FRAGOLE E LIMONI
- SHEERA -

Disclaimers: Take-kun ha creato i personaggi di Slam Dunk, io non c'entro. Mi permetto solo di prenderli in prestito...
E quattro!!

Capitolo IV


Fiato a malapena. Ormai è più di un minuto che sto appoggiata a questa freddissima parete di pietra. In altre parole un muro di delimitazione del liceo che è recentemente entrato nei miei più vivi interessi. Uffa, ma quando arriva?!
Nel frattempo ripenso a ieri. Era rossa come un pomodoro, quando lui le ha porto la mano ed ha pronunciato il suo nome. Poi l'ha fissata un momento, e non ha detto più nulla. Come, tutto qui? ho pensato io. Insolito da parte di Akira non inondare una persona di sesso femminile con i suoi effimeri complimenti! Non che gli piaccia fare il cascamorto, solo che è proprio fatto così. È la sua natura. Ingenua, ma anche molto fiera. Insomma, gli piace essere uno "charmeur", anche se lo fa quasi inconsciamente. E poi, intendiamoci, è sempre sincero e limpido! Se una ragazza non gli piace di viso, cerca di trovare in lei altri lati positivi, ed esaltarne quelli.
E poi mi fa due occhi da pesce e mi chiede come mai abbia tante bambocce alle costole. E io che ne so? Rukawa ha un carattere tutto opposto al suo, da quanto ho sentito, eppure non si sa bene chi dei due superi l'altro in quanto a stuolo di volatili da aia senza ali (avessero almeno quelle)!
A proposito di Rukawa, non l'ho poi visto da vicino. E neppure Mitsui. Di certo sulla distanza il secondo mi faceva un effetto molto più appagante! Mi domando ancora ora il perchè.
A che pensavo? La mia mente non fa che divagare! A giusto! L'incontro fra Kyoko e Akira! O, meglio, fra Kicchan e Kyacchan. Nulla, non le ha fatto neppure un complimentino. Possibile, dico io? Che gli sia piaciuta così poco? Eppure, oggettivamente, mi sembrava una bella ragazza...
A lei non ho raccontato del modo di fare che ha lui usualmente. Figurarsi! Del resto è stato gentile ed educato, simpatico e sorridente come sa sempre essere lui. Ma perchè? Perchè neppure un aprezzamento? Questo pensiero mi tormenta! Insomma, io questi due me li ero proprio visti davanti, insieme. Lui e lei. E dire che mi sono sempre sentita così gelosa nei confronti delle marinarette che gli ballottavano intorno. Mi sembrava davvero insopportabile, pensare che una qualsiasi, così appariscente nel suo modo di elogiarlo, sebbene confondibile fra la folla per l'uniformità in cui siamo costretti noi studenti, mi portasse via quello che per me era stato ed è più che un fratello. Un amico, un confidente. Impossibile descrivere l'amore che gli porto. Non con le parole. Questa stupida definizione è così comunemente legata ad un rapporto che include l'intimità di due persone! Ma per me ed Akira non è così!
Che terrore, il pensiero di perderlo! Eppure ora... Non so, l'idea che i miei due migliori amici si regalino felicità l'un l'altra, mi piace moltissimo! Forse anche perchè in questo modo mi sembra di percepire una sorta di garanzia di non venire abbandonata.
