GENERATION IN LOVE # 1
- MIOR -

CAPITOLO 6
SEGRETI

Ormai erano due settimane che Sakura frequentava il Kouzu, si era inserita bene nel gruppo, ormai uscivano tutti assieme. Sakura però finora non aveva mai assistito agli allenamenti. Sumire e Mika la trascinavano sempre via con loro. Quel giovedì però Sa-kura era lì, seduta per terra con la schiena appoggiata ad un muro della palestra. La squadra si stava allenando e lei la guardava. Oltre a guardare la ragazza veniva anche guardata da un giocatore che non si perdeva un suo solo movimento. Sakura quel pomeriggio indossava una maglietta a tre quarti grigia, un paio di jeans larghissimi e le adidas bianche e azzurre. Il suo zainetto era appoggiato al muro vicino a lei. Hiragi la guardava, era bellissima… poi però la voglia di giocare prevalse e, come Tachibana e più o meno tutta la squadra, dimenticò il mondo. Sakura li osservava.. le sarebbe piaciuto giocare in quel momento. Ma solo contro un giocatore difficile, altrimenti non si sarebbe divertita… quei due… *Hiragi e Tachibana… quei due sono una coppia da manuale! Sono perfetti insieme… devono essere grandi amici, sembra che siano tele-patici, a differenza di altre coppie che ho visto non hanno bisogno di dirsi nulla, sanno quando l’altro tirerà la palla senza bisogno d’indicazioni…Hiragi ha una tecnica di gioco straordinaria, ma Tachibana gioca in modo più _vivo_… sono entrambi dei geni…*. “lo so cosa stai pensando.” Minefuji si sedette accanto a Sakura “sono bravissimi, vero? Con loro vinceremo il torneo interscolastico. “ “lo pensi davvero?” “sì. Non ho dubbi.”

“Minefuji,” chiese Sakura “che ore sono?” “le sei meno 10, perché?” “coosa? Oh, caz…devo andare! Ciao raga!” esclamò lei e uscì veloce come una furia dalla palestra. Tachibana la guardò stupito, o per meglio dire, guardò la porta dalla quale era uscita, e disse “ ma che aveva? Vabbè, dai continuiamo ad allenarci!”

Sakura era uscita velocemente dalla palestra per andare agli allenamenti di basket. Nessuno a Tokyo sapeva di questo suo impegno, non aveva nessun motivo nel na-sconderlo, i suoi anzi, l’avrebbero incoraggiata, ma aveva bisogno di qualcosa solo per se. Aveva scelto una palestra dove si allenavano i ragazzi suoi coetanei delle scuole professionali, le squadre erano miste e avrebbero affrontato i coetanei dei licei duran-te il torneo interscolastico. Il fatto che le squadre fossero miste non costituiva un pro-blema per il regolamento, la squadra di Sakura avrebbe potuto affrontare una squadra del tutto maschile o femminile. Solo la norma non era molto conosciuta. Raggiunta con la metro *oh, cazzo, ho lasciato lo zaino al Kouzu!* la palestra nel quartiere O-hio , Sakura andò a sbattere contro un ragazzo. Alto, con corti capelli castano chiari a istrice, occhi verdi, un fisico atletico. Indossava una maglia da rugby, un paio di stinti pantaloni da rapper e dei rollerblade. “Minegawa, hai l’aria affannata! Avevi paura di arrivare in ritardo?” “ dici perché… ho… il fiatone… e… non mi reggo in piedi… che per-spicacia! Dai Take-kun… fai il cavaliere, offrimi un tè.. io ho usato gli ultimi yen che avevo in tasca per la metro… ho lasciato a scuola lo zaino!“ “dai vieni, fece lui affer-randola per un braccio “ ma ti dovrai accontentare di una lattina in due, perché sono a secco anch’io!” “ok, andiamo”. Bevvero il te chiacchierando, poi con l’arrivo dei com-pagni iniziarono, quasi per gioco, gli allenamenti. Con l’arrivo del coach però le cose cambiarono. Kaede Hikesato, 38 anni, ex giocatore di basket professionista che ora al-lenava la squadra dell’Ohio. Si diceva felice, aveva lasciato il basket come giocatore per un infortunio che gli aveva causato problemi alla clavicola. Spesso scherzava di-cendo di poter prevedere i cambiamenti del tempo grazie alla spalla.

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