FRAGOLE E LIMONI
- SHEERA -

Disclaimers: I Shinju, Kyoko e quasi tutte le comparse sono miei, tutti gli altri sono di Inoue (in caso si verificassero cambiamenti, vi farò sapere...)
Note: Ed eccovi il mio primo capitolo di fan fiction che ha visto una parte della propria realizzazione in treno!... Beh, lasciamo perdere!
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Capitolo II

Esco di casa sistemandomi i capelli per l'ennesima volta. Ecco una delle mie manie ossessive: la paura di avere qualcosa fuori posto!
Giunta sul luogo dell'appuntamento mi guardo attorno. Una fontana, alcuni passanti, alberi, bambini che giocano con una palla. Calcio, e non basket, tanto per una volta! Poi vedo arrivare un ragazzo alto, con i capelli neri, gli occhi profondi e la carnagione abbastanza scura, come se fosse molto abbronzato. Uno dei bimbi lo chiama "fratellone" e gli passa la palla. Quest'ultimo inizia a farla palleggiare sui piedi con grande abilità, mentre prende in braccio il piccolo.
Intenerita da quella scena, sorrido senza neppure rendermene conto, finchè non mi accorgo che i miei occhi sono incrociati a quelli di lui. Per un attimo mi fissa con curiosità, poi mi regala un sorriso incredibile. Mi sembra di svenire! Continuo a guardarlo ancora un po', sentendomi avvampare. Trattengo il respiro: sembra che stia per muoversi verso di me, quando un macigno squillante come un contralto mi precipita di nuovo sulla terra.
"Yucchan! Ciao, scusa il ritardo!"
"Kyacchan!" le rispondo allegra, abracciandola.
"Ma... come sei rossa! Non stai bene? Che cos'hai?"
"Eeeh?? Nulla, nulla, sta' tranquilla!" cerco di nascondere il mio imbarazzo dietro ad un faccino innocente.
"Su, su, andiamo, allora! Presto, prima che la partita inizi!" dice ridente, senza farci troppo caso, mentre con garbo mi sospinge per la schiena.
Mentre avanzo sotto quella leggera pressione, storto la testa all'indietro. Quel bellissimo ragazzo alza una mano per salutarmi. Vorrei tanto bolccare Kyoko, ma in questo momento la cosa sarebbe fin troppo spudorata, così finisco per sospirare e lasciar perdere, rimandando un timido sorriso al misterioso calciatore.

Quando, a partita iniziata, entro nella palestra dello Shohoku, non riesco a fare a meno di scoppiare a ridere come una matta, osservando tre ragazzine che si prodigano in urla e can-can, vestite da ragazze pom-pom. Certo, la mia voce viene sovrastata da rumori ben più risonanti che aleggiano in questo luogo, tuttavia le persone che mi stanno vicine non mancano di guardarmi stranite.
"Ru-Ka-Wa" leggo ad alta voce, interpretando i kanji segnati sulle fasce che attorniano le loro teste buffe.
"Come dici, scusa? Guarda, Rukawa è quello laggiù!" mi informa la mia amica, indicando un tipo che si trova di fronte ad Akira, palleggia lentamente e lo squadra cattivo. Ne memorizzo il numero, decidendo che tornerò su di lui più tardi, e scuoto la testa sghignazzando e puntando l'indice verso le tre urlatrici, per chiarirmi con Kyacchan. Vado poi ad osservare il tabellone per vedere il risultato, prima di iniziare a seguire la partita che Kicchan tanto desiderava vedessi. Beh, anche se di poco, perlomeno stiamo vincendo.
Inizio a farmi prendere dall'entusiasmo, costretta a constatare che quelle oche a lungo andare infastidiscono parecchio. Povero Rukawa! Devo dire cha ha qualcosa di familiare... Che cosa? Beh, di certo non è brutto, almeno visto da qui, ma Akira lo batte, di conseguenza mio padre...