Ah, ma perchè non la smetto un attimo di pensare agli altri, e non mi concentro su di me? E se fossi io, quella "rapita" ad Akira? Mi tormenta di nuovo il pensiero che un anno e mezzo fa lo sono effettivamente stata. Per un tempo breve, ma che ancora non riesco a cancellare! Forse anche perchè faccio fatica ad accettarlo. Il ricordo mi attanaglia il cuore.
Solo due pensieri mi inseguono di continuo in questo turbine: amore e odio. Che è poi come dire vita e morte. Sì, forse gli ultimi due sono termini più appropriati. E la stessa, identica ossessione: il suo nome! Qual è il suo nome? Perchè me lo chiedo a tutt'oggi? Perchè ciò mi tormenta a tal punto?
Mi riscuoto un momento da questo ciclone di pensieri che mi ha invasa. Se sto ferma anche solo per un attimo, comincio a ragionare. E questo non mi fa bene. Per nulla! Se penso a tutte le meditazioni di papà... Ma coma farà lui, poi?
A volte è come se leggessi mia madre sul suo volto. Un dolore ancora acre, per quanto antico. Quando lo vedo lì, silenzioso, seduto con una gamba incrociata sull'altra e le mani in grembo, gli occhi chiusi e il respiro profondo... La focalizzo chiaramente, quella domanda. Perchè mi hai lasciato? Perchè ci hai lasciati? E anch'io non posso che chiedermelo. Ma in fondo è inutile. Non c'è logica comprensibile a noi, piccoli granelli di sabbia depositati con tanta minuziosità su questo perfetto mosaico. Troppo grande da capire.
Perfetto fuori, ma che ne è di tutto ciò che cela dentro di sè? Non si può comprendere. Il pulviscolo che era mia madre, è volato via, forse in una raffica di vento. E, ancora, dopo tanto tempo, sia lui che io non ce ne facciamo una ragione. Lui non ha accettato. Come se l'avesse sempre aspettata tornare. Come una di quelle donne che, anni dopo la conclusione di un conflitto così distruttivo, ancora non volevano mettere il lutto, e attendevano.
Attesa.
Forse per questo io non ho dimenticato. Lui non mi ha voluto trovare una "madre di riserva", nè qualcuna che rincuorasse almeno di quel minimo le sue lunghe notti solitarie, che riscaldasse un po' il gelo del suo letto semivuoto. Forse ne fui felice, non so. Ma la mamma è ancora fin troppo viva dentro noi, perchè io sia orfana e mio padre vedovo.
Accidenti a me! Perchè oggi mi sovvengono solo pensieri tanto cupi? Lancio un'occhiata all'orologio. Una piccola finestrella nel quadrante mi ragguaglia sulla data. Ecco fatto, di nuovo! Oggi è un anno e mezzo sul serio. Cade spaccato! All'inizio di questo mese transitorio fra le piogge primaverili e uno scroscio di caldi torridi, che portano con sè il solito messaggio d'annuncio, araldi annuali. Un'altra estate sta per principiare. I giorni già si allungano.
Questo è uno dei pomeriggi caldi. Non c'è afa, per fortuna. Ma la temperatura non si esenta dal farci rammentare che i cicli della terra forse stanno un po' andando a pu**ane. Del resto anche quel cinque di novembre era molto caldo. Troppo caldo, per essere autunno inoltrato.
Uffa, perchè oggi non faccio che sentirmi collegata a quel giorno?! Che malinconia! Che desiderio di tornare indietro, di riprovare. Forse qualcosa avrebbe potuto essere migliore. Non lui, ma io di certo! Perfetto, ora non riesco più neppure a fargli colpe! Sono proprio un genio!

