Disclaimers: i personaggi non sono miei, ma sto seriamente
pensando di adottare la coppia MitsuixSendoh perchè insieme sono
stupendi ^-^.
Avvertenze: la fic è dedicata alle mie splendide sorelline (Seimei,
Elichan e Miyuki) e a tutti quelli che mi hanno sostenuta fino a qui.
Un pensiero particolare va alla dolcissima Neko (TVTTTTTTB mia dea!!!!).
Buona lettura (stavolta è davvero l'ultima volta)!
LA SCOMMESSA SIDE STORY
NEW BORN
La fredda luce di un lampione illumina la mia figura ciondolante. I rari
passanti si scostano spaventati dal mio incedere maldestro e dai miei
versi affranti, detti, forse, con un tono di voce troppo alto data l'ora
tarda. Il mio fiato è inebriato dal dolce sapore del sakè
nel quale riesco ad affogare il rancore e a cullare l'indolenza di questi
giorni privi di speranza.
Anche il mio orgoglio ormai si è perso nella bottiglia di liquore,
naufragato insieme ai miei sogni.
Una coppietta passa guardinga rasente al muro, lanciandomi occhiate di
disapprovazione. Come osano?
"Che avete da guardare in quel modo? Siete solo due coglioni da riproduzione.
Vai a fotterti la tua troietta e lasciami in pace!"
La stupida coppietta passa avanti in fretta con la ragazza che trascina
per un braccio il ragazzo che finge di voler vendicare un oltraggio che,
in realtà, non sente; ma il mio monologo è appena all'inizio.
E che importa se non c'è nessuno ad ascoltarlo?
"Voi non sapete chi sono io! Io sono Hisashi Mitsui! Io sono il miglior
tiratore da tre punti della prefettura! Io sono una delle promesse del
basket giapponese. Io sono stato un MVP! Io sono 'l'anima ardente'! Io
sono..... io sono...."
...... un fallito!
Abbraccio il lampione e lentamente mi lascio scivolare contro di esso
fino a sedermi per terra. Silenziose, lacrime fastidiose cominciano a
scendere dai miei occhi chiusi.
Quando è cominciato tutto questo? O forse dovrei dire Ricominciato,
visto che sto pian piano tornando ad essere ciò che ero fino all'anno
scorso: un teppista ubriacone. Ma allora avevo la scusante di essere diventato
così a causa della delusione provata in seguito all'infortunio.
E ora? Posso trincerarmi dietro alla scusa di una delusione amorosa? Amore....
patetico! Come se io mi fossi mai innamorato sul serio! La mia è
solo vigliaccheria. Così come ho avuto paura di mettere in gioco
la mia carriera sportiva ricominciando a giocare dopo il periodo di fisioterapia,
così ora ho paura di mettere in gioco me stesso diventando qualcosa
che probabilmente non potrò mai essere.
Diciamoci la verità: io sono nato per essere uno spostato.
Per un po' ho cercato di nascondermi dietro la facciata da bravo sportivo.
Ma dopo l'incidente ho dovuto fare i conti con un lato di me stesso che
avevo sempre cercato di oscurare. Le scorrazzate in moto, le risse, le
bravate, le ubriacature... era un mondo nel quale, tutto sommato, mi sapevo
destreggiare molto bene. Il problema era che... non potevo accettarlo!
Io non potevo essere diverso dalla persona che tutti pensavano io fossi:
il campione!
Le mie due nature hanno combattuto a lungo l'una con l'altra cercando
di sopraffarsi a vicenda. Finchè non ho scelto di tornare al basket.
Io adoro giocare. Non potrei farne più a meno. Ma per poter giocare
devo mantenere una certa condotta.
Per questo mi sono ripulito, ho cambiato pettinatura e atteggiamento.
Il mio comportamento doveva essere irreprensibile.
Così, mi sono trovato anche un compagno fisso. Io, Hisashi Mitsui,
il re delle avventure di una notte, ho trovato un compagno fisso. Naturalmente,
il ragazzo che si poteva fregiare di essere 'la mia dolce metà'
doveva per forza essere alla mia altezza. E chi meglio di un altro campione
di pallacanestro?
In questo modo, Akira Sendoh, uno dei primi cinque giocatori di tutta
Kanagawa, entrò a far parte della mia vita.
Di bell'aspetto, gentile, sorridente.... il mio polo opposto, insomma.
Sembravamo fatti l'uno per l'altro. Senza contare che a letto è
a dir poco strepitoso!
Eppure dovevo capirlo che non poteva andare tutto così liscio.
I primi tempi sono stati fantastici. Tra di noi c'era un'intesa meravigliosa.
Nonostante la mia lontananza di due anni dal campo di gioco, la mia classe
e la mia tecnica non erano diminuite.
In poche parole, vivevo in un sogno.
Poi mi sono reso conto che qualcosa non andava. Ogni giorno che passava
ero sempre più irrequieto.
Avrei voluto essere il migliore in campo, ma per quanti sforzi facessi,
il periodo di inattività si faceva sentire pesantemente. E davanti
mi trovavo sempre quella stupida matricola arrogante e presuntuosa, ma
con un'abilità che è a dir poco sorprendente. Pur con tutta
la migliore volontà, mi rendevo perfettamente conto di essere qualche
gradino sotto di lui. Ovunque andassi tutti mi guardavano con timore.
Non importava il fatto che ormai non mi lasciavo più coinvolgere
nelle risse e mi comportavo come uno ragazzo modello, quello che la gente
(compresi i miei stessi genitori) continuava a vedere in me era il teppista
scavezzacollo.
Guardandomi intorno vedevo solo un una realtà fragile quanto un
castello di carta che poteva crollare ad ogni minimo soffio di vento.
Mi proteggevo nascondendomi tra le braccia di Akira, ma anche questo non
andava bene: ero troppo abituato alla mia indipendenza e alla mia libertà
per poter accettare a cuor leggere un rapporto che si andava facendo via
via sempre più opprimente.
'Devo fare qualcosa per uscirne'. Da settimane questo pensiero mi tormentava
girandomi instancabilmente nella testa. Sentivo l'ineluttabilità
della mia decisione, anche se non sapevo dove mi avrebbe portato. Ma,
a volte, siamo convinti di prendere delle decisioni che, in realtà,
sono state prese da altri.
Così è stata anche questa volta. Io cercavo un modo per
uscire da una vita fasulla che mie ero auto-costruito, ma a trovarlo è
stato proprio Akira.
Non dimenticherò mai quel giorno.
Io mi sentivo di nuovo dannatamente giù; la voglia di spaccare
tutto ciò che mi circondava mi stava dilaniando le interiora. Avevo
bisogno di smettere di pensare per un po'. Avevo bisogno di affondare
in quel ragazzo dalla pettinatura ridicola e dal sorriso perenne come
le nevi di un ghiacciaio polare e fotterlo fino a farlo gridare. Volevo
perdermi in lui, volevo essere parte di lui - e chissà se, allora,
non mi sarei sentito finalmente completo e in pace. Almeno per un po'.
Ma quando sono arrivato a casa sua non sono state di certo la pace e la
completezza ad accogliermi sulla soglia!
