Ripeto che i personaggi appartengono tutti a Mister T e
io non ci guadagno niente a scrivere questa storia.
Capitolo II
Vecchi amici e vecchi nemici
Era davanti alla classe. Non serviva niente agitarsi. Meglio fare un
bel respiro e entrare. Stava per toccare la porta scorrevole quando senti
una voce dietro di sè
<<Finalmente hai mantenuto la promessa e sei venuta a trovarmi.
Ma non mi aspettavo certo che volessi iscriverti al mio stesso liceo>>
disse un bel ragazzo con capelli castani e un orecchino. Senza pensarci
un momento la ragazza lo abbracciò e gli diede un bacio sulla guancia
dicendogli:
<<Ryochan, che bello vederti, non sai quanto mi sei mancato>>
Miyagi ricambiò l'abbraccio. Era dall'autunno precedente che non
vedeva l'amica. Si erano conosciuti quando lui era in ospedale. Lei era
in Giappone a trovare un'amica che era ricoverata in quello stesso ospedale.
Niente di grave, solo una lieve frattura, ma aveva avuto l'occasione di
conoscere Ryota.
<<Ehi, non dirmi che sei anche tu nella L, carotina.>>
<<E invece si, mio caro, dovrai abituarti ad avermi attorno>>
<<Sopravviverà, non preoccuparti>> disse Ayako sopraggiunta
in quel momento. Le ragazze si abbracciarono. Aveva ritrovato i suoi due
amici.
<<Bene, siamo nella stessa classe, che ne dite di entrare?>>
propose la manager del club di basket aprendo la porta. Prima dell'ingresso
Sara si avvicinò all'amico e gli disse in un orecchio:
<<Sarai contento, sei in classe con la tua Ayakuccia>> Il
ragazzo arrossì senza poter dire niente.
Si sedettero vicini, Sara in mezzo trai due. Tutti gli occhi erano puntati
verso l'occidentale. Si sentiva un po' a disagio, non le era mai piaciuto
essere al centro dell'attenzione in quel modo. Si sentiva un animale in
una gabbia di zoo, con un sacco di turisti che lo guardavano incuriositi
e quando li fissava giravano la testa.
<<Non farci caso, si abitueranno presto alla tua presenza, ma per
ora sei una bestia rara. Cosa fai a pranzo? Mangi con me?>> chiese
Ayako sorridendo.
<<Non so, ho già promesso a dei ragazzi che ho conosciuto
stamani di mangiare con loro.>>
<<Chi, chi? Erano carini?>> (certo che è proprio curiosa
questa ragazza! NdSary)
<<Un paio si. Sono di seconda. Mi hanno detto di chiamarsi l'armata
Sakuragi. E con loro c'era anche una ragazza, Haruko Akagi.>>
<<Allora erano quegli scemi. Il rosso è un megalomane e gioca
a basket credendosi un dio e Haruko è la sorella di Takenori Akagi,
ex capitano dello Shohoku>> disse con aria depressa Ryota
<<Quella è la sorella di gorilla?>>
<<Esatto>>
<<Non gli somiglia per niente>>.
<<Silenzio, incomincia la lezione>> disse il professore entrando
Dopo aver presentato l'italiana alla classe cominciò con la prima
ora di lezione: matematica. Per fortuna, non si sentiva molto sicura di
aver parlato bene giapponese. In fondo non lo studiava da tanto e aveva
paura che le potessero venire a mancare le parole o dirne di altre lingue
(infatti frequento uno scientifico bilingue e oltre a italiano e a capire
il latino parlo inglese e tedesco. Come vorrei saper parlare così
bene anche giapponese ç___ç NdSary; Su non ti abbattere
così. NdHana; grazie, sei un'amico snif! NdSary). Almeno in matematica
se la cavava e non bisognava parlare molto.
Il professore stava scrivendo alla lavagna un' esercizio quando la porta
della classe si aprì ed entrò un ragazzo alto più
di 1 metro e 80. Aveva i capelli tagliati molto corti, neri e dai muscoli
doveva essere un atleta. (L'avete già riconosciuto vero? NdSary)
Il Prof lo bloccò appena entrato in classe
<<Mitsui, ti sembra questa l'ora di arrivare? Invece di bighellonare
dovresti cercare di arrivare almeno puntuale alle lezioni, soprattutto
visto che sei stato bocciato. Ora vai a sederti nel posto davanti alla
nuova studentessa. Per oggi ti perdono, ma che non succeda mai più.>>
<<Va bene professore>> disse il moro svogliato e andò
a sedersi al suo posto. Cavolo,era così alto che non si riusciva
a vedere la lavagna. Sara dovette spostarsi un po' per riprendere la visuale.
<<Bell'entrata in scena Mitsui, neanche dopo un'ora di scuola, già
ti fai richiamare dai professori.>> disse Ryota al nuovo arrivato.