"Kyoko, tesoro!" la voce allegra e squillante di Akira mi riporta finalmente in un mondo in cui posso anche scordarmi di pensare. Spengo il cervello e tendo le orecchie. Finalmente la fatidica scena dell'appuntamento!
"Ciao, Kicchan..." sussura quasi. Me la vedo davanti, mentre arricia un capello intorno al dito e fissa tutt'altro che lui, timida. Che razza di attrice è? Insomma, è il suo "fidanzato"! Non mi sembra il caso d'intimidirsi! Mi vorrei sporgere un po', per potermi godere la scena e lanciare suggermenti, ma mi trattengo ancora un attimo. Meno male! Una voce che non mi pare del tutto sconosciuta, ma che in qualche modo non si associa per niente al programma della situazione, risuona accanto a quelle dei miei due amici "sul palco".
"Scusa se ti ho fermata... Grazie per gli appunti! Mi sono stati molto utili!" prosegue, dopo averla chiamata per cognome. Che sia un suo compagno di classe? Akira tace. Chissà perchè?
"Sendoh?! Come mai da queste parti?"
"Ti dirò, caro Mitsui... Sono venuto a prendere la mia ragazza!" proclama il capitano della nostra squadra di basket, con una punta di fierezza. Fantastico, proprio lui! Ma perchè ci si è messo di mezzo, poi? Maledetto divoratore di fragole!
"Akira, Yume dov'è?" domanda poi l'unica voce femminile del terzetto.
"Ci aspetta qui vicino... Anzi, non vorremo farla aspettare ancora, no?"
"Una tua amica? Bene, me la puoi presentare, allora, siccome devo uscire anch'io..." splendido, Hisashi, sei un genio! Ma non doveva essere un tipo riseravato e restio? Che cosa gli sarà venuto in mente?
Sbuffo: ignora chi io sia, e poi è solo perchè deve uscire. Evidentemente è un ragazzo educato!
Intanto mi spiattello contro il muro, come nella speranza che mi possa inghiottire. Non lo so, davvero non me la sento di guardare gli occhi blu di Mitsui proprio oggi... Non oggi!
Ma ormai è tardi. Il solito disegno contorto ed incomprensibile del destino mi impedisce di scappare come una codarda. E resto lì, ferma, per due secondi che mi sembrano durare due secoli. Chiudo gli occhi, pensando che posso anche recitare, fingere che li stavo solo aspettando, che non ho sentito nulla. Tanto per dimostrare a Kyoko che recito meglio di lei. Proprio lei, che buttandomi le braccia al collo con il suo solito fare espansivo, ed incollando fulmineamente le labbra alla mia guancia, mi ritorna alla realtà. L'azione si svolge in uno scorcio minuscolo di eternità.
"Yucchan! Sei qui! Allora, Yume Shinju... Hisashi Mitsui!" dice tutta d'un fiato, senza neppure darmi il tempo di riscuotermi. Curioso che non veda una mano tesa nella mia direzione. E dire che l'ho appena giudicato un tipo educato!
Che importa? Ho titubato anche troppo: farò io il primo passo. Finalmente, dopo qualche altro scattare della lancetta più rapida del mio orlogio, gli rivolgo la mia attenzione.
Alzo lo sguardo da terra e lo trovo specchiato in una cosa non altrementi definibile se non stupore blu. Scintillano, quegli occhi, mentre mi fissano fermissimi, spalancati, facendomi scorgere un tremolio. Una scossa incredibile mi attraversa. Questo non era affatto programmato!
Esito. Non so neppure se crederci o no. Ma lui sembra si stia ponendo la mia stessa questione. E dove sono i capelli? Quella cascata di capelli d'ebano che gli arrivava quasi alle spalle, quegli occhi così tormentati... Che sia lui davvero? Lo stesso profumo. Perfetto, è esattamente lui! Si chiama Hisashi Mitsui. Se non altro, ora so il suo nome. Anche la cicatrice sotto il mento contribuisce a disilludermi dal fatto che possa essere solo un'incredibile somiglianza.
Noi due, lì, fermi come due bambole di ceramica, che si fissano. Ceramica, certo, dal momento che probabilmente saremo pure sbiancati. Per quanto tempo restiamo così? Non lo so neppure io.
Istintivamente, per un solo istante, scivolo i miei occhi ad incontrare quelli del mio vicino di casa. Ci guarda con aria interrogativa, zitto, teso come una corda di violino. Sembra un bimbo che attende silenzioso il botto del primo preannunciato fuoco d'artificio, e fissa il firmamento. Non ho bisogno di osservare anche Kyacchan, per accertarmi del fatto che la sua espressione è molto simile a quella da me appena descirtta. Del resto tutti questi pensieri si sovrappongono in una manciata di tempo che non arriva neppure al mezzo minuto. Mi sembra di essere in uno stato d'ipnosi.
