UN ANNO ALLO SHOHOKU
- SEIYA112 -

Ripeto che i personaggi appartengono tutti a Mister T e io non ci guadagno niente a scrivere questa storia.

Capitolo II
Vecchi amici e vecchi nemici

Era davanti alla classe. Non serviva niente agitarsi. Meglio fare un bel respiro e entrare. Stava per toccare la porta scorrevole quando senti una voce dietro di sè
<<Finalmente hai mantenuto la promessa e sei venuta a trovarmi. Ma non mi aspettavo certo che volessi iscriverti al mio stesso liceo>> disse un bel ragazzo con capelli castani e un orecchino. Senza pensarci un momento la ragazza lo abbracciò e gli diede un bacio sulla guancia dicendogli:
<<Ryochan, che bello vederti, non sai quanto mi sei mancato>>
Miyagi ricambiò l'abbraccio. Era dall'autunno precedente che non vedeva l'amica. Si erano conosciuti quando lui era in ospedale. Lei era in Giappone a trovare un'amica che era ricoverata in quello stesso ospedale. Niente di grave, solo una lieve frattura, ma aveva avuto l'occasione di conoscere Ryota.
<<Ehi, non dirmi che sei anche tu nella L, carotina.>>
<<E invece si, mio caro, dovrai abituarti ad avermi attorno>>
<<Sopravviverà, non preoccuparti>> disse Ayako sopraggiunta in quel momento. Le ragazze si abbracciarono. Aveva ritrovato i suoi due amici.
<<Bene, siamo nella stessa classe, che ne dite di entrare?>> propose la manager del club di basket aprendo la porta. Prima dell'ingresso Sara si avvicinò all'amico e gli disse in un orecchio:
<<Sarai contento, sei in classe con la tua Ayakuccia>> Il ragazzo arrossì senza poter dire niente.
Si sedettero vicini, Sara in mezzo trai due. Tutti gli occhi erano puntati verso l'occidentale. Si sentiva un po' a disagio, non le era mai piaciuto essere al centro dell'attenzione in quel modo. Si sentiva un animale in una gabbia di zoo, con un sacco di turisti che lo guardavano incuriositi e quando li fissava giravano la testa.
<<Non farci caso, si abitueranno presto alla tua presenza, ma per ora sei una bestia rara. Cosa fai a pranzo? Mangi con me?>> chiese Ayako sorridendo.
<<Non so, ho già promesso a dei ragazzi che ho conosciuto stamani di mangiare con loro.>>
<<Chi, chi? Erano carini?>> (certo che è proprio curiosa questa ragazza! NdSary)
<<Un paio si. Sono di seconda. Mi hanno detto di chiamarsi l'armata Sakuragi. E con loro c'era anche una ragazza, Haruko Akagi.>>
<<Allora erano quegli scemi. Il rosso è un megalomane e gioca a basket credendosi un dio e Haruko è la sorella di Takenori Akagi, ex capitano dello Shohoku>> disse con aria depressa Ryota
<<Quella è la sorella di gorilla?>>
<<Esatto>>
<<Non gli somiglia per niente>>.
<<Silenzio, incomincia la lezione>> disse il professore entrando
Dopo aver presentato l'italiana alla classe cominciò con la prima ora di lezione: matematica. Per fortuna, non si sentiva molto sicura di aver parlato bene giapponese. In fondo non lo studiava da tanto e aveva paura che le potessero venire a mancare le parole o dirne di altre lingue (infatti frequento uno scientifico bilingue e oltre a italiano e a capire il latino parlo inglese e tedesco. Come vorrei saper parlare così bene anche giapponese ç___ç NdSary; Su non ti abbattere così. NdHana; grazie, sei un'amico snif! NdSary). Almeno in matematica se la cavava e non bisognava parlare molto.
Il professore stava scrivendo alla lavagna un' esercizio quando la porta della classe si aprì ed entrò un ragazzo alto più di 1 metro e 80. Aveva i capelli tagliati molto corti, neri e dai muscoli doveva essere un atleta. (L'avete già riconosciuto vero? NdSary)
Il Prof lo bloccò appena entrato in classe
<<Mitsui, ti sembra questa l'ora di arrivare? Invece di bighellonare dovresti cercare di arrivare almeno puntuale alle lezioni, soprattutto visto che sei stato bocciato. Ora vai a sederti nel posto davanti alla nuova studentessa. Per oggi ti perdono, ma che non succeda mai più.>>
<<Va bene professore>> disse il moro svogliato e andò a sedersi al suo posto. Cavolo,era così alto che non si riusciva a vedere la lavagna. Sara dovette spostarsi un po' per riprendere la visuale.
<<Bell'entrata in scena Mitsui, neanche dopo un'ora di scuola, già ti fai richiamare dai professori.>> disse Ryota al nuovo arrivato.