<<Che ci vuoi fare, mi sono addormentato in cortile>> rispose
il numero 14.
La lezione proseguì senza altre interruzioni. Però Sara
non si sentiva tanquilla. C'era qualcosa in quel ragazzo di familiare.
Era solo una sensazione, come un fastidio, un pizzichio lungo la schiena.
L'aveva già visto da qualche parte, ma dove? Cominciava a delinearsi
nella mente la figura di un ragazzo. No, non poteva essere proprio lui,
nella stessa classe. Cercò di concentrarsi sulla lezione. Era meglio
non dilungarsi in pensieri inutili, col tempo avrebbe chiarito le idee.
Finalmente la pausa pranzo. Non ce la faceva più. Non che fossero
cose difficili quelle spiegate, ma dopo la lezione di matematica c'era
stata quella di storia giapponese e non ci aveva capito quasi niente.
Al massimo avrebbe potuto farsi aiutare dagli amici ma non voleva dipendere
la loro e poi usando il libro e un buon dizionario sarebbe riuscita a
capire quasi tutto. In fin dei conti non era una stupida. Aveva sempre
avuto buoni risultati scolastici.
<<Ehi a che stai pensando Sarachan?>> chiese l'amica facendola
scendere dalle nuvole su cui era salita.
<<Niente niente. Pensavo solo che dovrò impegnarmi per capire
tutto>>
<<Ti capisco. Io non ci capisco niente nè di matematica nè
di storia!>> disse Miyagi sconsolato
<<Questa non è una novità>> disse Sara.
<<Che fai, sfotti?>>
<<Come potrei, ci ha già pensato Madre Natura>> e le
due ragazze scoppiarono a ridere (Libera ripresa di Aldo, Giovanni e Giacomo,
i miei comici preferiti! NdSary)
<<Allora mangi con me? Non è un problema unirsi a Sakuragi
e agli altri.>> disse la manager.
<<Per me va bene. Andate avanti, io intanto sistemo gli appunti
e vi raggiungo in terrazza.>>
<<Ok. Ci vediamo dopo>> e dicendo questo i due uscirono dalla
classe.
Ormai erano andati tutti a mangiare e lei stava cercando il suo obento
nella cartella, l'aveva trovato e stava per alzarsi ed andare a raggiungere
gli amici quando ebbe la brutta sensazione di sentirsi osservata. Non
era da sola in classe. Seduto davati a lei c'era il ritardatario che la
stava fissando con uno sguardo serio e intenso. Non sopportava quello
sguardo e per risposta lo fulminò con gli occhi. Guardandolo ora
ne era sicura. Anche se i capelli erano molto più corti quello
sguardo era identico, non poteva sbagliarsi. E come lo aveva chiamato
il prof? Mitsui? Si, anche il nome corrispondeva. Era proprio lui.
Non ci sono dubbi, era proprio lei, pensò il ragazzo. I capelli
non erano più corti fino alle orecchie e non portava il berretto,
ma quello sguardo era uguale. Era proprio lei.
Fu lui il primo a prendere la parola:
<<Ma guarda un po' chi si vede? Che ci fai qui, ragazzina?>>
<<Potrei farti anche io la stessa domanda? Ah, no, scusami, la risposta
la so già. Ti hanno stangato e così sei costretto a stare
in classe con una ragazzina come me!>> disse con fare ironico l'italiana.
<<Bene, vedo che la tua linguaccia non la riesci ancora a tenerla
a freno. Non hai ancora capito che devi avere rispetto per quelli più
vecchi di te.>>
<<Per quelli più vecchi di me? Cosa intendi, tu e quegli
incapaci che ti tiravi dietro un'anno fa'? Non posso provare rispetto
per dei teppistelli che se la prendono con quelli più deboli di
loro.>>
<<Quella volta ti abbiamo risparmiato solo perchè eri una
donna, altrimenti ti regalavamo un viaggetto in ospedale>>
<<Ma davvero?! Ma tu guarda! Se non sbaglio avevo già sbaragliato
i tuoi compagni, senza che voi vi accorgeste chi ero, o meglio cos'ero!>>
disse con tono di sfida.
<<E' vero, quelli erano degli incapaci, ma se non ti avessi risparmiato
io ti avrei fatto molto male!>> Disse con un sorriso di scherno
il ragazzo.
<<Oh si, certo!!!!!!Comunque ad andarci in ospedale sei stato tu!
Cosa ti avevo fatto con quel pugno? Ti avevo rotto la mascella?>>
<<Solo mandata fuori posto>>
<<Peccato>>
Stavano per continuare a scannarsi a parole, ricordando quel brutto episodio
in cui l'avevano attaccata e lei era riuscita a metterli al tappeto e
a picchiare Mitsui quando entrò Hanamichi
<<Ti stavamo aspettando per mangiare! Non vieni? A scusa, sei in
dolce compagnia>>
<<Dolce non è la parola giusta>> rispose la ragazza
incavolata nera.
