FRAGOLE E LIMONI
- SHEERA -

 

Capitolo I

Uffa, che noia! Non ci riuscirò mai, davvero, ad aprezzare la matematica! Non capisco come faccia a piacere ad Akira! Non lo capisco proprio! Eppure queste è una delle poche lezioni che segue così assiduamente! Non è che le belle gambe della prof. contribuiscono a questo impegno? Boh!
"Signorina Shinju, vuole venire lei a risolvere il problema?" non posso crederci! Ha chiamato proprio me! Stupida arpia cinica! Sa benissimo che sono un'inetta nella sua materia! Mi alzo umile, e la raggiungo alla lavagna. Afferro il gessetto con mano tremante e sudata, mentre ogni cosa davanti a me si annebbia. Il mio solito panico da timidezza! Però, ad un certo punto, lo vedo. Akira si è messo a farmi strani gesti, accompagnati da smorfie. Rovisto nella mia memoria, fino ad arrivare a ricordare: quello altri non è che il sistema di comunicazione segreto inventato proprio da noi due, quando eravamo bambini di otto anni ciascuno! Meno male che più o meno me lo ricordo!
Quando finalmente torno a sedermi, sono molto soddisfatta. Ho fatto una figura migliore del solito! Sussurro un "arigato" al mio provvidenziale salvatore, che mi risponde con la forma di interazione sociale che gli riesce meglio di tutte: un sorriso. Del resto anch'io ho sempre aiutato lui, quando e come potevo.
Più tardi ci ritroviamo davanti alla palestra. Naturalmente c'è anche Hiro-kun, con noi.
"Cercate di non farvi male, ok? Io fra poco devo scappare..." li informo, dopo varie chiacchiere di tutti i generi.
"Frequenti ancora quella scuola per imbrattatori di tele?" mi dice Koshino con tono ironico.
"Hiroaki, devo forse insegnarti qualche mossa di karate con dimostrazione diretta?!" lo minaccio, sventolandogli le mie nocche chiuse sotto al naso.
"Dai, Hiro-kun! Fa benissimo! Lei è la nostra piccola artista..." interviene Akira in mia difesa, scostandomi una ciocca dalla fronte.
"Mpf! Ti darò ragione solo quando mi farà un ritratto!" proclama "mister simpatia", pur sapendo benissimo che con pennelli e tele me la cavo bene.
"Ma certo, Hiro-kun! Perchè non vieni a posare per noi? Una lezione di nudo maschile ancora non l'abbiamo fatta!" gli dico, ridendo. Akira mi fa subito eco, mentre il nostro amico diventa rosso come un pomodoro, restituendoci un'espressione quasi iraconda.
Senza farci troppo caso, li saluto di nuovo, prima di allontanarmi. Per fortuna papà non ha una competizione anche questa sera! Temevo già di dover saltare la seconda lezione! Sarebbe stato peccato: il soggetto di oggi è natura morta e vanità. Che bello, immagino che ci metterà qualcosa come un teschio, una candela consumata ed un orologio rotto, o roba simile. Il nostro insegnante ha la fissa per la pittura europea fra Rinascimento e Ventesimo secolo. Anche la lezione sull'impressionismo era stata divertente!