<<Che ci vuoi fare, mi sono addormentato in cortile>> rispose il numero 14.
La lezione proseguì senza altre interruzioni. Però Sara non si sentiva tanquilla. C'era qualcosa in quel ragazzo di familiare. Era solo una sensazione, come un fastidio, un pizzichio lungo la schiena. L'aveva già visto da qualche parte, ma dove? Cominciava a delinearsi nella mente la figura di un ragazzo. No, non poteva essere proprio lui, nella stessa classe. Cercò di concentrarsi sulla lezione. Era meglio non dilungarsi in pensieri inutili, col tempo avrebbe chiarito le idee.
Finalmente la pausa pranzo. Non ce la faceva più. Non che fossero cose difficili quelle spiegate, ma dopo la lezione di matematica c'era stata quella di storia giapponese e non ci aveva capito quasi niente. Al massimo avrebbe potuto farsi aiutare dagli amici ma non voleva dipendere la loro e poi usando il libro e un buon dizionario sarebbe riuscita a capire quasi tutto. In fin dei conti non era una stupida. Aveva sempre avuto buoni risultati scolastici.
<<Ehi a che stai pensando Sarachan?>> chiese l'amica facendola scendere dalle nuvole su cui era salita.
<<Niente niente. Pensavo solo che dovrò impegnarmi per capire tutto>>
<<Ti capisco. Io non ci capisco niente nè di matematica nè di storia!>> disse Miyagi sconsolato
<<Questa non è una novità>> disse Sara.
<<Che fai, sfotti?>>
<<Come potrei, ci ha già pensato Madre Natura>> e le due ragazze scoppiarono a ridere (Libera ripresa di Aldo, Giovanni e Giacomo, i miei comici preferiti! NdSary)
<<Allora mangi con me? Non è un problema unirsi a Sakuragi e agli altri.>> disse la manager.
<<Per me va bene. Andate avanti, io intanto sistemo gli appunti e vi raggiungo in terrazza.>>
<<Ok. Ci vediamo dopo>> e dicendo questo i due uscirono dalla classe.
Ormai erano andati tutti a mangiare e lei stava cercando il suo obento nella cartella, l'aveva trovato e stava per alzarsi ed andare a raggiungere gli amici quando ebbe la brutta sensazione di sentirsi osservata. Non era da sola in classe. Seduto davati a lei c'era il ritardatario che la stava fissando con uno sguardo serio e intenso. Non sopportava quello sguardo e per risposta lo fulminò con gli occhi. Guardandolo ora ne era sicura. Anche se i capelli erano molto più corti quello sguardo era identico, non poteva sbagliarsi. E come lo aveva chiamato il prof? Mitsui? Si, anche il nome corrispondeva. Era proprio lui.
Non ci sono dubbi, era proprio lei, pensò il ragazzo. I capelli non erano più corti fino alle orecchie e non portava il berretto, ma quello sguardo era uguale. Era proprio lei.
Fu lui il primo a prendere la parola:
<<Ma guarda un po' chi si vede? Che ci fai qui, ragazzina?>>
<<Potrei farti anche io la stessa domanda? Ah, no, scusami, la risposta la so già. Ti hanno stangato e così sei costretto a stare in classe con una ragazzina come me!>> disse con fare ironico l'italiana.
<<Bene, vedo che la tua linguaccia non la riesci ancora a tenerla a freno. Non hai ancora capito che devi avere rispetto per quelli più vecchi di te.>>
<<Per quelli più vecchi di me? Cosa intendi, tu e quegli incapaci che ti tiravi dietro un'anno fa'? Non posso provare rispetto per dei teppistelli che se la prendono con quelli più deboli di loro.>>
<<Quella volta ti abbiamo risparmiato solo perchè eri una donna, altrimenti ti regalavamo un viaggetto in ospedale>>
<<Ma davvero?! Ma tu guarda! Se non sbaglio avevo già sbaragliato i tuoi compagni, senza che voi vi accorgeste chi ero, o meglio cos'ero!>> disse con tono di sfida.
<<E' vero, quelli erano degli incapaci, ma se non ti avessi risparmiato io ti avrei fatto molto male!>> Disse con un sorriso di scherno il ragazzo.
<<Oh si, certo!!!!!!Comunque ad andarci in ospedale sei stato tu! Cosa ti avevo fatto con quel pugno? Ti avevo rotto la mascella?>>
<<Solo mandata fuori posto>>
<<Peccato>>
Stavano per continuare a scannarsi a parole, ricordando quel brutto episodio in cui l'avevano attaccata e lei era riuscita a metterli al tappeto e a picchiare Mitsui quando entrò Hanamichi
<<Ti stavamo aspettando per mangiare! Non vieni? A scusa, sei in dolce compagnia>>
<<Dolce non è la parola giusta>> rispose la ragazza incavolata nera.
