"
"Allora perchè ieri non sei venuto agli allenamenti?"
"Avevo delle cose da fare e poi non ti devo proprio nessuna spiegazione!"
"Hisashi!"
"Piantala, non sto cercando di evitare nessuno. Non ti rendi conto di essere ridicolo?"
Si può sapere cosa vuole questo da me? Chiedo troppo se voglio essere lasciato in pace? Questa stupida sanguisuga mi sta strappando via le forze con tutte le sue seghe mentali.
"Tu mi odi?"
"No che non ti odio".
E' vero, non lo odio. Per odiare una persona bisognerebbe tributargli una considerazione che lui non merita di certo. Tutti i miei sentimenti verso di lui possono tranquillamente essere risolti con il disprezzo.
"Perchè non parli con me?"
Ancora domande? Sono stufo di rispondere al suo insulso interrogatorio!
"Perchè non ho niente da dirti".
"Ho paura, Hisa-kun".
"Di che?"
"Ho paura per te".
"Non vedo perchè dovresti preoccupartene, tu cosa c'entri?"
Il suo sguardo è ferito. Forse ora la pianterà di stressarmi.
"Lo sai. Sai quello che provo per te. Hisashi, io ti a...."
"Sì, lo so, me l'hai già ripetuto un'infinità di volte! E adesso, per favore, cerca di startene zitto finchè non arriviamo a scuola, altrimenti ti pianto qui e me ne vado da solo!"
Kogure abbassa il capo mortificato. Quando arriviamo davanti alla mia aula lui mi augura una buona giornata e io gli rispondo con un cenno secco della testa. Poco prima che comincino le lezioni, Hanamichi entra nella mia classe e con passo spedito si avvicina al mio banco.
"Ti devo parlare, Mitchy. Vieni sulla terrazza durante la pausa pranzo".
Senza aspettare la mia risposta mi volta le spalle e se ne va.

Merda merda merda!!!
Ma insomma, cosa diavolo sta pigliando a tutti? Io ero bello convinto di incontrare Sakuragi per farmi due grasse risate sulle sue disavventure con la volpe artica e invece....? Mi ritrovo a dover ascoltare un angosciante dichiarazione d'amore grondante melassa! Dannazione, mi si saranno cariati tutti i denti!!! E poi, chi diavolo se lo poteva immaginare? Hanamichi innamorato di Rukawa. A questo punto potete anche dirmi che nel Sahara esistono dei pinguini che camminano a testa in giù ballando la Macarena che io ci crederei!
La cosa di cui mi sono più stupito è stata la mia reazione. Come ho potuto lasciarmi trascinare in da quegli stupidi discorsi? Ero patetico! Lì seduto ad elemosinare brandelli della vita sentimentale di Sakuragi (no, dico: vita sentimentale di Sakuragi!!! Ora il mondo può anche finire!). Mi faccio schifo da solo!
"Hisashi, che cos'hai? Sembri furioso. Ma la tua mano sta sanguinando! Si può sapere cos'hai combinato? Aspetta che ora te la fascio".
Ecco, mi ci mancava solo la balia! Kogure è così irritante! Ma almeno l'irritazione verso di lui mi fa dimenticare quella verso Hanamichi. Anzi, quasi quasi direi che stavolta il quattr'occhi è stato provvidenziale.
"Kiminobu che ne dici di uscire stasera?"
Il sangue gli affluisce violentemente alle guance. I suoi occhi brillano di felicità.
"Dici... dici sul serio?"
"Guarda che se non ti va fa lo stesso".
"No no, certo che mi va! Andiamo dove vuoi".
Mi sorride riconoscente per la mia proposta. Sciocco ingenuo! Scommetto che sta pensando che la sua pazienza e la sua disponibilità stanno dando finalmente i suoi frutti. Illuso. Sono ben altri i piani che ho in mente su di lui. Ho appena perso il mio gioco con Sakuragi? E va bene, vorrà dire che ne troverò un altro.