Hanamichi non capì il tono della voce e quindi disse ridendo
<<Forza Mitsui, vieni anche tu con noi a mangiare, non puoi startene
lì da solo>>
Era stata come una frecciata quella proposta. Non solo doveva avere quel
poco di buono in classe, ma adesso scopriva che anche i suoi nuovi e vecchi
amici lo conoscevano e doveva pure mangiare con lui. Una giornata che
era cominciata benissimo stava proseguendo in modo atroce. Almeno avesse
rifiutato.
<<No Hanamichi, non ho voglia, penso che andrò un po' in
cortile a prendere una boccata d'aria>> esclamò cercando
di mantenere la voce calma. Evvai, pensò la ragazza.
<<Una boccata d'aria la puoi prendere anche in terrazza, anzi li
starai con amici quindi andiamo>> e prendendo uno per un braccio
e l'altra per l'altro li trascinò letteralmente sulla terrazza.
Sara fu subito sommersa di domande e in breve tempo seppero tutti della
sua amicizia con Aya e Ryochan e delle sue precedenti visite in quella
città, ma non della faccenda con Mitsui. Hanamichi disse che li
aveva trovati insieme e per di più da soli in classe, cominciano
a fare congetture su cosa sarebbe successo se il grande eroe Hanamichi
Sakuragi non fosse intervenuto a salvare la situazione, ma nessuno come
al solito gli dava retta, tanto più che i due diretti interessati
stavano ai due lati opposti del luogo e non si rivolgevano una parola.
Finita la pausa pranzo tutti tornarono in classe e finite le lezioni si
trovarono per le attività extrascolastiche. Come al solito Mito
& company non avrebbero fatto niente, Hanamichi, Ryota e Ayako avevano
il loro bel da fare con il basket e Haruko non sapeva che fare. Mitsui
non aveva più detto niente e finite le lezioni era stato il primo
ad uscire di classe. Meglio così
<<A che club hai intenzione di isciverti?>> chiese Okusu
<<Non so ancora. C'è un club di calcio in questa scuola?>>
<<Certo, ma è soltanto maschile>> rispose Noma
<<C'è un regolamento che vieta a una ragazza di farne parte?>>
Chiese la rossa con fare distratto (Sta ancora pensando a Mitsui! NdSary)
<<Che io sappia no>> disse Fuji un po' interdetta dalla domanda.
<<Allora vado subito ad iscrivermi. Ciao, ci vediamo dopo alla palestra
di basket>>
<<Ma non sai neanche dov'è!>> le urlò dietro
Miyagi
<<La troverò>> rispose quella correndo via.
Si iscrisse al club, non senza lasciare di stucco quelli della segreteria
e poi, sapendo che per quel giorno gli allenamenti non ci sarebbero stati,
ma che cominciavano l'indomani si avviò verso la palestra. La trovò
praticamente subito e fuori dalle porte vide un sacco di ragazzine intente
ad urlare. Tra queste c'erano Haruko e le amiche, più l'armata
Sakuragi. Li raggiunse e nel frastuono chiese chi erano.
<<Queste oche sono le fan del più bel giocatore di basket
mai esistito. Oh, Rukawa.>> e alla piccola Akagi vennero i soliti
occhi a forma di cuore e la bava alla bocca.
<<Ma è scema?>> chiese Sara guardando le amiche.
<<No, solo innamorata persa di Rukawa. Guardalo, eccolo là,
il numero 11>> disse Matsui indicando un ragazzo dai capelli neri
con una frangia che quasi gli copriva gli occhi.
<<Ma non è la ragazza di Hanamichi?>> chiese stupita
<<No, non si accorge neanche di lui, ha occhi solo per Rukawa>>
disse Mito squotendo la testa.
Ecco, ora trai ragazzi che correvano vedeva Ryochan. Certo che era veloce.
E anche Hanamichi, ma come correva? Poi il suo sguardo si posò
su un ragazzo che li aveva appena raggiunti. No, non era possibile, anche
lì doveva trovarselo quel, quel, non sapeva neanche a che bestia
pensare perchè le amava tutte e facendo un paragone con loro le
avrebbe offese.
<<Vedo che continui a fissare il nostro numero 14, allora Hanamichi
aveva ragione>> disse Mito con un sorriso malizioso.
<<Ti sbagli, mi chiedevo solo come fa un teppistello da quattro
soldi come quello a far parte della squadra di basket>> disse con
aria schifata
<<Beh, quel teppistello da quattro soldi come dici tu era stato
nominato alle medie MVP (Most Valuable Player, per i non esperti! NdSary)
e dopo aver chiesto perdono all'allenatore Anzai è stato riammesso
in squadra. Ora non è più un teppista, è diventato
un bravo ragazzo.>>
<<Io ho i miei dubbi. Scusate ma io vado a casa, sono stanca. Salutate
tutti, Ciao!>> e se ne andò.
Capitolo 3...
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