Hanamichi non capì il tono della voce e quindi disse ridendo
<<Forza Mitsui, vieni anche tu con noi a mangiare, non puoi startene lì da solo>>
Era stata come una frecciata quella proposta. Non solo doveva avere quel poco di buono in classe, ma adesso scopriva che anche i suoi nuovi e vecchi amici lo conoscevano e doveva pure mangiare con lui. Una giornata che era cominciata benissimo stava proseguendo in modo atroce. Almeno avesse rifiutato.
<<No Hanamichi, non ho voglia, penso che andrò un po' in cortile a prendere una boccata d'aria>> esclamò cercando di mantenere la voce calma. Evvai, pensò la ragazza.
<<Una boccata d'aria la puoi prendere anche in terrazza, anzi li starai con amici quindi andiamo>> e prendendo uno per un braccio e l'altra per l'altro li trascinò letteralmente sulla terrazza.
Sara fu subito sommersa di domande e in breve tempo seppero tutti della sua amicizia con Aya e Ryochan e delle sue precedenti visite in quella città, ma non della faccenda con Mitsui. Hanamichi disse che li aveva trovati insieme e per di più da soli in classe, cominciano a fare congetture su cosa sarebbe successo se il grande eroe Hanamichi Sakuragi non fosse intervenuto a salvare la situazione, ma nessuno come al solito gli dava retta, tanto più che i due diretti interessati stavano ai due lati opposti del luogo e non si rivolgevano una parola. Finita la pausa pranzo tutti tornarono in classe e finite le lezioni si trovarono per le attività extrascolastiche. Come al solito Mito & company non avrebbero fatto niente, Hanamichi, Ryota e Ayako avevano il loro bel da fare con il basket e Haruko non sapeva che fare. Mitsui non aveva più detto niente e finite le lezioni era stato il primo ad uscire di classe. Meglio così
<<A che club hai intenzione di isciverti?>> chiese Okusu
<<Non so ancora. C'è un club di calcio in questa scuola?>>
<<Certo, ma è soltanto maschile>> rispose Noma
<<C'è un regolamento che vieta a una ragazza di farne parte?>> Chiese la rossa con fare distratto (Sta ancora pensando a Mitsui! NdSary)
<<Che io sappia no>> disse Fuji un po' interdetta dalla domanda.
<<Allora vado subito ad iscrivermi. Ciao, ci vediamo dopo alla palestra di basket>>
<<Ma non sai neanche dov'è!>> le urlò dietro Miyagi
<<La troverò>> rispose quella correndo via.
Si iscrisse al club, non senza lasciare di stucco quelli della segreteria e poi, sapendo che per quel giorno gli allenamenti non ci sarebbero stati, ma che cominciavano l'indomani si avviò verso la palestra. La trovò praticamente subito e fuori dalle porte vide un sacco di ragazzine intente ad urlare. Tra queste c'erano Haruko e le amiche, più l'armata Sakuragi. Li raggiunse e nel frastuono chiese chi erano.
<<Queste oche sono le fan del più bel giocatore di basket mai esistito. Oh, Rukawa.>> e alla piccola Akagi vennero i soliti occhi a forma di cuore e la bava alla bocca.
<<Ma è scema?>> chiese Sara guardando le amiche.
<<No, solo innamorata persa di Rukawa. Guardalo, eccolo là, il numero 11>> disse Matsui indicando un ragazzo dai capelli neri con una frangia che quasi gli copriva gli occhi.
<<Ma non è la ragazza di Hanamichi?>> chiese stupita
<<No, non si accorge neanche di lui, ha occhi solo per Rukawa>> disse Mito squotendo la testa.
Ecco, ora trai ragazzi che correvano vedeva Ryochan. Certo che era veloce. E anche Hanamichi, ma come correva? Poi il suo sguardo si posò su un ragazzo che li aveva appena raggiunti. No, non era possibile, anche lì doveva trovarselo quel, quel, non sapeva neanche a che bestia pensare perchè le amava tutte e facendo un paragone con loro le avrebbe offese.
<<Vedo che continui a fissare il nostro numero 14, allora Hanamichi aveva ragione>> disse Mito con un sorriso malizioso.
<<Ti sbagli, mi chiedevo solo come fa un teppistello da quattro soldi come quello a far parte della squadra di basket>> disse con aria schifata
<<Beh, quel teppistello da quattro soldi come dici tu era stato nominato alle medie MVP (Most Valuable Player, per i non esperti! NdSary) e dopo aver chiesto perdono all'allenatore Anzai è stato riammesso in squadra. Ora non è più un teppista, è diventato un bravo ragazzo.>>
<<Io ho i miei dubbi. Scusate ma io vado a casa, sono stanca. Salutate tutti, Ciao!>> e se ne andò.

Capitolo 3...