IL NUMERO PERFETTO
- SEIMEI -

Precisazione: questo capitolo l'ho scritto dopo aver visto l'episodio 24 di Evangelion (L'ultimo messaggero sacrificale-The Beginning and the End, or Knockin' on Heaven's Door) e dopo mezz'ora buona di pianto. E' una delle cose più strane che abbia mai scritto, ma mi è venuta così... NDSei-chan

Capitolo 6
L'episodio 24 di Evangelion

"Ma perchè capitano sempre tutte a me?"
Hanamichi stava camminando lungo la strada sbraitando come un pazzo.
Aveva appena finito di litigare con sua nonna. Davvero non la sopportava più.
Era una delle persone più ignobili che avesse mai conosciuto.
La sopportava solo perchè l'assegno mensile che gli passava gli faceva davvero comodo.
Sakuragi, infatti, era orfano di entrambi i genitori. Sua madre era morta di cancro all'utero quando lui aveva solo 7 anni. Ma aveva decine di ricordi di lei. Il suo profumo, tanto per cominciare. Un profumo così dolce da stordire. Profumo di biscotti appena sfornati, biscotti al cioccolato, buoni e croccanti, come solo lei sapeva fare. E poi c'era quell'altro odore. Quello di quando la mamma non era in cucina. Un aroma speziato, di incenso e vaniglia, un profumo che lo avvolgeva quando lei lo prendeva in braccio, un profumo che lo faceva sentire caldo e protetto.
E infine c'erano i suoi capelli. Rossi come il fuoco. Morbidi come seta. Che le incorniciavano il viso rendendola più bella di una dea. Ed erano quegli stessi capelli che lui portava con tanto coraggio, anche se veniva preso in giro da tutti.
"Ehi Sakuragi, perchè non ti tingi?" era una delle domande che più spesso gli venivano rivolte.
E mentre prendeva a testate i poveri malcapitati che avevano avuto la pessima idea di dirgli una cosa del genere, Hanamichi non riusciva a fare a meno di pensare alla sua mamma, che probabilmente l'avrebbe sgridato per aver fatto a botte. Ma che sarebbe stata orgogliosa di lui, per aver difeso quel colore che tanto amava. La sua mamma che era tanto bella. E suo padre era stato così male dopo averla persa.
Aveva cominciato a bere. E lo aveva fatto per 6 lunghi anni. Ma poi aveva smesso. Davvero. Era uscito dal tunnel dell'alcol, per ricadere in quello di una malattia orribile, la cirrosi epatica. Che gli aveva procurato anche l'infarto a causa del quale era morto. Anche se Hanamichi sapeva che avrebbe potuto salvarsi, se non fosse stato per quella sua assurda mania di fare sempre a botte. Non si ricordaca quanti fossero quella volta. Ma sapeva che le mani e i piedi che lo avevano colpito erano veramente tanti. E ad ogni calcio e ad ogni pugno si aggiungeva il dolore di sapere che suo padre, a casa, si stava lentamente spegnendo. Che il suo cuore si stava rompendo. E che lui non poteva salvarlo.

Hanamchi si sedette su una panchina del parco, vicino al campo da basket. Avrebbe tanto voluto fare due tiri, ma non aveva la palla. E poi si sentiva così triste. Gli mancavano tanto il papà e la mamma. Gli mancavano davvero.

Il tribunale dei minori lo aveva messo sotto la tutela dei suoi nonni materni, che però viveano in un'altra città. E lui non voleva abbandonare i suoi amici, le sue truppe. Il suo Yohei.
E allora si era trovato un lavoro che gli permettesse di andare a scuola, per dimostrare di potercela fare anche vivendo da solo. All'inizio era stato molto faticoso, ma poi erano cominciate le gratificazioni, e la prima promozione. Ora con il suo stipendio e l'assegno dei nonni era in grado di vivere più che degnamente. E finalmente sapeva di poter ripagare Yohei per tutto quello che aveva fatto per lui. Per tutto l'aiuto che gli aveva dato. Per l'affetto disinteressato che ancora gli donava. Perchè era l'unico vero amico che avesse mai avuto. Perchè lo amava davvero. Un amore completo e sincero. Un amore ricambiato. Un amore che però...