Quando sono rientrata papà era in palestra, ancora intento nella sua meditazione. Domani combatte contro uno dei concorrenti favoriti del torneo. Però non ci riesco, a preoccuparmi un granchè. Anche se in fondo è un uomo di mezza età, ha ancora il corpo e il viso di un ragazzo. Se non sapessi che è impossibile, penserei che mio padre è un Saiyan, o qualcosa del genere!
Cerco di abbandonare queste congetture idiote, tornando a concentrarmi sulla tela. Ormai la trama è già netta, devo solo rifinirla. Appoggio il pennello intinto di nero su un punto preciso, e accenno una linea. Capelli.
Lo sapevo, lo sapevo! Per quanto cerchi di dimenticarlo, non ci riuscirò mai! Eppure è successo nel novembre di un anno e mezzo fa! Nulla. Tutti i miei pentimenti, tutte le mie autodannazioni, tutte le autoanalisi che ho tentato di fare per capire perchè, non sono serviti assolutamente a nulla! Ancora è papà l'unico a saperlo. Non sono riuscita a dirlo neppure a Kicchan. Forse anche perchè se ci ripenso non sono certa che non lo rifarei.
Papà ha capito. Non ha detto nulla che mi condannasse, è solo rimasto in silenzio ad ascoltare le mie confessioni, rotte da mille singhiozzi, acarezzandomi la testa e lasciando che le mie lacrime colassero sul suo petto. Dopodichè non mi ha abbandonata un attimo.
E pensare che non so nulla di lui! Neppure il suo nome! Ricordo solo i suoi occhi, i suoi capelli, il suo profumo. Li ricordo benissimo. L'unico ragazzo più bello di papà che abbia mai incontrato nella mia vita. Non so se vorrei rivederlo. Da un lato forse, dall'altro assolutamente no. Ma, del resto, non riesco comunque a dimenticare.
Il richiamo della giungla mi riscuote dai miei pensieri più malinconici. Apro la finestra e gli rinfaccio che potrebbe anche ricordarsi che esistono i telefoni fissi, se è tanto ostico a quelli portatili.
"Dai, Yucchan! In fondo non è romantico? Sembriamo Romeo e Giulietta!"
"La sai una cosa? Puoi considerarti fortunato che non ho un pianoforte in casa, altrementi ti sarebbe già arrivato in testa!"
"Allora mi vuoi proprio morto?"
"Dai, smettila di strillare e sali, se no finisci per disturbare mio padre. E lui non ha bisogno di strumenti di nessun genere, per smontarti!"
Il mio amico/ vicino ci mette poco a raggiungermi, soprattutto dopo aver colto l'ultima frase che ho pronunciato. Come al solito, si siede sul mio letto e si guarda intorno. Poi afferra uno dei miei "giocattoli" preferiti.
"Kira-kun, mettila giù! Potresti farti male..."
"E dai, non sono mica così imbranato! Certo che è un gran bello strumento! Tuo padre l'avrà pagata un occhio dalla testa!"
"Questo è certo! Ad ogni modo non ho ancora trovato la vittima su cui collaudarla..."
"Ah, io me ne vado..."
"Dai, scherzo, lo sai! Adesso rimettila dove l'hai presa, però! E dammi una mano a capire qualcosa di matematica!"
"Wow, che bello il tuo nuovo quadro!" proclama, ignorandomi e osservando l'opera a cui lavoravo fino a pochi attimi fa.
"Akira, ma mi ascolti o cosa?"
"Che donna! Ma posava davvero così davanti a voi?"
"E come sennò, scusa? Non di certo vestita!"
"Accipicchia! Mi fai venire voglia di abbandonare il basket per darmi alla pittura!"
"Lascia perdere, che è meglio! La tua mano è precisa solo per i canestri! E poi, se quest'anno non vincete, la mia Kitana la collaudo su di te!"
"Kitana? Ma non si chiamava katana, scusa?"
"Certo che è una katana! Kitana è il suo nome, no? Scusa, non hai mai dato un nome ad un orsacchiotto?"
"E tu quest'affare lo chiami orsacchiotto?"
"Adesso piantala, e vieni a spiegarmi questa assurdità incomprensibile!"
"Bah, cosa ci sarà poi di tanto difficile... Guarda..." mi prende di mano la penna, iniziando a macchiare il foglio vuoto di scarabocchi fin troppo scentifici, coadiuvati di spiegazioni più o meno comprensibili.
Dopo quasi un'ora di questa terribile tortura, la smettiamo, iniziando di nuovo a parlare di tutt'altro.
"Domani sera papà ha un incontro importante. Ci vieni?"
"Uhm... Solo se tu vieni a vedere la partita di allenamento contro lo Shohoku!"
"Uffa, ancora lo Shohoku?! Sei proprio fissato, con quel Rukawa, eh?"
"Beh, ma tu non l'hai mai visto... Insomma, hai seguito alcune partite, ma ti sei sempre persa quelle contro lo Shohoku! Dai, sono quelle più divertenti!"
"Beh, a dire il vero non ho mai visto neppure questo fatidico Kainan di cui tanto blateri, fra le altre!..." mi guarda con due occhioni che rasentano la supplica. "E va bene, sentirò cosa dice Kyoko... Magari ci viene anche lei, chissà..."
"Ecco, appunto! Tu hai pure un'amica, in quella scuola! E poi me la devi presentare, ricordi?"
"Uffa, va bene... Vedremo, ok? Solo che se domani vai a pescare al posto di venire a vedere papà, te lo scordi che io vengo alla tua bella partita! E non ti dò neppure più limoni, capito?!"
"Nooo! Non puoi togliermi i limoni! Ti prego! La tua pianta ne fa di buonissimi!"
"E allora siamo d'accordo, no?"
"M-mh!" annuisce con uno dei suoi tanti sorrisi, ed io colgo l'attimo.
"Ecco, stai fermo così! Che bella espressione! Era un pezzo che crecavo la tua faccia migliore!" gli ordino, mentre raggiungo con una mano fogli bianchi e matita. Mi siedo ed inizio a tracciare linee accennate sul candido sfondo cartaceo. Che bella sorpresa: non credevo che la faccia di Akira fosse così semplice da disegnare!
Quando finalmente lui lascia la mia stanza, chiamato a rapporto dalla zia per la cena, con la mia ultima opera "rapida" sottobraccio e una gran soddisfazione stampata in faccia, tiro un sospiro. Kicchan è dolce e vivace, però è anche più timido di quanto non voglia dare a vedere. È più che evidente che il fatto che io lo fissassi così concentrata lo imbarazzava! E poi ne abbiamo già parlato tante volte: fra noi c'è solo un grandissimo amore fraterno. Nessuno dei due vuole altro. Insomma, ci consideriamo due belle persone, e forse insieme staremmo anche bene, chi lo sa. Solo che non vogliamo rischiare di rovinare in alcun modo in nostro bellissimo rapporto. E poi, dopo tutti questi anni passati crescendo l'una accanto all'altro, non riusciamo neppure ad immaginarci qualcosa di diverso fra noi. Lo sentiremmo come un incesto!