Akira, il mio preziosissimo ragazzo, scalzo e vestito dei soli jeans,
stava in piedi inquadrato dall'apertura della porta, con la luce proveniente
dall'interno che lo illuminava da dietro.
'Un'apparizione!' questo è stato il mio primo pensiero.
Senonchè un'acre odore - di sudore, di sesso, di Akira e di un
altro ragazzo tutti mescolati - mi investì in pieno come uno schiaffo
lasciandomi stordito.
Ho visto il panico nei suoi occhi. Ho visto fino a che punto si sono spalancati
quando da dietro le sue spalle è comparso Koshino borbottando le
sue rimostranze contro gli scocciatori inopportuni.
"Ma allora sei un bastardo!"
Sono contento, la mia voce è uscita forte e sicura, per nulla arrabbiata,
solo velata da una nota di sincero stupore.
"Ti prego, entra un attimo e parliamone".
"Non credo proprio!"
Non penserà davvero che mi sieda ad un tavolino con lui e il suo
amichetto, magari sorseggiando una tazza di the, sviscerando con un'analisi
approfondita le cause che hanno portato ad una crisi nel nostro rapporto!
Santo cielo, mi sembrerebbe di stare in uno di quei programmi alla televisione
in cui la gente va apposta per raccontare i fatti propri al resto del
mondo!
"Non è come pensi!"
E no, caro il mio campione. Non ci siamo. Stiamo scadendo nel banale!
"Qualche volta piace anche a me stare sopra. Ed è ovvio che
con te non lo posso fare".
È incredibile! Anche in una situazione come questa riesce a sorridere
- 'sto cretino!!! Se non avessi una gran voglia di piangere mi metterei
a ridere. Che bella situazione del cazzo!
"Immagino che sarà contento il tuo dolce Hiroaki di sapere
che per te ha la stessa valenza di una bambola gonfiabile. Ma in fondo
ti capisco. Ero troppo impegnativo per una persona così spensierata
come te. Forse è meglio se ti trovi un bel giocattolino e lo usi
finchè non te ne sei stancato. Ti auguro di divertirti Aki".
"Non andartene".
Incredibile! Che suonino le campane e si faccia festa! Sono riuscito nell'ardita
impresa di far incrinare il bel sorriso del porcospino più ilare
del mondo. E non ne sono fiero.
Alzo appena le spalle e me ne vado. Cos'altro potrei dirgli ora? Domani,
forse, troverò qualcosa. Domani.
Oggi. Oggi sto un pochino meglio. Per lo meno ho trovato qualcosa con
cui distrarmi.
Carina l'idea della scommessa. Credo proprio che mi divertirò parecchio
alle spalle di quei due.
Certo che, quando l'ho incontrato ieri sera, Hanamichi era proprio ridotto
in pezzi! Persino peggio di me. Non pensavo che fosse così innamorato
di quella stupidina della Akagi. Ma forse è solo molto deluso dal
comportamento di Mito.
Bah! Ormai non mi stupisco più di niente. È sempre dalle
persone che ci stanno più vicine che dobbiamo aspettarci una pugnalata
alle spalle. Io lo so bene.
Comunque non vedo l'ora di vedere la scimmia rossa in azione. È
così goffo in questo genere di cose da fare quasi tenerezza! In
più la sua non è certo la preda più facile del mondo
da cacciare. Rukawa, la persona più inavvicinabile dell'universo!
L'ho scelto apposta. Sì sì, credo proprio che mi divertirò.
Senza rendermene conto mi sono addormentato qui sul marciapiede. E ho
fatto di nuovo quel sogno. Ho vissuto nuovamente il giorno in cui Sendoh
ed io ci siamo lasciati. E il giorno in cui ho fatto la scommessa con
Sakuragi. Maledizione! Credevo che mi sarei divertito e invece quei due,
dopo i primi imbarazzi iniziali, sembra che vadano d'amore e d'accordo.
Ma è scritto da qualche parte che tutti debbano essere felici tranne
me? Se va avanti così sarà Hanamichi a vincere. Che palle!
Non è tanto per la posta in gioco (davvero ridicola, si vede che
cercavo solo un pretesto per poter trovare un nuovo gioco da fare!), ma
è per lo scarso interesse che mi suscita questa vicenda. Speravo
mi avrebbe occupato la mente almeno un po'. Un'altra delusione da mettere
in conto alla vita.
Sarà meglio tornare a casa ora o mi prenderò qualche malanno.
Fa un freddo cane e sta di nuovo per nevicare. Se domani non vado a scuola
perchè mi sono ammalato stavolta i miei si incazzano sul serio.
Meglio tenerseli buoni. Almeno per qualche tempo ancora.
Che schifo di giornata!
Stamattina ero ancora in preda ai fumi dell'alcol e mi sono addormentato
durante le lezioni, così quella palla del professore di matematica
mi ha sbattuto fuori. Ho preso un'altra insufficienza nel compito di inglese.
E, come se non bastasse, agli allenamenti mi sono beccato un predicozzo
che non finiva più da Akagi. Dice che i miei riflessi si sono paurosamente
rallentati. Ma che cavolo! Cosa c'entrano i miei poveri riflessi quando
è lui che pretende che io recuperi dei palloni imprendibili. E'
agli altri che dovrebbe fare i suoi predicozzi, visto il modo indecoroso
con cui eseguono i passaggi.
Meno male che adesso me ne vado a casa e dormo fino a domani mattina.
....No.... non è possibile..... ditemi che è un'allucinazione!
Non può essere davvero Akira quello appoggiato al muro di fianco
al cancello della scuola. Ditemi che non è venuto anche qui a perseguitarmi!
Sono giorni, ormai, che me lo vedo sbucare ovunque - sotto casa, nei miei
locali preferiti, nel campetto di basket dove vado ad allenarmi la domenica.
Ora persino a scuola è venuto!
Mi guardo intorno per cercare una via di fuga. Troppo tardi, ormai mi
ha visto e si dirige verso di me. Sono in trappola.
"Stai cercando un modo per scappare Hisachan?"
"Sai benissimo che io non scappo davanti a nessuno. E poi non chiamarmi
più Hisachan. Non credo tu ne abbia ancora il diritto".
"Voglio che sia chiaro che sei tu a volerlo. Per me tu sei sempre
il mio koibito".
"Piantala di fare il melodrammatico, Sendoh. Non sono io quello che
se ne va in giro a scoparsi mezza città con la scusa di doversi
sfogare perchè il proprio compagno non è all'altezza".
"Ehi, guarda che io non ho mai detto questo! E non l'ho neanche mai
pensato. Hai ragione, la colpa è mia. Ho creduto che finchè
il mio cuore fosse stato tuo, al mio corpo sarebbe stato concesso qualche
svago ogni tanto. I miei sono solo i capricci di un bambino. Perchè
l'unico che voglio sul serio sei tu. Perchè l'unico che mi fa godere
veramente sei tu. Sono un bastardo e non mi merito nulla. Ma mi manchi
così tanto che a volte mi sembra di impazzire!"
"Beh, potevi pensarci prima. Comunque sono d'accordo con te: sei
un bastardo e non ti meriti nulla, perciò addio".