Bah, basta con i soliti discorsi! Torno a cercare la palla con gli occhi, e la raggiungo giusto in tempo per vederla centrare il nostro canestro. Accidenti! Chi ha osato? Seguo a ritroso l'ipotetica traettoria che la sfera ha percorso, e le mie pupille vanno ad acarezzare un quattordici scritto nero su rosso. Osservo meglio, e finalmente vedo quello che chiamo un bel ragazzo! Come ho fatto a non notarlo prima? Beh, da qui non lo vedo benissimo, però sembra uno schianto! Che bel fisico, che abilità di gioco, che aria spavalda! Perfetto! Dopo avergli fatto la radiografia, chiedo informazioni sul suo conto a Kyoko, che nel frattempo mi accorgo essersi rimbecillita sul mio vicino di casa.
"Mmh...? Ah, quello è Hisashi Mitsui. È un mio compagno di classe. Sai, pare un tipo così riservato... Pare pure che fosse un teppista terribile, fino all'inizio dell'anno scorso! Fossi in te, lascerei perdere!" conclude, abassando la voce.
"Quello che stai fissando tu, invece, è Akira Sendoh, il mio vicino di casa, anche noto come ragazzo più ambito del nostro liceo. Fossi in te, lascerei perdere..." rispondo, con una punta di ironia, scoppiando poi in una fragorosa risata. Ben presto la mia amica mi imita, e i nostri discorsi si protraggono per tutto il resto del tempo su lidi non proprio riguardanti il basket, quanto più i suoi giocatori. E infatti non manchiamo di fare commenti su ogni singolo membro in campo, senza più badare al resto.
Infine ci rendiamo conto che la partita si è conclusa in favore della squadra di casa, benchè con pochi punti di distacco. Buffo che io ne gioisca molto più che Kyoko! O forse no?
Una volta all'uscita, dove si è ammassata una mandria di esseri umani in gonnella, cerchiamo un posto un po' tranquillo per aspettare uno dei campioni, che sicuramente mi raggiungerà come un fulmine non appena mi scorgerà. Per fortuna è così alto da sovrastare le teste di tutti quanti. Questo gli procura un'ottima visuale. Beato lui!
Gongolo già in previsione della scena, quando tutte le sue fan verranno dribblate per me... Anzi, per la sua inguaribile curiosità! Sicuramente non vedrà l'ora che gli presenti la "bella fanciulla" (per usare parole sue) che mi sta accanto. Lei, appunto, che in questo momento risponde al telefono squillante. Non capisco bene cosa accada, ma quando appende mi fissa con un'aria un po' delusa, illuminandomi poi sulla conversazione che si è appena svolta.
"Era la mamma. Devo andare, perchè le serve immediatamente una cosa, e non ha la possibilità di uscire per andare a comprarla."
"Ah, ecco. Kyoko-express, il corriere per ogni vostro desiderio, immagino..." dico, sorridendo.
"Già... Mi dispiace! Questa sera ti scrivo e ti racconto tutto il resto, ok? Ci vediamo!"
"Va bene, tesoro! Ciao!" le dico, dandole un bacio sulla guancia e osservandola mentre si allontana. Poi prendo il mio Ryu (ho chiamato il mio cellulare con il diminutivo del nome di papà...) e scrivo "Posso ordinare un Mitsui espresso consegnato a domicilio?", inviando poi l'sms alla mia grandissima amica. Ben presto ricevo la risposta "Ci proverò, sempre che quell'idiota del Iyanashi non mi rompa le scatole quando cerco di catturarlo!", la quale accenna al solito eterno problema del cascamorto-tappetino-geloso.
Nel frattempo mi raggiunge Akira, che, naturalmente, subito m'interroga sulla natura della mia ultima attività, tirandomi al contempo per un braccio, in modo da "sfuggire" le assatanate che gli vorrebbero saltare adosso solo per possedere un lembo della sua maglietta, da adorare sull'altare.
"Beh, sto solo messaggiando con Kyoko..."
"Ah, appunto! E dov'è questa misteriosa ragazza? Non doveva essere con te?" Tanto per cambiare non si cura molto del fatto che hanno perso. Ecco la tipica politica-Akira "sarà per la prossima"!