I suoi pensieri furono interrotti dal rumore di una palla da basket che infilava il canestro, per poi ricadere sul campo. E dal suono di una voce profonda e inconfondibile, che lo salutava.
"Do'aho! Che ci fai qui?"
"Ah. Sei tu Rukawa. Ciao."
Rukawa trasalì. Nessun 'Teme Kitsune, come osi chiamare idiota il Tensai', 'stupida volpe idiota sarai tu', 'imbecille', 'fai pena' e altre amenità del genere. Solo un saluto. Un saluto normale, pronunciato con aria decisamente triste. Rukawa era davvero stupito.
Si sedette sulla panchina accanto al compagno di squadra e gli mise una mano sulla spalla.
"Che ti succede, Do'aho?"
Sakuragi alzò lo sguardo e si trovò davanti gli occhi di Rukawa. Occhi bellissmi, che lo guardavano con dolcezza. Come se la Kitsune fosse veramente preoccupata per lui. Il rossino decise di dare una possibilità al rivale ed evitò di rispondergli male, almeno per una volta.
"Non è niente, davvero. Stavo solo pensando a... no, non credo che ti interesserebbero le mie lagne"
"E se ti dicessi che invece mi interessano, e molto? Mi sveleresti i tuoi tristi pensieri?
"Non prendermi in giro, Kitsune. Non vedo proprio in che modo potrebbero interessarti i miei problemi"
"Perchè sono i tuoi. E perchè ora sei triste. E perchè qui ci sono solo io, e stasera sono di buon umore e mi va di aiutare un amico... è sufficiente?"
Sakuragi accennò un sorriso forzato. Ma poi le lacrime, che da un po' premevano per uscire dai suoi occhi, sfuggirono al suo controllo, e il ragazzo scoppiò a piangere.

(Puntualizzo una cosa: A me quando Hana comincia a frignare non piace per niente. In questo caso però lui sta pensando ai suoi genitori morti e a sua nonna che rompe le balle... sarebbe venuto da piangere a chiunque. Hanamichi non è una persona debole o sfigata per questo. Anzi, ci vuole più coraggio a piangere che a mostrarsi imperturbabili di fronte agli altri... non è da tutti saper mostrare i propri sentimenti NDSeichan Secondo me è solo un piagnone NDFukuda Cosa vuoi tu, Fuku-chan? Torna da Ally immediatamente, capito? NDSeichan Ok... ma tu la finirai prima o poi quella fic? NDFuku-chan Quella su te e Ally? Penso proprio di sì! NDSeichan)

Rukawa non sapeva che fare, e si limitò ad abbracciare il rossino e a stringerlo forte. Hanamichi arrossì violentemente, e il suo pianto cominciò a scemare, fino a che le lacrime smisero di rigargli il volto abbronzato.
Rukawa lo guardò di nuovo.
"Allora, mi vuoi dire una buona volta che cavolo ti succede?"
Hanamchi si ritrovò a raccontare tutto di sè alla Kitsune, dei suoi genitori, dei suoi nonni, di come fosse faticoso dover lavorare e studiare contemporaneamnete, con gli allenamenti e le partite a cui non poteva mancare assolutamente. Rukawa lo ascoltò in silenzio, annuendo ogni tanto, ma senza mai dire una parola.
"Capisci ora perchè sono triste stasera?"
"Anche la mia mamma è morta" disse il moro, con naturalezza.
Sakuragi non sapeva che dire.
"E' successo quando io avevo... bhe... più o meno avevo la stessa età che avevi tu quando è morta la tua. Un giorno è uscita con mio padre per andare ad un ricevimento. Mio padre è tornato due mesi dopo con gambe braccia ingessate. Lei, invece, non è tornata più. Mio padre ha creato un muro fra sè e il mondo per non impazzire, e si è buttato nel lavoro. praticamente non fa a ltro che lavorare. Lo vedo sì e no tre, quattro volte l'anno, ma mai per più di due giorni. Io, invece, fra me e il mondo ho messo una palla da basket. Che fino ad ora è stata la mia unica ragione di vita. L'unica cosa che sia stata capace di smuovermi dall'apatia nella quale ero caduto dopo la morte di mia madre. "
Hanamichi prese la mano del volpino e la strinse forte. Poi lo guardò e, dolcemente, sorrise.
"A quanto pare Kitsune, abbiamo molte più cose in comune di quanto pensassimo!"
"Già. Chi l'avrebbe mai detto, eh?"
"Eh sì..."
"Proprio così"
I due ragazzi si guardarono e scoppiarono a ridere.
Tra una risata e l'altra, Rukawa chiese a Sakuragi che programmi avesse per quella sera e il rossino rispose che non aveva niente da fare.
"Perchè non vieni da me? Ho comprato la videocassetta con gli ultimi tre episodi di Evangelion... se ti va..."
"E me lo domandi? Sono secoli che voglio vedere quel dannatissimo episodio 24 e ancora non ci sono riuscito... Con tutto quello che ho letto su quella puntata sono proprio curioso!"
"Ok! Ti va se ci fermiamo a comprare un pizza? Ho voglia di cucina italiana... e c'è una pizzeria molto carina vicina a casa mia, gestita da quattro ragazze italiane molto simpatiche! Se vuoi te le presento!"
"Sono carine almeno?"
"Sì... e anche i loro ragazzi sono molto carini, soprattutto molto grossi..."
"Ah... ma io mica volevo provarci, che hai capito?"
"Dai andiamo, Do'aho che non sei altro!"