Mi incammino verso l'uscita dandomi mentalmente del cretino. Perchè
non lo perdono e non torno insieme a lui? In fondo ha dimostrato di essere
veramente pentito e di tenerci sul serio a me. Eppure dentro di me sento
che questa non è la soluzione.
Mentre gli passo accanto lui mi afferra per un gomito.
"So che ti manco tanto quanto tu manchi a me. So che la notte ti
rigiri inquieto nel letto alla ricerca del calore del mio corpo. So che
per sentirti meno solo ti immagini che io sia con te e ti stia toccando
e mentre pensi a questo ti masturbi così forte da farti male. So
che quando vieni è il mio nome che gridi e so che il vuoto che
senti dopo che sei venuto è così scuro e profondo da farti
tremare dalla paura. So anche che non riesci più ad andare a letto
con un uomo perchè nessuno è lontanamente comparabile a
me".
La sua voce è solo un sussurro dentro al mio orecchio e mille brividi
mi stanno attraversando la spina dorsale. Maledizione, com'è che
riesce ad eccitarmi soltanto con la sua voce? Non posso cedere, non posso
dargliela vinta. E poi cos'è questa storia che io non riuscirei
più a farmi qualcuno? Proprio io che ero capace di scoparmene anche
tre per volta? Ma proprio questo è il punto. Ero.
Con uno strattone mi libero dalla sua presa e me ne vado a passo spedito.
Non posso essere così debole! Io sono forte. Io devo essere forte.
Non sono alla mercè di nessuno. Te la farò vedere io, Akira
Sendoh.
Sono uscito anche stasera. Volevo rimanere a casa per recuperare un po'
di ore di sonno, ma l'incontro con il gatto del Cheshire (quello di Alice
nel Paese delle Meraviglie che ghigna sempre N.d.Y.) mi ha talmente irritato
da farmi passare la stanchezza. Sono in un bar di un quartiere non proprio
raccomandabile, almeno qui potrò starmene in pace senza dannati
seccatori dai capelli a punta che mi ronzino intorno.
Stasera non riesco neanche ad ubriacarmi. Forse non è stata poi
una così gran bella idea quella di uscire. Forse farei meglio a
tornarmene a casa.
"Ciao, sei tutto solo?"
E ora chi è questo rompicazzo?
Alzo gli occhi e mi ritrovo davanti quello che definirei come un 'rispettabile
padre di famiglia' se non avesse quella strana luce negli occhi.
"Così pare".
Non ho proprio voglia di essere gentile con una lurida checca in incognito
e che probabilmente ha anche moglie e figli a casa che lo aspettano.
"Ti spiace se ti offro da bere?"
Non si rifiuta mai una bevuta gratuita. Alzo le spalle con un gesto di
noncuranza. Lui si siede accanto a me e ordina due tequila. Intanto comincia
a parlare di quanto sia stato freddo l'inverno di quest'anno e di quanta
neve è scesa nel paesino di montagna dove è nato. A me della
vita di 'sto tipo non me ne frega un cazzo, ma ogni tanto esco con un
grugnito sommesso tanto per fargli compagnia e per sdebitarmi per avermi
offerto la tequila.
Comincia a girarmi un po' la testa. Probabilmente sono stanco. In più
il tizio continua a guardarmi con quella luce famelica negli occhi e quando
si sofferma un po' di più su qualche particolare che gli piace
si passa la lingua sulle labbra screpolate. Sarà meglio andarsene
a casa, ora.
"E questa? Come te la sei fatta?"
Prima che riesca a fermarla, la sua mano si è già appoggiata
sul mio mento e le dita sfiorano la mia cicatrice in una carezza maliziosa.
Dannazione, i miei riflessi devono proprio essere peggiorati!
"E' una storia noiosa e poi non credo che ti riguardi. Mi spiace
amico, ma ora devo proprio andare".
Faccio per alzarmi, ma la sua mano mi trattiene per un polso.
"Aspetta ancora un attimo, dai! Lo sai che sei proprio carino? Assomigli
a mio figlio maggiore. Scommetto che anche tu sei un peperino come lui.
Allora, ti va di farmi compagnia ancora per un po'?"
Ecco, mi ci mancava pure l'uomo di mezza età con il complesso per
il figlio! Tutte a me capitano!
"No guarda, mi spiace ma è meglio se torno a casa".
"Sei sicuro? Non vuoi ascoltare neanche la mia proposta?"
"Quale proposta?"
L'ho chiesto distrattamente mentre mi infilo la giacca. Qualunque sia
la proposta tanto la risposta sarà no.
"Se vieni di là nel bagno con me ti do 20.000 yen".
Ora gli spacco quella faccia da bavoso pervertito che si ritrova! Ma per
chi mi ha preso? Crede che io mi venda in questo modo?
"No amico, credo proprio che tu abbia sbagliato persona".
"Davvero? Vuol dire che un bel ragazzo tutto solo in un bar malfamato
come questo è venuto comprare il the per la nonna malata?"
"Senti vecchio, stai giocando con il fuoco. Ora vedi di lasciarmi
in pace o sarà peggio per te".
"Ah, ho capito! Sei qui per una delusione amorosa. Cos'è,
da quando ti ha lasciato non ti tira più?"
Un'immagine. Akira. Il suo sorriso sprezzante. La sua voce che sussurra
la mia impotenza di andare a letto con altri che non siano lui. Una decisione.
"Vai avanti, io ti raggiungo subito".
"Non è che cambi idea e mi fai aspettare dentro ad un cesso
puzzolente per niente, vero?"
"Ti ho detto di andare, arrivo subito".
L'uomo si alza e si dirige verso la toilette. Io ordino un'altra tequila
e la butto giù tutto d'un fiato.
'Ora vedremo cosa penserai di me, mio caro Aki. Chissà se sarai
ancora così sicuro del tuo potere su di me'.
Un ghigno si apre a sfigurarmi il volto. Conosco questo sorriso - o dovrei
dire smorfia?
Hisashi Mitsui, il teppista, è tornato.
Mi dirigo anch'io al bagno. Quando apro la porta mi trovo di fronte alla
disgustosa visione di quell'uomo con i pantaloni già abbassati
che mi sta aspettando. Il volto è rosso e imperlato dal sudore,
il suo sesso eretto sparisce in confronto al ventre prominente che gli
sta sopra. Patetico!
Non mi tiro indietro. Lo faccio sedere sopra alla tazza e mi metto inginocchiato
tra le sue gambe. Lentamente lo prendo in bocca. Sa di sudore e di latte
rancido, ma almeno mi distrae dalla puzza di orina e deodoranti che permea
l'ambiente.
Con la lingua traccio un umida scia dalla cappella allo scroto e ritorno.
Aumento il ritmo delle pompate aiutandomi con le mani. Il mio 'cliente'
emette strani gorgoglii dalla gola mentre la sua pancia non fa che ballarmi
davanti agli occhi.