Finalmente è arrivato il momento della serata che preferisco. Accendo il pc ed entro subito nella mia mailbox. Ho tre nuovi messaggi. Ma uno in particolare m'interessa: quello della mia Kyacchan. Ci siamo conosciute online, quasi per caso, ed abbiamo cominciato a scambiarci e-mail. E da questo è nata un'incredibile amicizia. Siamo proprio sulla stessa linea, io e lei. Così abbiamo finito per incontrarci, un giorno. Ci vogliamo un mondo di bene! Per fortuna non sta troppo lontana da qui!
Leggo la posta elettronica. A quanto pare quelle arpie delle sue compagne di classe le rompono ancora le scatole, perchè lei non fa che rifiutare le avanches di un cascamorto che le altre hanno pure il coraggio di definire un figaccione. Beh, a lei non piace proprio, e sinceramente neppure a me (anche se l'ho visto solo da lontano)! Certo che ne gira di gente strana, allo Shohoku! E poi sono curiosissima di vedere questo Rukawa, che dovrebbe essere il super-uomo di quella scuola. Kyoko però me ne ha parlato con poco entusiasmo, devo dire. Dovrò giudicare con i miei occhi.
Dopo aver scritto le ultime parole, almeno per oggi, mi firmo Yucchan. E penso. Perchè l'ho chiamata Kyacchan? Beh, suppongo che sia perchè "Kicchan" lo usavo già per Akira. E poi "Kya" mi piace di più. Inoltre piace anche a lei!

Ed anche il primo capitolo è scritto. La cosa divertente è che c'è una piccola parte autobiografica... D'accordo, è piccola, ma è da lì che mi è partita l'idea per questa fic.
Ringrazio Toriyama per avermi "prestato" la parola "saiyan", Sheakespeare per Romeo e Giulietta e… Beh, forse "un pianoforte in testa" l'ho presa da Roger Rabbit.
Ad ogni modo, per ora ho parlato abbastanza! Avete voi qualcosa da dirmi? Sapete dove trovarmi!

CAPITOLO 2...