"Beh, ha dovuto scappare di corsa pochi attimi fa: sua madre aveva bisogno di lei..."
"Uffa!! Non è giusto! Io la voglio conoscere, questa tua amica!!" reclama, salendo sul treno.
"Oh, insomma, Akira! Abbi pazienza! Io non posso farci davvero nulla!... Ma Kosh dov'è, scusa?"
"È venuto a prenderlo suo padre... Comunque vorrà dire che comprerò un telefonino pure io, così magari le scrivo!" dice, imbronciato come un bimbo, e per nulla intenzionato a fare realmente ciò che ha annunciato. Solo che mi fa accendere una lampadina.
"Ma certo, Kicchan! Sei un genio!" proclamo, saltandogli alla guancia e appoggiandoci le mie labbra. La sua reazione imbarazzata è immediata, mentre io ridacchio tutta felice.
"Cosa vorresti dire, scusa?"
"Ma è ovvio, no? Kyacchan ha problemi per via di un tizio che non la lascia in pace... E tu sarai il suo fidanzato virtuale!"
"I-io...?! Ma come diavolo..."
"Tranquillo, penserò a tutto io! Tu devi solo prestarmi il tuo nome, ok? Dai, è solo un gioco!" lo interrompo tutta allegra, tirandolo per un braccio, e continuando a chiedermi come io abbia potuto avere un'idea tanto balorda. Del resto ho le mie armi, per convincere il basket-man. E poi a lei lui piace. Per finire, siamo amiche, e quindi le devo dare una mano!
"E io dovrei fingermi fidanzato con una che neppure ho mai visto?!" si ribella ancora lui, mentre percorriamo il viale che separa le nostre case.
"E perchè no, scusa? E poi almeno la pianteranno di pensare che io e te stiamo insieme, no? Dai, dai, è solo per poco tempo...!"
"Non mi convinci..."
"Akira, non ti do più limoni!"
"Vorrà dire che li ruberò, eh eh!" risponde, con l'espressione di un ladro professionista.
"Mpf, allora collauderò su di te la mia Kitana!"
"E va bene, dai, scherzavo! D'accordo, d'accordo, ci sto, ma a patto che tu mi tenga aggiornato su tutti gli sviluppi, ok?"
"Promesso!" dichiaro, prendendogli la mano, prima di congedarmi e rientrare in casa. Arrivata alla porta mi accorgo di mio padre, affacciato al balcone, che mi fissa attento. Quando lo raggiungo dice solo:
"Cosa state combinando stavolta?"
Papà mi conosce fin troppo bene! Non ho davvero segreti per lui, e così gli racconto tutte le mie pensate.
"Se credi che possa essere una buona soluzione... Ad ogni modo sta' attenta: quando si mente troppo a lungo si rischia di incorrere in contraddizioni rivelatrici..."
"Sì, lo so. Vorrà dire che terrò un "diario di guerra"! Però non hai ancora sentito il meglio della mia giornata: ho visto un ragazzo da urlo!" racconto entusiasta, mentre lui mi osserva poco fiducioso. Prima che mio padre si fidi di una persona, devono passare lustri!
"Fa' attenzione!" si limita a raccomandarmi, ricordando quanto volentieri gli uomini metterebbero le loro mani su una "bella ragazza" come me. Improvvisamente m'incupisco, rammentando per l'ennesima volta ciò che è accaduto quell'autunno. Lui se ne avvede immediatamente, mi abbraccia e cerca di cambiare argomento, dicendo che ha fame. Sorrido. Per fortuna ho il mio papà!

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Ecco che la mente diabolica della mia protagonista si è messa in moto! Evviva!
A proposito di questo capitolo: se il calciatore a cui ho accennato all'inizio vi ricorda "qualcuno", beh, molto probabilmente è esattamente il personaggio a cui state pensando! Già, uno dei ragazzi di carta che adoro di più (-> naturalmente scriverò presto una fic anche per lui...)! Un grazie al maestro Takahashi!