'Così mi sembra di fare sesso con Anzai sensei'. A questo pensiero
non posso trattenermi dal sorridere e contraggo la bocca in un modo che
l'uomo deve aver molto gradito visto con quanta forza ha afferrato i miei
capelli. È ovvio che si sta trattenendo per cercare di farlo durare
più a lungo possibile. Ma io mi sono stancato. Succhiando come
un disperato e dando alcuni colpi più forti finalmente viene con
un grido. Sputo il suo schifosissimo seme. Prima che possa rialzarmi mi
da un bacio sui capelli. Mi viene da vomitare!
Mi allontano da lui il più possibile per non dover continuare a
sentire il suo odore.
"Mi devi pagare".
"Avevo capito che tu non fossi 'uno di quelli'".
Mi guarda con una smorfia soddisfatta e io lo ricambio con un'occhiataccia
torva.
"Va bene, visto che sei stato così bravo prenditi i soldi".
Mi lancia il suo portafogli mentre stancamente cerca di tirarsi su i calzoni.
"Ehi, ma qua ci sono solo 15.000 yen! Mi hai fregato!"
"Oh, suvvia! Tanto lo so che è piaciuto anche a te. L'ho capito
subito appena ti ho visto che sei una puttanella che ha una gran voglia
di cazzo".
Sento la rabbia montarmi dentro. Tentando di calmarmi abbasso lo sguardo
sul portafogli ancora aperto che ho in mano e noto qualcosa di interessante.
"E così sarebbe questa la tua famiglia? Chissà cosa
direbbe il tuo bel figlio se sapesse che il suo caro paparino si fa i
ragazzi dentro i cessi delle bettole".
"Tu mio figlio non lo devi neanche nominare!!!"
Mi strappa il suo portafogli di mano e mi molla un manrovescio che mi
colpisce l'orecchio facendomi perdere l'equilibrio. Prima di riuscire
a reagire mi colpisce di nuovo e vado a sbattere contro la porta chiusa.
Ancora insoddisfatto mi afferra per la maglia e mi sbatte la testa contro
il muro.
Mi accascio per terra. Ho un velo davanti agli occhi, è tutto buio.
La nausea mi assale e mi vengono dei forti conati. Rimango steso sul pavimento
lercio a vomitare.
"Schifoso frocio di merda!"
L'ultimo addio del mio nuovo amante. Sto così male per le botte
che ho dentro o per le ferite che ho nell'anima?
Un'altra schifosissima giornata.
Non che sia successo niente di particolare, ma proprio perchè questo
è un giorno qualunque come tutti gli altri mi sento disgustato.
I segni del mio recente incontro/scontro sono ben visibili sul mio volto.
Nessuno osa dirmi niente in proposito. Solo Hanamichi mi si avvicina e
mi sussurra all'orecchio un "vedi di non fare cazzate!".
Ah già, poi c'è Kogure.
Lui ovviamente non può lasciare perdere. Appena mi vede si precipita
al mio fianco e sfiorandomi una guancia mi chiede cosa mi sia capitato.
"Niente, megane-kun. Sono solo caduto dalle scale".
Ovviamente non ci crede, ma ha il buon gusto di non fiatare risposta.
In cambio, però, continua a fissarmi con aria preoccupata per tutto
il tempo dell'allenamento. Ovviamente i suoi occhi non fanno che soffermarsi
sul vistoso livido che mi occupa tutto lo zigomo.
Mi fermo un po' di più in palestra per non dover rimanere negli
spogliatoi con i miei compagni - oggi non avrei proprio voglia di stare
ad ascoltare i loro stupidi cicalecci. Purtroppo sono troppo stanco e
il dolore alla testa, un bel ricordino delle botte di ieri, non mi permette
di continuare ad allenarmi a lungo. Comunque ormai dovrebbero già
essere andati tutti via.
Mentre mi dirigo verso le docce mi accorgo di essermi sbagliato. Seduto
su una delle panche dello spogliatoio c'è Kiminobu che mi sta aspettando.
Che palle! Ci mancava solo di dover sopportare le manie apprensive della
chioccia dello Shohoku.
"Scusami Mitsui, avrei bisogno di parlarti".
"Ma certo Kogure, dimmi".
Mi sforzo di essere gentile. In fondo si sta preoccupando per me.
"So che magari stai passando un brutto periodo....."
Arrossisce. Quella stupida scimmia rossa deve avergli raccontato della
faccenda di Sendoh! E' possibile che non riesca mai a farsi gli affari
suoi?
".... però non ti devi abbattere, capitano a tutti momenti
molto brutti. Non dovresti lasciare che certi avvenimenti negativi influenzino
tutta la vita. Non devi ricadere negli stessi errori del passato".
"Sì sì, ho capito, grazie mammina! Se ora hai finito,
io andrei a farmi una doccia".
Ok, tutti i miei buoni propositi su di lui sono andati a farsi friggere.
Ma questo ragazzo è così dannatamente irritante! Sempre
pronto a mettersi in cattedra e ad allungare una mano verso noi poveri
esseri umani dall'alto della sua magnanimità. Sono stufo di stare
ad ascoltarlo.
"No, aspetta un momento! C'è un'altra cosa che vorrei dirti.
Ecco sì, insomma..... se hai bisogno di un aiuto..... di qualunque
genere..... bhe ecco, ricordati che io sono disponibile".
Strano il modo in cui ha sottolineato la parola 'qualunque'. Mi sfiora
il sospetto che forse lui....
"D'accordo Kogure, me ne ricorderò. Grazie".
Gli sfodero uno dei miei migliori sorrisi. Lui mi guarda ed arrossisce
violentemente. Quando riprende a parlare le parole gli incespicano tra
i denti.
"Ecco io... c'è una cosa che vorrei dirti da molto, ma....
insomma, forse non è il momento più adatto, però.....
dunque sì, quello che voglio dirti è che...... sono innamorato
di te".
Abbassa il volto e chiude gli occhi in attesa della mia reazione. Che
sensazione di potere! Potrei innalzarlo alla vetta più alta della
felicità o gettarlo nell'abisso più profondo della disperazione
con una sola parola. Da quant'è che non mi sentivo così
bene! Avere una persona completamente nelle tue mani, poterla modellare
a tuo piacimento.... Dopotutto, questa non è stata una giornata
così pessima.
"Sei proprio sicuro di amarmi?"
Alza il volto di scatto e mi guarda con un velo di irritazione negli occhi.
Interessante! Evidentemente non sopporta che qualcuno possa dubitare dei
suoi sacri sentimenti.
"Certo che sono sicuro! Credi che te l'avrei detto altrimenti?"
Già, lui non è uno che agisce avventatamente. Ci deve aver
riflettuto molto sopra prima di decidersi a farsi avanti. Meglio così.
Sono curioso di sapere fino a che punto lo spingerebbe il suo amore per
me.
"Se ti chiedessi di venire via con me, lo faresti?"
Mi guarda dritto negli occhi con aria sorpresa.
"Hai intenzione di andartene?"
"Forse. Cosa mi rispondi?"
Ha un attimo di esitazione. Giusto un secondo. Poi il suo sguardo ritorna
limpido e sicuro.
"Sì, verrei ovunque tu volessi. A me basta sapere di poterti
stare vicino".
E bravo il megane-kun! Non lo facevo così determinato. Vediamo
se riesco a metterlo in crisi.