Circa mezz'ora dopo i due erano a casa di Rukawa, pizze alla mano, che chiacchieravano allegramente sul divano.
"Quelle quattro sono delle pazze!"
"A chi lo dici... Io è un po' che le conosco e ancora non sono riuscito a capirle!"
"Facciamo un riassuntino allora! Loro quattro sono sorelle, giusto?"

(A questo punto ho inserito le 4 persone a cui ho affidato le mie fanfic e a cui voglio più bene!!!! Non scrivo i nomi, se vogliono se li mettono loro prima di mettere la fic on-line. La sfida, comunque, è capire chi sono! Anche se non è difficile, visto che sono quattro bravissime web-mistress! E poi c'è una cugina a sorpresa, che non è una web-mistress ma a cui voglio tanto bene lo stesso! NDSei-chan)

"Giusto. La più grande è la padrona della pizzeria, legge solo storie yaoi, le scrive pure e gestisce un giornale sull'argomento, che esce ogni anno. E' una ragazza molto coraggiosa, intelligente e che non si arrende davvero mai! E' veramente in gamba!"
"E' una da ammirare, non c'è dubbio! La seconda, invece, è anche lei una scrittrice, ma preferisce disegnare doujinshi invece di studiare per l'università... A proposito... che belli i suoi disegni... Mamma mia, sembra una professionista... "
"Che ti ha trovato davvero carino... sei diventato color dei tuoi capelli quando te l'ha detto!"
"Ru non sfottere! Andiamo avanti piuttosto! Fin qui abbiamo una Mangaka e una Giornalista. Ci restano le ultime due..."
"La terza che ti ho presentato è quella che scrive in inglese. Quella ragazza vive in un mondo tutto suo, una specie di Paradiso Proibito (chi ha orecchie per intendere intenda, gli altri in roulotte! NDS) a tutti tranne a lei che è un vero Angelo, anche se Proibito pure quello, dato che è un vero terremoto, secondo me!"
"Hai ragione Ru! E poi c'è lei. L'ultima della serie. Quella innamorata cotta di te!"
"Ma davvero?"
"Davvero! Giuro! Non l'hai mica vista come ti guardava mentre ti raccontava di quelle stronze delle sue presidi che l'hanno tenuta a scuola fino a tardi senza cibo?"
"No, non ho notato! Ma sbavava così tanto?"
"E' sì... però a quanto pare anche lei è molto brava a scrivere... di promesse, Assedi e Fantasmi..."
"E anche di Assi di cuori!"
"Quella non l'ha ancora finita, ma noi si aspetta pazienti, vero?"
"Già. E poi c'era il quinto membro a sorpresa..."
"... e cioè la cugina italiana in visita... anche lei una grandissima scrittrice... in famiglia hanno il dono della parola scritta, non credi?"
"Eh Sì! Lo penso anch'io! Comunque la cugina deve avere un debole per Koshino..."
"E come lo sai?"
"Li ho visti l'altro giorno che parlavano mentre Koshino aspettava la pizza e lei aveva gli occhi da triglia!"
"Davvero? Adesso che faccio mente locale mi ha chiesto se lo conoscevo..."
"Ma dai? Però a lei piacciono i vampiri..."
"Sì, e le storie di omicidi-suicidi..."
"E pure lei scrive in inglese... Davvero una bella famiglia, non c'è niente da dire! E poi fanno una pizza che è una meraviglia!"
"Concordo... adesso guardiamo la cassetta, che è tardi!"

Circa mezz'ora dopo erano tutti e due in lacrime, abbracciati sul letto di Ru. (La cassetta l'avevano guardata in camera, visto che comunque era ora di andare a nanna!)
"Povero, sniff, Kaworu... non doveva finire così..." singhiozzò Rukawa.
"E chi, sigh, se lo aspettava che fosse proprio lui il 17° angelo..."
"E poi Shinji lo amava così tanto... Buaaaaaah"
Hanamichi guardò sospreso l'amico in lacrime, e poi gli asciugò il viso con il dorso della mano.
"E' brutto perdere una persona che si ama, vero Ru?"
"Sniff, sì, sniff, è bruttissimo..."
"Ti voglio bene Kaede..."
"Anche io Hanamichi..."
I due ragazzi si abbracciarono e si addormentarono sulle note della sigla finale di Evangelion, stretti l'uno all'altro, in un dolce sonno ristoratore.

-Owari sesto capitolo-

Seichan: Piaciuto?
Ru: Chi sono quelle cinque pazze che ci hai fatto conoscere in pizzeria?
Seichan: Non ci credo che non lo sai...
Hana: Io lo so e la Kitsune no!
Ru: Lo so anch'io, razza di Idiota! volevo farlo dire a lei!!!!
Seichan *bocca cucita*
Ru: Kami-sama quanto ti odio quando fai così!
Seichan *ride come una matta*

PS: Se sapete chi sono le quattro pizzaiole e la cugina, scrivetemelo

Capitolo 7...