Hisashi Mitsui. Si è tagliato i capelli, gioca a basket. Hisashi Mitsui. Frequenta la scuola -la classe! -della mia migliore amica. Hisashi Mitsui. Come ho potuto non riconoscerlo? Saranno i capelli, la distanza, il tempo... Hisashi Mitsui. Improvvisamente mi compare davanti l'immagine del suo viso che ansima e mormora, per poi urlare, a pochissima distanza dal mio. Questo si sovrappone a quello che nell'istante presente si rispecchia sulle mie retine. Non c'è dubbio: lo stesso. Hisashi Mitsui. L'unico uomo che abbia mai incontrato, con un aspetto più perfetto che quello di mio padre. Hisashi... il suo nome. Forse non faccio che ripetermelo, per tentare di non perdere il controllo di me stessa. O magari è solo perchè ho ricevuto una risposta ad un quesito che ronzava da troppo tempo nella mia mente, nascosto dietro alla fragile cortina del subconscio.
Che ne hai fatto della mia anima, Hisashi Mitsui? Perchè non riesco a staccare gli occhi dai tuoi, ora che ti rivedo, dopo aver desiderato tanto che questo non accadesse mai? Perchè mi fissi immobile e non reagisci? Perchè non dici anche solo la minima cosa che mi possa giustificare a parlare, ad andarmene, a fare quello che vuoi! Perchè taci e m'inchiodi al muro con quello sguardo tanto profondo da avermi vinta già una volta, senza darmi la possibiltà di fuggire a questo durissimo scontro con la realtà? Perchè nessuno fa niente?!! Non voglio che tu mi vinca una seconda volta! Ti prego!
"Yume..." un respiro, un sussuro flebilissimo, che a malapena leggo spiccare dalle sue labbra. Neppure lui conosceva il mio nome. Perchè lo pronuncia così sicuro?
Vorrei perdere i sensi e riprenderli solo nel caldo giacilio di casa mia, magari fra le braccia di papà. Ma queste cose succedono solo nei film: la realtà non è così semplice da fuggire. Come devo reagire? Che devo fare ora? Mamma, ti prego, se mi stai vedendo, aiutami!
"Yume... Sogno..." il fiato che fa vibrare le sue corde vocali ora è leggermente più vigoroso. Ha ripetuto altre due volte il mio nome, come se lo usasse nel senso di sostantivo che gli è proprio.
"Ehm..." perchè ci ha messo così tanto, quell'idiota?! "Ma... Non è che voi due vi conoscete?" e pensare che andava bene in matematica! Due più due...
"Sì."/"No!" sono le nostre reazioni contemporanee.
"COSA?!" si infervora improvvisamente Mitsui, stizzito e sbigottito.
"Scusa. Ti ho preso per un altro." la mia risposta lascia pochi spazi. L'essere umano cerca vie davvero strane per salvarsi. Mi sembra di essere uno dei naufraghi dell'equipaggio della Medusa! Finalmente mi sto ridestando.
"Io non credo!" dice lui, fermissimo. Anche un idiota intuirebbe che qualcosa va storto in tutta questa storia.
"Io credo di sì!" concludo secca, puntando violentemente le mie pupille nelle sue.
Subito cerco una via di fuga. Devo assolutamente tornare a casa! Kyacchan e Kicchan si allontanano l'uno dall'altra, aggevolando il mio passaggio in mezzo a loro. Nessuno proferisce una parola. Solo la voce lapidaria di Mitsui che mi raggiunge ancora una volta, alle mie spalle.
"Menti!" sembra intrisa da un miscuglio di rabbia e dolore. Credo di averlo colto solo io, e me ne chiedo il perchè. Semplicemente, non rispondo e continuo a camminare, senza mutare il mio ritmo, ma desiderando che Mitsui e lo Shohoku si allontanino il più in fretta possibile da me.
E, sullo sfondo di questa inconsolata sensazione che mi attanaglia e mi confonde anima e corpo, completamente, una sola è la parola che mi viene in mente. Azzurri.
E ora desidero solo sprofondare fra le braccia di papà, e dimenticare per un po'. Anche solo un po'. So già che lo troverò pronto ad accogliermi, come se percepisse il mio dolore.
Vana illusione: gli sto mandando un sms. "Vengo a casa. Ho bisogno ancora una volta di te."
Quando le sue calde braccia si stringono finalmente intorno a me, mi abbandono. Cosa darei per scordare. Ma non posso. Azzurri. Sì, probabilmente.

___________


Terminato anche il quarto capitolo. Se vi chiedete cosa sia la "Medusa", beh... Una nave naufragata nel 1816 e che ha ispirato un bellissimo quadro di Géricault (La Zattera della Medusa). Del resto Yume s'intende d'arte, no? ^__-

Capitolo 5...