"E se ti chiedessi di fare sesso con me?"
E' di nuovo spiazzato. Il sangue gli affluisce copioso verso la testa
colorandogli persino le orecchie.
Ho usato intenzionalmente un'espressione che potesse urtarlo e, a quanto
pare, ci sono riuscito. Il respiro gli si fa più accelerato e stringe
i pugni posti lungo i fianchi. Il mio sguardo rimane impassibile, parlo
con la stessa disinvoltura con cui potrei parlare del tempo.
"Intendi qui? adesso?"
Faccio un cenno affermativo con la testa.
Tira un forte sospiro.
"D'accordo, quando vorrai".
"Perchè mi ami?"
Trasalisce leggermente.
"Non lo so".
Ha esitato leggermente prima di dirlo. Vedendo che rimango ad aspettare
la vera risposta, aggiunge abbassando gli occhi:
"Perchè sei infelice".
Ecco, ora mi ha proprio fatto incazzare! Come osa dire una cosa del genere?
Con quale diritto giudica la mia vita? Ma soprattutto, come fa a credere
realmente che basterebbe il suo stupido amore per poter migliorare la
mia vita? Non è di certo di uno come lui che ho bisogno!
All'improvviso mi compare davanti l'immagine di Sendoh. No, dannazione!
Neanche di lui ho bisogno! Io non ho bisogno di niente e di nessuno.
Kogure continua a guardarmi con quell'espressione comprensiva. Avrei voglia
di prenderlo a schiaffi! Ma sarebbe troppo facile, scommetto che nemmeno
reagirebbe. Non ci sarebbe la minima soddisfazione.
"Va bene, allora, qualche volta ti potrei anche scopare. Scusami,
ma ora ho proprio bisogno di una bella doccia".
Forse l'acqua potrà lavare via anche questo senso di irritazione
che mi formicola per tutto il corpo.
Le mie ultime parole devono averlo colpito più del dovuto. Riesco
ad intuire le lacrime che gli stanno salendo agli occhi e che si sforza
di trattenere. Indovino la sua voglia di andarsene via correndo senza
voltarsi indietro e la sua voglia di rimanere accanto a me e di parlarmi
ancora per convincermi ad amarlo quanto lui ama me.
"Ma.... intanto? Voglio dire, io sono disposto a.... sì, insomma....
lo sai! Però, ecco, io ti amo sul serio, per cui....."
"Sì, questo me l'hai già detto. Senti, possiamo uscire
insieme qualche volta e poi vediamo. Sai come si dice: 'se son rose fioriranno'".
Sì, e se son fiori roseranno (questa battuta è stata gentilmente
imposta da Seimei. Tvb gemellina N.d.Y.). Qualcosa di meno banale potevo
anche trovarlo, no? Per farmi perdonare gli sollevo gentilmente il viso
e gli sfioro le labbra con le mie. Rimane imbambolato a fissarmi con sguardo
adorante. Finalmente posso andare a fare la doccia.
Ormai è qualche giorno che esco con Kogure. O meglio, io svolgo
normalmente la mia vita e lui mi segue sempre come un fedele cagnolino.
Anche se la sera giriamo spesso per locali, da quando c'è lui non
mi sono più ubriacato. Non perchè la sua influenza abbia
un effetto benefico su di me come crede lui, ma perchè non voglio
farmi vedere da questo ragazzino debole o depresso come mi capita sempre
di essere dopo una bella sbronza.
Se ne avessi voglia, potrei farmelo quando voglio. Basterebbero due o
tre moine e cadrebbe letteralmente ai miei piedi. Nulla di difficile,
insomma. Ma non mi va. Perchè ogni volta che guardo lui, è
Sendoh quello che vedo.
Sendoh..... non mi ha più cercato da quella volta. Sono un vero
stupido! Prima non facevo altro che sperare che si levasse dai piedi e
ora che finalmente ha deciso di lasciarmi in pace, non faccio altro che
guardarmi intorno per vedere se spunta fuori da qualche parte.
Chissà cosa starà facendo adesso. Forse sta con Koshino.
Probabilmente il 'caro Hiroaki' gli starà facendo un pompino. Me
lo vedo il mio Akira a gambe aperte con Koshino fra le gambe. Le belle
mani sottili dell'asso del Ryonan affondate nella massa dei capelli del
suo compagno a dare il ritmo giusto al suo succhiare. Vedo il suo viso
stravolto dal piacere e il sorriso malizioso e soddisfatto che assume
sempre dopo essere venuto.
"Perdonami il ritardo Mitsui. E' da molto che sei arrivato?"
Cavoli Kogure! Ero troppo assorto nelle mie masochistiche visioni per
accorgermi del tuo arrivo.
Gli rivolgo un sorriso imbarazzato per rispondere al suo. Mi ha colto
in un momento di debolezza e questo non va bene. Sono infuriato con me
stesso perchè continuo a permettermi di pensare a quello stupido
porcospino. Basta! Lui è un capitolo chiuso!
Kiminobu mi sta divorando con gli occhi con tanta innocenza da mettermi
in soggezione. Ho voglia di strappare via quell'innocenza dal suo sguardo,
ho voglia di macchiare indelebilmente quell'anima candida.
Con gesto mellifluo lo prendo sotto braccio e mi avvio verso il centro.
Lui si irrigidisce sorpreso dal mio gesto intimo e confidenziale, ma subito
si rilassa e mi si stringe al fianco.
"Mitsui, dove stiamo andando?"
"Ti porto al cinema".
Mi guarda con aria smarrita, poi mi rivolge un sorriso dolcissimo.
Povero Kimi-kun! A volte è talmente indifesa da farmi quasi pena.
Quasi. Ma visto che non me ne fa, continuo con il mio piano.
In effetti è strano che io lo porti al cinema. Non ci siamo mai
stati perchè io mi sono sempre rifiutato. Andare al cinema con
lui sarebbe troppo 'da coppietta' per i miei gusti. Però è
il posto perfetto per realizzare ciò che ho in mente. La luce è
poca e non si può parlare. Il luogo ideale per agire.
Quanti ragazzi ho già portato al cinema per fare di tutto tranne
che per vedere il film? Ormai ho perso il conto. Comprare due biglietti,
scegliere i posti più appartati, accomodarmi con quella sensazione
di aspettativa che sempre mi accompagna in questi momenti fanno parte
di un cerimoniale svoltosi parecchie volte.
Kogure si comporta esattamente come tutti gli altri. Questa constatazione
mi mette di malumore. Non so cosa mi aspettavo di diverso da lui, ma devo
dire che mi sento deluso. Come gli altri si volta a guardarmi nel buio
e mi sorride perchè è felice di essere qui, con me, perchè
mi è grato di avercelo portato e, come gli altri, rabbrividisce
appena mentre gli passo un braccio a cingergli le spalle. Con irritazione
si aspetta che io lo baci. Lo faccio, anche se non ne avrei nessuna voglia.