Uffa, che noia! Non ci riuscirò mai, davvero, ad aprezzare la matematica! Non capisco come faccia a piacere ad Akira! Non lo capisco proprio! Eppure queste è una delle poche lezioni che segue così assiduamente! Non è che le belle gambe della prof. contribuiscono a questo impegno? Boh!
"Signorina Shinju, vuole venire lei a risolvere il problema?" non posso crederci! Ha chiamato proprio me! Stupida arpia cinica! Sa benissimo che sono un'inetta nella sua materia! Mi alzo umile, e la raggiungo alla lavagna. Afferro il gessetto con mano tremante e sudata, mentre ogni cosa davanti a me si annebbia. Il mio solito panico da timidezza! Però, ad un certo punto, lo vedo. Akira si è messo a farmi strani gesti, accompagnati da smorfie. Rovisto nella mia memoria, fino ad arrivare a ricordare: quello altri non è che il sistema di comunicazione segreto inventato proprio da noi due, quando eravamo bambini di otto anni ciascuno! Meno male che più o meno me lo ricordo!
Quando finalmente torno a sedermi, sono molto soddisfatta. Ho fatto una figura migliore del solito! Sussurro un "arigato" al mio provvidenziale salvatore, che mi risponde con la forma di interazione sociale che gli riesce meglio di tutte: un sorriso. Del resto anch'io ho sempre aiutato lui, quando e come potevo.
Più tardi ci ritroviamo davanti alla palestra. Naturalmente c'è anche Hiro-kun, con noi.
"Cercate di non farvi male, ok? Io fra poco devo scappare..." li informo, dopo varie chiacchiere di tutti i generi.
"Frequenti ancora quella scuola per imbrattatori di tele?" mi dice Koshino con tono ironico.
"Hiroaki, devo forse insegnarti qualche mossa di karate con dimostrazione diretta?!" lo minaccio, sventolandogli le mie nocche chiuse sotto al naso.
"Dai, Hiro-kun! Fa benissimo! Lei è la nostra piccola artista..." interviene Akira in mia difesa, scostandomi una ciocca dalla fronte.
"Mpf! Ti darò ragione solo quando mi farà un ritratto!" proclama "mister simpatia", pur sapendo benissimo che con pennelli e tele me la cavo bene.
"Ma certo, Hiro-kun! Perchè non vieni a posare per noi? Una lezione di nudo maschile ancora non l'abbiamo fatta!" gli dico, ridendo. Akira mi fa subito eco, mentre il nostro amico diventa rosso come un pomodoro, restituendoci un'espressione quasi iraconda.
Senza farci troppo caso, li saluto di nuovo, prima di allontanarmi. Per fortuna papà non ha una competizione anche questa sera! Temevo già di dover saltare la seconda lezione! Sarebbe stato peccato: il soggetto di oggi è natura morta e vanità. Che bello, immagino che ci metterà qualcosa come un teschio, una candela consumata ed un orologio rotto, o roba simile. Il nostro insegnante ha la fissa per la pittura europea fra Rinascimento e Ventesimo secolo. Anche la lezione sull'impressionismo era stata divertente!

Quando sono rientrata papà era in palestra, ancora intento nella sua meditazione. Domani combatte contro uno dei concorrenti favoriti del torneo. Però non ci riesco, a preoccuparmi un granchè. Anche se in fondo è un uomo di mezza età, ha ancora il corpo e il viso di un ragazzo. Se non sapessi che è impossibile, penserei che mio padre è un Saiyan, o qualcosa del genere!
Cerco di abbandonare queste congetture idiote, tornando a concentrarmi sulla tela. Ormai la trama è già netta, devo solo rifinirla. Appoggio il pennello intinto di nero su un punto preciso, e accenno una linea. Capelli.
Lo sapevo, lo sapevo! Per quanto cerchi di dimenticarlo, non ci riuscirò mai! Eppure è successo nel novembre di un anno e mezzo fa! Nulla. Tutti i miei pentimenti, tutte le mie autodannazioni, tutte le autoanalisi che ho tentato di fare per capire perchè, non sono serviti assolutamente a nulla! Ancora è papà l'unico a saperlo. Non sono riuscita a dirlo neppure a Kicchan. Forse anche perchè se ci ripenso non sono certa che non lo rifarei.
