GENERATION IN LOVE # 1
- MIOR -

CAPITOLO 5
CONFIDENZE

Saki e Sakura rimasero in classe da soli “andiamo?” fece Sakura “no, vieni con me, Mine-chan.”. Saki afferrò per mano Sakura e la trascinò sul tetto e la spinse sul ter-razzo “adesso dimmi perché sei qui e dove sei stata!” la aggredì. Sakura sembrava confusa dal tono serio di lui, ma si riscosse subito. “sono qui a Tokyo perché mio papà ha chiesto il trasferimento. Voleva che Sei-chan e io crescessimo a Tokyo. Ha afferma-to che per me è un po’ tardi ma che Sei-chan è abbastanza piccolo perché possa cre-scere come un giapponese.” “tu però dove sei stata? Toshio mi ha detto che hai viag-giato tanto con i tuoi, ma che hai sempre fatto in modo di poter essere a Osaka per le vacanze. “ “sì, con i miei sono stata in Texas, dove ho conosciuto Josh e Meredith. Sono rimasta quattro mesi, poi siamo passati a Toronto per due mesi, a Capo Nord per un mese e mezzo e infine a Venezia per un altro mese. Poi sono tornata ad Osaka, tu eri già a Tokyo, e mi hai sempre trovato a Osaka quando tornavi come me per le vacanze. Ed ora eccomi a Tokyo. Non credo che mi trasferirò tanto presto stavolta. Contento della spiegazione?”

La ragazza mentre parlava si era appoggiata con i gomiti alla recinzione che li proteg-geva dal cadere giù dalla terrazza, e il vento le faceva ondeggiare le ciocche di capelli sfuggite al mollettone. “no che non sono contento!!! Mine-chan, perché non me l’hai detto?” “perché ogni volta che ci torno, sento che il Giappone è la mia vera casa, nes-sun altra parte. E quando sono a Osaka, o a Tokyo, allora sto bene. Quando ero via, vivevo lo stesso la mia vita, ma c’era sempre un punto della mia anima che soffriva. Nel ciliegio innevato che avevo a Toronto in giardino rivedevo il parco di Osaka, e ci stavo male. Perfino vedendo il McDonald’s di fronte a casa mia a Oslo sognavo uno dei nostri Mr Donut. Per questo quand’ero a Osaka, quand’ero a casa, non volevo pensare a quando sarei partita di nuovo. E non ne parlavo con nessuno.” Sakura ormai pian-geva, guardando fisso il cielo cupo di quel giorno… mentre guardava nel nulla, grosse lacrime le erano sgorgate dagli occhi, scendendo poi lungo le guance fino agli angoli della bocca. Poi si girò verso Saki e, con un sorriso felice, disse “ora però sono qui e non me ne andrò più via.” Corse verso Saki e lo abbracciò di slancio “Saki-kun!” gli mormorò contro “mi sei mancato! Mi sei mancato tanto!!”

Capitolo 6 >>