Tiene la bocca socchiusa e io vi faccio entrare la lingua. Lui non sa
come far muovere la sua e ne risulta un bacio umido e acido. Mi allontano
da lui con una leggera smorfia che, per fortuna, non può vedere
a causa del buio. Gli appoggio una mano sul ginocchio e la sposto in una
lenta carezza verso l'inguine. Come gli altri, lui mi lascia fare. Avrei
voglia di alzarmi e andarmene. Akira non si sarebbe mai comportato così.
Akira mi avrebbe guardato maliziosamente e avrebbe respinto la mia mano
con delicatezza, cominciando una schermaglia silenziosa atta a far crescere
fino al culmine il desiderio che sarebbe poi stato sfogato appieno solo
una volta ritornati a casa. Akira sa che ciò che faccio e ciò
che voglio sono due binari paralleli destinati a non incrociarsi. Akira....
No, basta! Avevo detto che non dovevo più pensare a lui!
Con forza stringo la virilità del mio compagno sopra i pantaloni.
Kogure trasalisce.
"Hisashi".
È la prima volta che pronuncia il mio nome e il suo tono ha un'incrinatura
dovuta alla preoccupazione. Bene, se non si ribella nemmeno un po' non
mi divertirei affatto.
Lo bacio ripetutamente e lui si illanguidisce sempre di più abbandonandosi
completamente. Comincio a sbottonargli i pantaloni e lui cerca di fermare
la mia mano con la sua. Comincio a massaggiargli l'asta da sopra la stoffa
spessa e lui perde le forze e non trattiene più la mia mano anche
se continua a tenere la sua abbandonata sopra la mia.
Accosta la bocca la mio orecchio e sussurra di nuovo il mio nome. È
il suo modo per comunicarmi la sua resa.
Finalmente sono arrivato all'interno dei suoi boxer e quando sento la
pelle liscia del suo sesso sotto le mie dita ritraggo improvvisamente
la mano.
Lui è stupito e trattiene il fiato. Deve essere terrorizzato dall'idea
di aver fatto qualcosa che non andava, qualcosa che mi abbia disgustato.
Non lo faccio soffrire a lungo. Sottovoce gli ordino di seguirmi, poi
lo afferro per un braccio e lo trascino verso i bagni. Lui mi segue imbarazzato
incespicando e tenendosi i pantaloni con una mano in modo che non gli
cadano.
Appena entrati lo sbatto contro la parete e incollo il mio corpo al suo,
investendolo con un bacio violento. Spingo con forza la lingua nella sua
bocca, gli mordo le labbra fino a farle sanguinare mentre Kogure emette
gemiti soffocati.
Comincio a strusciarmi contro la sua coscia e sento premere contro di
me la sua erezione.
Kiminobu fa fatica a respirare, soffocato dalla mia lingua che gli si
spinge fino in gola e dalle sensazioni che gli provoca il contatto dei
nostri corpi.
Improvvisamente faccio terminare il bacio e mi scosto leggermente da lui.
Kogure cerca di eliminare quell'improvvisa distanza stringendosi di nuovo
addosso a me, ma io lo spingo via e lo trattengo per le spalle in modo
che rimanga attaccato al muro.
"Mi ami, Kimi-kun?"
Mi guarda con gli occhi annebbiati dalla frustrazione per la lontananza
dal mio abbraccio, dal piacere e dall'adorazione.
"C-certo che ti amo.... sei la cosa più importante della mia
vita".
Fatica a parlare a causa del respiro che gli si è fatto pesante.
"Sei disposto a qualunque cosa per me, vero?"
Le labbra mi si incurvano nel mio famoso ghigno da teppista. Un lampo
di puro terrore passa negli occhi della povera Cappuccetto Rosso finita
nelle grinfie del lupo cattivo.
Non posso permettere che si spaventi troppo, prima devo portare a termine
il mio giochino. Distendo il ghigno trasformandolo nel sorriso più
affascinante di cui sono capace, mentre con una mano gli sfioro delicatamente
una guancia. A quel contatto lui si rilassa e mi sorride di rimando.
"Sì, sono disposto a qualunque cosa per te!"
Era proprio quello che volevo sentire.
Con un gesto brusco lo volto schiacciandolo contro la parete. Voglio che
senta il mio cazzo premergli contro le natiche. Voglio che realizzi quello
che gli sta per accadere.
Kogure ansima emettendo lievi gemiti. Mi vuoi, piccolo? Vuoi sentirmi
muovere dentro di te?
Gli abbasso pantaloni e boxer con un unico gesto e gli faccio divaricare
di qualche centimetro le gambe. Non lo sto neppure a preparare. Con le
mani gli separo le natiche e un tremito percorre tutto il suo corpo.
"No!"
Cerca di divincolarsi, ma io lo tengo prigioniero tra me e la parete.
"No, Hisa aspetta... AAAAH!!!"
L'ho penetrato con un unico movimento. Kami sama com'è stretto!
Questo stupidello era ancora vergine. Il suo calore è quasi intossicante.
Prendo ad uscire ed entrare con spinte vigorose, mentre il corpo attaccato
al mio è scosso da violenti singhiozzi.
Che m'importa se non ho usato la benchè minima delicatezza? Che
m'importa se la sua prima volta avviene nel sudicio bagno di un cinema?
Che m'importa se ho infranto il suo sogno per cui l'atto sessuale avviene
tra coccole e carezza e con reciproca soddisfazione? Che m'importa del
dolore che in questo momento sta provando? Che m'importa se sta sanguinando?
Che m'importa se sta sentendo di spezzarsi in due?
Anch'io sto soffrendo. Anch'io sto sanguinando. Anch'io mi sento spezzato
in due. Perchè io non ho più un sogno che può essere
infranto. Perchè io sto scopando con un ragazzo di cui non me ne
frega niente mentre il mio cuore sanguina per un ragazzo che non è
più mio. Akira, è te che cerco nel suo corpo. È te
che cerco nel suo odore. È te che cerco nei suoi gemiti. Akira.
Akira!
Vengo con un grido roco. Esco dal corpo di Kogure e mi appoggio contro
la porta.
Avrei solo voglia di piangere!
Il mio compagno trema ancora singhiozzando. Lo guardo con una smorfia
di disprezzo. Sta facendo una scenata da santarellina oltraggiata quando
è evidente che quello che è appena successo non gli è
affatto dispiaciuto. Stringe ancora con la mano il suo sesso ormai inerte,
guardando con aria afflitta lo sperma che gli cola tra le dita. Lentamente
si volta verso di me e mi guarda attraverso la cortina di lacrime che
continuano a cadergli sul viso.
"Mi hai fatto male".
La sua voce è un mormorio flebile rotto dal pianto.
"Scusami".
Abbassa il capo umiliato dal mio tono per nulla dispiaciuto. Sono stufo
di questa storia!
"Forza, ora datti una sistemata e andiamocene".
Kogure si limita a mordersi un labbro e ad eseguire il mio comando.
Pochi minuti dopo ci ritroviamo sul marciapiede diretti verso casa. Kiminobu
mi segue con un'espressione delusa dipinta sul viso.
