GENERATION IN LOVE # 1
- MIOR -

CAPITOLO 7
UNA PASSEGGIATA SOTTO LA PIOGGIA

L’allenamento durò dalle 18.30 alle 22.00, orario in cui Sakura salutò i compagni (un-dici ragazzi e quattro ragazze) per tornare a casa. Anzi, per tornare al Kouzu. Arrivata all’ingresso della palestra *brrrrr! Che freddo! Mi sa che verrà un temporale, l’ha detto anche Hikesato-sensei*… l’attendeva però una sorpresa. Hiragi era ancora lì, a palleg-giare ed allenarsi, incurante del temporale in arrivo, la vista di Sakura lo lasciò sorpre-so, *che ci fai qui, Sakura? Non eri andata via?” “si, ma…” fece lei indicando la mac-chia azzurra sulla parete vicino a lei “ho lasciato qui lo zaino” “ho capito.” “senti, ti va di un incontro one to one? Se non sei troppo stanco, naturalmente.” “stanco, io? Hai sbagliato persona, ragazzina! Sei pronta? Non avrò pietà” “figurati se mi faccio spa-ventare da uno come te! Pfui! Non mi hai mai visto giocare, _ragazzino_!” “Davvero? Allora m’impegnerò al massimo!”

A Sakura la palla. Lei corse velocemente lungo i lati del campo, ma Hiragi correva più forte. Le rubò la palla e partì in contropiede. Canestro! Il rimbalzo fu di Sakura. Corse al centro, evitando il marcaggio del ragazzo. Questa volta fu Sakura a far entrare la palla nell’amato cerchio metallico. L’incontro proseguì per un ora, mentre intorno a lo-ro infuriava la tempesta. Alla fine, esausti, crollarono sul pavimento, ridendo.

“allora, chi ha vinto, Hiragi?“ ”mah… ho perso il conto… che ne dici di un pareggio?” “un pareggio con la possibilità di rivincita.” “ok. Fatta.” “bene. Ehi, sono le undici pas-sate, e senti che temporale c’è fuori!” “già. Oddio, Sakura, sono senza ombrello!” “don’t worry, Hira-kun! Ne ho uno io.” “mh… grande quanto?” “uomo di poca fede! Ci stiamo in due! Un po’ stretti, magari, ma ci stiamo!” “andiamo allora?” “si, tanto mi sa che non smetterà tanto presto!” “ok. Non dimenticarti lo zaino!” “ha ha. Che diverten-te. Dentro questo zaino c’è tutto quello che mi serve per sopravvivere a Tokyo. È fon-damentale per me. Non lo vedi com’è stinto? Un tempo era turchese, ora è celeste pallido, tendente al grigio… ma a me piace così. Ogni singola parte di questo zaino ha un significato per me.” “e l’aquila di peluche che hai appeso alla cerniera? Cosa signifi-ca?” “quella sono io. Come l’aquila, io nella mia vita volerò alto. Non mi fermerò alle valli dei mortali, non mi basta… io voglio arrivare in alto. Voglio realizzarmi.” “realiz-zarti in cosa? Ancora non lo so…diciamo che voglio avere la forza di volontà per segui-re le mie aspirazioni. Voglio riuscire in ciò che mi metto in mente… lo so che è un ra-gionamento confuso… ma nella mia vita… qualsiasi cosa decida di fare… ce la farò…io volerò alto”. Gli occhi di Sakura si erano illuminati mentre parlava, alla luce che entra-va dalle finestre i suoi occhi sembravano pozze viola, scintilanti. “andiamo aquilotta, la pioggia sembra essere diminuita.” Falso. I due guardarono fuori dalla porta della pale-stra, osservando le grosse gocce di pioggia che cadevano fitte “Oddio, diminuita, dici? Mi sembra che ci sia un monsone, altro che!” “andiamo.”

Stretti sotto l’ombrello Hiragi e Sakura camminvano lungo i marciapiedi di Tokyo. “do-ve abiti, Hiragi?” “vicino alla torre televisiva.” “mmm…è vicino casa mia. Hai presente il Mr Donut appena accanto la torre? Un chilometro scarso in quella direzione.” “io a-bito dall’altra parte.” “mmmm.. allora facciamo…” “facciamo che ho una fame bestiale, dopo essermi allenato di continuo dalle cinque fino ad ora! Per cui tu, essendo in parte responsabile, verrai con me al Mr Donut a mangiare qualcosa!” “cos’è, un invito?” “no, è un obbligo! Mangerai qualcosa e poi potrai andare a casa…” *beh.. io è dalle sei e un quarto che mi alleno… e poi la compagnia è piacevole…molto piacevole…oddio, perché mi guarda così… mi sa.. mi sa che mi sto innamorando di Hiragi… lui è carino, gentile… è… è così _lui_ sì, mi sono innamorata…* “Ok, accetto!” “Guarda che non avevi pos-sibilità di scelta!” Seduti ad un tavolo, mentre aspettavano le cibarie, guardarono fuori dalla finestra. Era mezzanotte passata, ma i marciapiedi erano pieni di gente. Magica Tokyo. “sai, Hira-kun, una volta ho trovato una frase in un manga . Dicevano che To-kyo è l’unica città che corre sul filo della distruzione divertendosi….Probabilmente è vero… ma, a me Tokyo piace proprio per questo … poi.. mi piace l’atmosfera… mi piacciono le persone.. mi piace perfino il vostro accento…” poi arrivarono le loro ordi-nazioni e mangiarono in silenzio. Una volta usciti, Hiragi afferrò il braccio di Sakura e le disse “ ti accompagno”.

Camminarono, silenziosi, lungo i marciapiedi mentre Hiragi sembrava pensieroso e Sakura pensava a lui.. ma se cercava di trovare una logica ai propri sentimenti si con-fondeva… si era innamorata di Hitonari Hiragi… era l’unica cosa che potesse spiegare il batticuore che aveva… “ecco, io abito qui” disse Sakura indicando la villetta unifamilia-re di fronte a loro. “Sakura…” “…dimmi…”la fissò negli occhi, quelli viola di lei contro quelli color cioccolato di lui.. il cuore di Sakura batteva ancora più forte “volevo dirti una cosa, ma non mi riesce di esprimermi a parole… così…” Hiragi si chinò su di lei, le mise una mano sul mento, alzandolo verso di lui, e la baciò. Dolcemente, ma inten-samente. Sakura spalancò stupita gli occhi, ma li richiuse mentre il bacio continuava. L’ombrello cadde ai loro piedi, mentre lei si alzava in punta di piedi per baciarlo a sua volta e gli cingeva il collo con le braccia. “Saku…” disse lui quando il bacio finì “shhh… non dir nulla Hira-kun.” “Sakura, se provi quello che provo io, chiamami Hitonari.” “fra fidanzati ci si chiama per nome, è questo che intendi?” “sì. Sakura” la guardò fisso negli occhi, dove lei si perse mentre lo abbracciava e gli sussurrava all’orecchio “…Hitonari…”

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