Papà ha capito. Non ha detto nulla che mi condannasse, è solo rimasto in silenzio ad ascoltare le mie confessioni, rotte da mille singhiozzi, acarezzandomi la testa e lasciando che le mie lacrime colassero sul suo petto. Dopodichè non mi ha abbandonata un attimo.
E pensare che non so nulla di lui! Neppure il suo nome! Ricordo solo i suoi occhi, i suoi capelli, il suo profumo. Li ricordo benissimo. L'unico ragazzo più bello di papà che abbia mai incontrato nella mia vita. Non so se vorrei rivederlo. Da un lato forse, dall'altro assolutamente no. Ma, del resto, non riesco comunque a dimenticare.
Il richiamo della giungla mi riscuote dai miei pensieri più malinconici. Apro la finestra e gli rinfaccio che potrebbe anche ricordarsi che esistono i telefoni fissi, se è tanto ostico a quelli portatili.
"Dai, Yucchan! In fondo non è romantico? Sembriamo Romeo e Giulietta!"
"La sai una cosa? Puoi considerarti fortunato che non ho un pianoforte in casa, altrementi ti sarebbe già arrivato in testa!"
"Allora mi vuoi proprio morto?"
"Dai, smettila di strillare e sali, se no finisci per disturbare mio padre. E lui non ha bisogno di strumenti di nessun genere, per smontarti!"
Il mio amico/ vicino ci mette poco a raggiungermi, soprattutto dopo aver colto l'ultima frase che ho pronunciato. Come al solito, si siede sul mio letto e si guarda intorno. Poi afferra uno dei miei "giocattoli" preferiti.
"Kira-kun, mettila giù! Potresti farti male..."
"E dai, non sono mica così imbranato! Certo che è un gran bello strumento! Tuo padre l'avrà pagata un occhio dalla testa!"
"Questo è certo! Ad ogni modo non ho ancora trovato la vittima su cui collaudarla..."
"Ah, io me ne vado..."
"Dai, scherzo, lo sai! Adesso rimettila dove l'hai presa, però! E dammi una mano a capire qualcosa di matematica!"
"Wow, che bello il tuo nuovo quadro!" proclama, ignorandomi e osservando l'opera a cui lavoravo fino a pochi attimi fa.
"Akira, ma mi ascolti o cosa?"
"Che donna! Ma posava davvero così davanti a voi?"
"E come sennò, scusa? Non di certo vestita!"
"Accipicchia! Mi fai venire voglia di abbandonare il basket per darmi alla pittura!"
"Lascia perdere, che è meglio! La tua mano è precisa solo per i canestri! E poi, se quest'anno non vincete, la mia Kitana la collaudo su di te!"
"Kitana? Ma non si chiamava katana, scusa?"
"Certo che è una katana! Kitana è il suo nome, no? Scusa, non hai mai dato un nome ad un orsacchiotto?"
"E tu quest'affare lo chiami orsacchiotto?"
"Adesso piantala, e vieni a spiegarmi questa assurdità incomprensibile!"
"Bah, cosa ci sarà poi di tanto difficile... Guarda..." mi prende di mano la penna, iniziando a macchiare il foglio vuoto di scarabocchi fin troppo scentifici, coadiuvati di spiegazioni più o meno comprensibili.
Dopo quasi un'ora di questa terribile tortura, la smettiamo, iniziando di nuovo a parlare di tutt'altro.
"Domani sera papà ha un incontro importante. Ci vieni?"
"Uhm... Solo se tu vieni a vedere la partita di allenamento contro lo Shohoku!"
"Uffa, ancora lo Shohoku?! Sei proprio fissato, con quel Rukawa, eh?"
"Beh, ma tu non l'hai mai visto... Insomma, hai seguito alcune partite, ma ti sei sempre persa quelle contro lo Shohoku! Dai, sono quelle più divertenti!"