La sua passività mi manda in bestia! Più cerco di essere
brusco per riuscire ad ottenere una qualche reazione, più lui mi
guarda con occhi da cucciolo - un cucciolo che viene continuamente allontanato
e che, imperterrito, ritorna festante riversando tutto il suo amore. Mi
verrebbe voglia di urlargli: 'Ma sei stupido? Perchè permetti che
ti trattino in questo modo? Urla, ribellati, fa qualcosa, qualunque cosa,
ma dimostra di avere una dignità!'. Tanto so che sarebbe inutile.
Alzerebbe il suo sguardo contrito su di me, dispiaciuto per avermi dato
un'altra ragione per prendermela con lui e continuerebbe a stare in silenzio
con la morte nel cuore. Che vada al diavolo!
"Io vado da questa parte, così faccio prima a tornare a casa".
"Ma come, pensavo saremmo stati ancora un po' insieme!"
Ancora quell'atteggiamento in bilico tra adorazione e delusione. Se rimango
qualche secondo in più in sua compagnia finirò per strozzarlo!
"Scusa, ma sono stanco. Tanto ci vediamo domani a scuola. Dormi bene".
"Hisashi io..... sì ecco, volevo solo dirti che non sono arrabbiato
con te e che sono contento che abbiamo fatto l'amore. Però, vedi....
la prossima volta preferirei che fosse in un letto".
Credo di non aver capito. Lui non è arrabbiato con me? LUI non
è arrabbiato con ME?
La mia mano destra ha un leggero scatto nervoso. Oh, che incredibile desiderio
di prendere a schiaffi la sua bella guancia liscia e profumata, fargli
saltare via gli occhiali e lasciare un bel segno su quella bocca impertinente!
Come osa dire che non è arrabbiato con me? Dovrei forse ringraziarlo
perchè, dopo avermi scocciato con il suo inutile balbettio per
giorni e giorni, finalmente mi sono preso una piccola soddisfazione (che,
tra l'altro, non è dispiaciuta neanche a lui!) e lui non si è
arrabbiato per questo? Non voglio più averlo davanti ai miei occhi!
"Vedrò cosa si può fare. Buona notte!"
Mi allontano il più in fretta possibile senza voltarmi. Se avessi
un coltello con me in questo momento, forse mi taglierei le vene.
Da quel giorno non sopporto più di vedermelo attorno. Mi disgusta
la sola idea di poterlo toccare di nuovo.
Kogure è uno sciocco. Più cerco di stargli lontano e più
lui mi viene a cercare. Mi segue dappertutto anche se gli urlo di starmi
lontano, cerca continuamente di intavolare una conversazione anche se
io sono trincerato dietro un ostinato mutismo.
L'altro giorno ho trovato una busta nel mio armadietto. Nella busta c'era
un foglio con su scritto: 'perchè?' e la firma: Kiminobu. Piccolo
stupido impertinente! Quell'insulso messaggio mi ha irritato ancora di
più, così ho preferito saltare gli allenamenti pur di non
vederlo. Immagino la sua delusione! Sicuramente si sarà messo a
piangere pensando che la sua vita sia finita.
Ma il megane-kun è più ostinato di quel che pensassi. La
mattina dopo me lo sono ritrovato davanti alla porta di casa che mi aspettava.
Senza nemmeno salutarlo mi sono avviato verso la scuola e lui mi si è
messo silenziosamente al fianco.
"Cerchi di evitarmi?"
Dovevo aspettarmelo che non sarebbe stato zitto a lungo.
"Non dire sciocchezze!"
"Allora perchè ieri non sei venuto agli allenamenti?"
"Avevo delle cose da fare e poi non ti devo proprio nessuna spiegazione!"
"Hisashi!"
"Piantala, non sto cercando di evitare nessuno. Non ti rendi conto
di essere ridicolo?"
Si può sapere cosa vuole questo da me? Chiedo troppo se voglio
essere lasciato in pace? Questa stupida sanguisuga mi sta strappando via
le forze con tutte le sue seghe mentali.
"Tu mi odi?"
"No che non ti odio".
E' vero, non lo odio. Per odiare una persona bisognerebbe tributargli
una considerazione che lui non merita di certo. Tutti i miei sentimenti
verso di lui possono tranquillamente essere risolti con il disprezzo.
"Perchè non parli con me?"
Ancora domande? Sono stufo di rispondere al suo insulso interrogatorio!
"Perchè non ho niente da dirti".
"Ho paura, Hisa-kun".
"Di che?"
"Ho paura per te".
"Non vedo perchè dovresti preoccupartene, tu cosa c'entri?"
Il suo sguardo è ferito. Forse ora la pianterà di stressarmi.
"Lo sai. Sai quello che provo per te. Hisashi, io ti a...."
"Sì, lo so, me l'hai già ripetuto un'infinità
di volte! E adesso, per favore, cerca di startene zitto finchè
non arriviamo a scuola, altrimenti ti pianto qui e me ne vado da solo!"
Kogure abbassa il capo mortificato. Quando arriviamo davanti alla mia
aula lui mi augura una buona giornata e io gli rispondo con un cenno secco
della testa. Poco prima che comincino le lezioni, Hanamichi entra nella
mia classe e con passo spedito si avvicina al mio banco.
"Ti devo parlare, Mitchy. Vieni sulla terrazza durante la pausa pranzo".
Senza aspettare la mia risposta mi volta le spalle e se ne va.
Merda merda merda!!!
Ma insomma, cosa diavolo sta pigliando a tutti? Io ero bello convinto
di incontrare Sakuragi per farmi due grasse risate sulle sue disavventure
con la volpe artica e invece....? Mi ritrovo a dover ascoltare un angosciante
dichiarazione d'amore grondante melassa! Dannazione, mi si saranno cariati
tutti i denti!!! E poi, chi diavolo se lo poteva immaginare? Hanamichi
innamorato di Rukawa. A questo punto potete anche dirmi che nel Sahara
esistono dei pinguini che camminano a testa in giù ballando la
Macarena che io ci crederei!
La cosa di cui mi sono più stupito è stata la mia reazione.
Come ho potuto lasciarmi trascinare in da quegli stupidi discorsi? Ero
patetico! Lì seduto ad elemosinare brandelli della vita sentimentale
di Sakuragi (no, dico: vita sentimentale di Sakuragi!!! Ora il mondo può
anche finire!). Mi faccio schifo da solo!
"Hisashi, che cos'hai? Sembri furioso. Ma la tua mano sta sanguinando!
Si può sapere cos'hai combinato? Aspetta che ora te la fascio".
Ecco, mi ci mancava solo la balia! Kogure è così irritante!
Ma almeno l'irritazione verso di lui mi fa dimenticare quella verso Hanamichi.
Anzi, quasi quasi direi che stavolta il quattr'occhi è stato provvidenziale.
"Kiminobu che ne dici di uscire stasera?"
Il sangue gli affluisce violentemente alle guance. I suoi occhi brillano
di felicità.
"Dici... dici sul serio?"
"Guarda che se non ti va fa lo stesso".
"No no, certo che mi va! Andiamo dove vuoi".
Mi sorride riconoscente per la mia proposta. Sciocco ingenuo! Scommetto
che sta pensando che la sua pazienza e la sua disponibilità stanno
dando finalmente i suoi frutti. Illuso. Sono ben altri i piani che ho
in mente su di lui. Ho appena perso il mio gioco con Sakuragi? E va bene,
vorrà dire che ne troverò un altro.