"Ciao Hisa-kun!"
Puntuale come sempre. È raggiante, ammantato in uno splendido sorriso dolce ed emozionato allo stesso tempo.
Perchè sto facendo tutto questo? Perchè non lo rimando a casa prima che sia troppo tardi? Ma forse è già troppo tardi e io non posso tirarmi indietro. Non mi rimarrebbe più niente.
Ci avviamo verso la zona dei locali. Ho intenzione di andare al Tropicana Club, una bettola che frequentavo con Tetsuo e gli altri durante il mio trascorso da teppista.
Kogure intreccia le sue dita alle mie con aria imbarazzata, già pronto a scusarsi se mi vedesse infastidito dal suo gesto. Io lo lascio fare. Cosa vuoi che me ne importi?
"Dove stiamo andando?"
"In un posto qui vicino. Eccolo lì".
Davanti a noi una pacchiana luce al neon rosa schocking ci indica che siamo giunti alla nostra meta. Entriamo dalla porta di legno mezzo scardinata e con degli oblò in vetro sporco sulle ante. Dentro il locale è male illuminato e fumoso. In fondo alla sala, su un palco rialzato da tre scalini, si trova un biliardo. Sulla destra si estende il bancone al quale sono seduti gli abituali del locale. Sulla parete di sinistra si apre una porta che dà sulla cucina dalla quale esce fuori un disgustoso odore di fritto. In mazzo stanno i tavolini con le sedie scompagnate e male in arnese.
Ci sediamo ad un tavolino abbastanza vicino all'entrata, in modo da poter vedere tutti quelli che entrano. In effetti sto aspettando una persona.
Kiminobu si guarda intorno con l'espressione spaesata. Si vede subito che non è abituato a questo genere di ambienti. Intorno a noi ci sono solo facce dall'espressione truce e inquietante.
"Che posto è questo?"
Non riesce a nascondere l'apprensione che sta provando.
"Un po' di tutto. Una trattoria, un bar, un locale notturno. Un posto dove puoi stare tranquillo quando non hai voglia che qualcuno ti rompa le scatole".
"Ci vieni spesso?"
Alzo le spalle con noncuranza.
"Una volta".
"Come mai sei voluto venire qua stasera?"
"Mi andava".
Arriva un cameriere e io ordino due birre. Kogure mi guarda con aria contrariata.
"Lo sai che io non bevo!"
"Per una volta non ti farà certo male".
"Invece sì, io non sono abituato e mi ubriaco subito".
"Senti, questo non è un posto dove puoi venire a bere il the delle cinque. Se non ti va, la birra la lasci a me, ok?"
Abbassa lo sguardo e si tormenta nervosamente le mani.
"Avrei preferito che mi portassi al cinema".
Ma guardatela la verginella come arrossisce! Lo so che avresti preferito il cinema! Per via del buio, vero? Ma io non ho nessuna voglia di buio. Non ho voglia di baciarti e risentire in bocca quel gusto acido. Non ho voglia di sentire la consistenza della tua pelle sulle mie dita. Non ho voglia di ascoltarti gemere come una troietta.
Sto per rispondergli quando, finalmente, entra proprio la persona che aspettavo. Appena ci scorge viene verso di noi e si siede al nostro tavolo.
"Ciao Mitsui, è un sacco di tempo che non ci vediamo. Mi sei mancato".
Dicendo questo appoggia la sua mano sopra la mia accarezzandomela. Kogure spalanca gli occhi e inizia a tremare leggermente. Si volta verso di me in una muta richiesta di spiegazioni. È ovvio che ha riconosciuto il ragazzo che gli è seduto di fronte. Ryo. Uno dei miei amici teppisti che mi ha aiutato il giorno in cui avevo deciso di 'assaltare' la palestra dello Shohoku. Ryo è il ragazzo che ha colpito alla testa il povero Rukawa. Quella volta se l'è davvero vista brutta!
"So che vi siete già visti una volta, ma permettetemi di fare le presentazioni. Ryo, questo è Kogure, un mio compagno di squadra. Kimi-kun, lui è Ryo, un mio....mmh... 'amico'".
Kiminobu ha un piccolo scatto nervoso quando sente il modo in cui pronuncio 'amico'.
"E così sei tornato a giocare a basket, eh? Cattivone! Trascurare in questo modo gli amici per un branco di ragazzetti in calzoncini corti che si affannano a correre dietro a una palla!"
Ryo mi passa un braccio intorno al collo e si mette a giocare con i miei capelli.
Un lampo passa negli occhi di Kogure. Si alza in piedi di scatto facendo stridere la sedia sul pavimento.
"Ma come? Il tuo amico vuole già andarsene?"
"Certo che no. Ora vedrai che si risiede".
"Io veramente preferirei tornare a casa".
Mi guarda con lo sguardo implorante di un cane che non vuole essere bastonato.
"Siediti!"
Il mio tono duro lo fa trasalire. Lentamente si rimette a sedere e tiene il capo abbassato con lo stesso atteggiamento di un condannato a morte.
"Mitsui, ma non era lui quello che mi hai detto che ti amava alla follia? A me non sembra così felice di stare in tua compagnia".
Il mio compagno alza la testa di scatto.
"Gli hai parlato di me?"
C'è timore nella sua voce, ma soprattutto una nota euforica per la consapevolezza che l'ho ritenuto tanto importante da sentire la necessità di parlare di lui con qualcuno. Chissà che razza di voli mentali si sta facendo in questo momento.
"Già, è proprio lui. Ma forse tutti i suoi bei discorsi su quanto mi ami e su quanto sarebbe disposto a fare per me non sono altro che parole buttate al vento. Forse vuole solo prendermi in giro, tu che ne dici?"
"No, non è così. Hisashi lo sai che sarei disposto a fare qualunque cosa per te?"
"Davvero Kimi-kun? Faresti sul serio qualunque cosa io ti domandassi per rendermi felice?"
Kogure sembra sciogliersi di fronte alla dolcezza della mia voce. Annuisce deciso con la testa e poi rimane imbambolato davanti al sorriso che gli regalo in cambio.
"Interessante".
Ryo sembra divertito dalla scena. Presto cambiamo argomento e ci mettiamo a parlare dei nostri vecchi amici, mentre Kiminobu mi fissa estasiato. Il povero topolino è stato ipnotizzato dallo sguardo seducente del serpente e non si accorge che nel frattempo le sue spire lo stanno stringendo sempre più forte.
I nostri bicchieri sono ormai vuoti e abbiamo ordinato un secondo giro per tutti. Kogure questa volta non ha protestato, anzi, si è scolato velocemente la sua birra e poi mi ha sorriso come a volermi dire 'visto che bravo?'.
Che divertente! Si vede che non è abituato a bere: ha già lo sguardo appannato e fatica a mettere insieme coerentemente le parole.

seconda parte...>>