"Beh, a dire il vero non ho mai visto neppure questo fatidico Kainan di cui tanto blateri, fra le altre!..." mi guarda con due occhioni che rasentano la supplica. "E va bene, sentirò cosa dice Kyoko... Magari ci viene anche lei, chissà..."
"Ecco, appunto! Tu hai pure un'amica, in quella scuola! E poi me la devi presentare, ricordi?"
"Uffa, va bene... Vedremo, ok? Solo che se domani vai a pescare al posto di venire a vedere papà, te lo scordi che io vengo alla tua bella partita! E non ti dò neppure più limoni, capito?!"
"Nooo! Non puoi togliermi i limoni! Ti prego! La tua pianta ne fa di buonissimi!"
"E allora siamo d'accordo, no?"
"M-mh!" annuisce con uno dei suoi tanti sorrisi, ed io colgo l'attimo.
"Ecco, stai fermo così! Che bella espressione! Era un pezzo che crecavo la tua faccia migliore!" gli ordino, mentre raggiungo con una mano fogli bianchi e matita. Mi siedo ed inizio a tracciare linee accennate sul candido sfondo cartaceo. Che bella sorpresa: non credevo che la faccia di Akira fosse così semplice da disegnare!
Quando finalmente lui lascia la mia stanza, chiamato a rapporto dalla zia per la cena, con la mia ultima opera "rapida" sottobraccio e una gran soddisfazione stampata in faccia, tiro un sospiro. Kicchan è dolce e vivace, però è anche più timido di quanto non voglia dare a vedere. È più che evidente che il fatto che io lo fissassi così concentrata lo imbarazzava! E poi ne abbiamo già parlato tante volte: fra noi c'è solo un grandissimo amore fraterno. Nessuno dei due vuole altro. Insomma, ci consideriamo due belle persone, e forse insieme staremmo anche bene, chi lo sa. Solo che non vogliamo rischiare di rovinare in alcun modo in nostro bellissimo rapporto. E poi, dopo tutti questi anni passati crescendo l'una accanto all'altro, non riusciamo neppure ad immaginarci qualcosa di diverso fra noi. Lo sentiremmo come un incesto!

Finalmente è arrivato il momento della serata che preferisco. Accendo il pc ed entro subito nella mia mailbox. Ho tre nuovi messaggi. Ma uno in particolare m'interessa: quello della mia Kyacchan. Ci siamo conosciute online, quasi per caso, ed abbiamo cominciato a scambiarci e-mail. E da questo è nata un'incredibile amicizia. Siamo proprio sulla stessa linea, io e lei. Così abbiamo finito per incontrarci, un giorno. Ci vogliamo un mondo di bene! Per fortuna non sta troppo lontana da qui!
Leggo la posta elettronica. A quanto pare quelle arpie delle sue compagne di classe le rompono ancora le scatole, perchè lei non fa che rifiutare le avanches di un cascamorto che le altre hanno pure il coraggio di definire un figaccione. Beh, a lei non piace proprio, e sinceramente neppure a me (anche se l'ho visto solo da lontano)! Certo che ne gira di gente strana, allo Shohoku! E poi sono curiosissima di vedere questo Rukawa, che dovrebbe essere il super-uomo di quella scuola. Kyoko però me ne ha parlato con poco entusiasmo, devo dire. Dovrò giudicare con i miei occhi.
Dopo aver scritto le ultime parole, almeno per oggi, mi firmo Yucchan. E penso. Perchè l'ho chiamata Kyacchan? Beh, suppongo che sia perchè "Kicchan" lo usavo già per Akira. E poi "Kya" mi piace di più. Inoltre piace anche a lei!

Ed anche il primo capitolo è scritto. La cosa divertente è che c'è una piccola parte autobiografica... D'accordo, è piccola, ma è da lì che mi è partita l'idea per questa fic.
Ringrazio Toriyama per avermi "prestato" la parola "saiyan", Sheakespeare per Romeo e Giulietta e… Beh, forse "un pianoforte in testa" l'ho presa da Roger Rabbit.
Ad ogni modo, per ora ho parlato abbastanza! Avete voi qualcosa da dirmi? Sapete dove trovarmi!

CAPITOLO 3...