"Ciao Hisa-kun!"
Puntuale come sempre. È raggiante, ammantato in uno splendido sorriso
dolce ed emozionato allo stesso tempo.
Perchè sto facendo tutto questo? Perchè non lo rimando a
casa prima che sia troppo tardi? Ma forse è già troppo tardi
e io non posso tirarmi indietro. Non mi rimarrebbe più niente.
Ci avviamo verso la zona dei locali. Ho intenzione di andare al Tropicana
Club, una bettola che frequentavo con Tetsuo e gli altri durante il mio
trascorso da teppista.
Kogure intreccia le sue dita alle mie con aria imbarazzata, già
pronto a scusarsi se mi vedesse infastidito dal suo gesto. Io lo lascio
fare. Cosa vuoi che me ne importi?
"Dove stiamo andando?"
"In un posto qui vicino. Eccolo lì".
Davanti a noi una pacchiana luce al neon rosa schocking ci indica che
siamo giunti alla nostra meta. Entriamo dalla porta di legno mezzo scardinata
e con degli oblò in vetro sporco sulle ante. Dentro il locale è
male illuminato e fumoso. In fondo alla sala, su un palco rialzato da
tre scalini, si trova un biliardo. Sulla destra si estende il bancone
al quale sono seduti gli abituali del locale. Sulla parete di sinistra
si apre una porta che dà sulla cucina dalla quale esce fuori un
disgustoso odore di fritto. In mazzo stanno i tavolini con le sedie scompagnate
e male in arnese.
Ci sediamo ad un tavolino abbastanza vicino all'entrata, in modo da poter
vedere tutti quelli che entrano. In effetti sto aspettando una persona.
Kiminobu si guarda intorno con l'espressione spaesata. Si vede subito
che non è abituato a questo genere di ambienti. Intorno a noi ci
sono solo facce dall'espressione truce e inquietante.
"Che posto è questo?"
Non riesce a nascondere l'apprensione che sta provando.
"Un po' di tutto. Una trattoria, un bar, un locale notturno. Un posto
dove puoi stare tranquillo quando non hai voglia che qualcuno ti rompa
le scatole".
"Ci vieni spesso?"
Alzo le spalle con noncuranza.
"Una volta".
"Come mai sei voluto venire qua stasera?"
"Mi andava".
Arriva un cameriere e io ordino due birre. Kogure mi guarda con aria contrariata.
"Lo sai che io non bevo!"
"Per una volta non ti farà certo male".
"Invece sì, io non sono abituato e mi ubriaco subito".
"Senti, questo non è un posto dove puoi venire a bere il the
delle cinque. Se non ti va, la birra la lasci a me, ok?"
Abbassa lo sguardo e si tormenta nervosamente le mani.
"Avrei preferito che mi portassi al cinema".
Ma guardatela la verginella come arrossisce! Lo so che avresti preferito
il cinema! Per via del buio, vero? Ma io non ho nessuna voglia di buio.
Non ho voglia di baciarti e risentire in bocca quel gusto acido. Non ho
voglia di sentire la consistenza della tua pelle sulle mie dita. Non ho
voglia di ascoltarti gemere come una troietta.
Sto per rispondergli quando, finalmente, entra proprio la persona che
aspettavo. Appena ci scorge viene verso di noi e si siede al nostro tavolo.
"Ciao Mitsui, è un sacco di tempo che non ci vediamo. Mi sei
mancato".
Dicendo questo appoggia la sua mano sopra la mia accarezzandomela. Kogure
spalanca gli occhi e inizia a tremare leggermente. Si volta verso di me
in una muta richiesta di spiegazioni. È ovvio che ha riconosciuto
il ragazzo che gli è seduto di fronte. Ryo. Uno dei miei amici
teppisti che mi ha aiutato il giorno in cui avevo deciso di 'assaltare'
la palestra dello Shohoku. Ryo è il ragazzo che ha colpito alla
testa il povero Rukawa. Quella volta se l'è davvero vista brutta!
"So che vi siete già visti una volta, ma permettetemi di fare
le presentazioni. Ryo, questo è Kogure, un mio compagno di squadra.
Kimi-kun, lui è Ryo, un mio....mmh... 'amico'".
Kiminobu ha un piccolo scatto nervoso quando sente il modo in cui pronuncio
'amico'.
"E così sei tornato a giocare a basket, eh? Cattivone! Trascurare
in questo modo gli amici per un branco di ragazzetti in calzoncini corti
che si affannano a correre dietro a una palla!"
Ryo mi passa un braccio intorno al collo e si mette a giocare con i miei
capelli.
Un lampo passa negli occhi di Kogure. Si alza in piedi di scatto facendo
stridere la sedia sul pavimento.
"Ma come? Il tuo amico vuole già andarsene?"
"Certo che no. Ora vedrai che si risiede".
"Io veramente preferirei tornare a casa".
Mi guarda con lo sguardo implorante di un cane che non vuole essere bastonato.
"Siediti!"
Il mio tono duro lo fa trasalire. Lentamente si rimette a sedere e tiene
il capo abbassato con lo stesso atteggiamento di un condannato a morte.
"Mitsui, ma non era lui quello che mi hai detto che ti amava alla
follia? A me non sembra così felice di stare in tua compagnia".
Il mio compagno alza la testa di scatto.
"Gli hai parlato di me?"
C'è timore nella sua voce, ma soprattutto una nota euforica per
la consapevolezza che l'ho ritenuto tanto importante da sentire la necessità
di parlare di lui con qualcuno. Chissà che razza di voli mentali
si sta facendo in questo momento.
"Già, è proprio lui. Ma forse tutti i suoi bei discorsi
su quanto mi ami e su quanto sarebbe disposto a fare per me non sono altro
che parole buttate al vento. Forse vuole solo prendermi in giro, tu che
ne dici?"
"No, non è così. Hisashi lo sai che sarei disposto
a fare qualunque cosa per te?"
"Davvero Kimi-kun? Faresti sul serio qualunque cosa io ti domandassi
per rendermi felice?"
Kogure sembra sciogliersi di fronte alla dolcezza della mia voce. Annuisce
deciso con la testa e poi rimane imbambolato davanti al sorriso che gli
regalo in cambio.
"Interessante".
Ryo sembra divertito dalla scena. Presto cambiamo argomento e ci mettiamo
a parlare dei nostri vecchi amici, mentre Kiminobu mi fissa estasiato.
Il povero topolino è stato ipnotizzato dallo sguardo seducente
del serpente e non si accorge che nel frattempo le sue spire lo stanno
stringendo sempre più forte.
I nostri bicchieri sono ormai vuoti e abbiamo ordinato un secondo giro
per tutti. Kogure questa volta non ha protestato, anzi, si è scolato
velocemente la sua birra e poi mi ha sorriso come a volermi dire 'visto
che bravo?'.
Che divertente! Si vede che non è abituato a bere: ha già
lo sguardo appannato e fatica a mettere insieme coerentemente le parole.
seconda parte...>>
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