La notte era tersa, priva di nubi.
Sulle cime degli alberi, il blu scuro punteggiato di stelle che erano
luminose quasi quanto la luna, di un rosso sanguigno.
Una lieve brezza faceva stormire le fronde degli alberi, e sembrava sussurrare
fiabe e novelle, per chiunque ambisse al sonno in quella notte sospesa
nel tempo.
Eppure lui non riusciva a dormire.
Il ragazzo fissava, da un ramo di uno di quegli alberi, la bellezza del
firmamento stellato, senza vederlo.
Pensava.
Pensava a ciò che avrebbe compiuto l'indomani, e sentiva il cuore
battere, battere forte.
Non era paura
Era, era
qualcosa che non sapeva nemmeno definire.
Forse soltanto amore.
Lì, seduto su un ramo di un albero nell'immensa foresta che si
estendeva fino alle radici dei monti, Inuyasha ripensava al suo primo
incontro con la donna che ora amava con tutte le sue forze.
Kikyo
Una potente miko che si era innamorata di lui
Un infimo hanyou.
Ancora adesso non riusciva a crederci
Eppure, il giorno dopo avrebbe
usato la Shikon no Tama per diventare umano, e avrebbe vissuto con lei.
Basta gente che lo derideva, che lo insultava, basta coi combattimenti
vinti spesso per il rotto della cuffia contro gli youkai, basta basta
basta!
Sospirò di felicità, guardando il cielo con gli occhi pieni
di stelle e la mente colma di ricordi.
La prima volta che aveva visto la donna che poi avrebbe amato
Non
l'aveva vista realmente, per lui, era solo la sacerdotessa custode della
Shikon no Tama.
Si erano battuti, e lei l'aveva sconfitto. E non ucciso.
Lo aveva colpito, questo, non aveva creduto per un istante che non volesse
sprecare le sue frecce, non le importava di quelle che aveva già
tirato, e, per finirlo gliene sarebbe bastata una.
Era una sua nemica.
Ma poi, qualcosa era cambiato.
Dal giorno in cui l'aveva chiamato vicino, e gli aveva detto che erano
simili.
Mai aveva pensato che qualcuno potesse essere simile a lui, era sempre
stato solo. Contro tutti.
Ora qualcosa era cambiato. Le stava vicino, sempre, e, quando non era
con lei, la pensava
Passava il tempo, le stagioni si susseguivano, lui a volte l'aiutava,
per i lavori pesanti, oppure cacciava per lei
Senza dirglielo, naturalmente.
Solo, a volte la sacerdotessa Kikyo trovava della carne fresca nella sua
dispensa.
Non gli aveva mai detto di averlo scoperto, anche se, qualche volta, aveva
avuto l'impressione che lei lo stesse osservando mentre, la notte, costruiva
un nuovo magazzino asciutto per le sue erbe medicinali
Alzò nuovamente la testa, che poco prima aveva abbassato vero il
petto.
Il cielo stava iniziando a tingersi, e lungo le montagne dietro di lui
si snodava un nastro di azzurro chiaro, precursore del sole.
(Come ho preso questa decisione? Sono sicuro di stare facendo la cosa
migliore?)
Ripensò a quel giorno, mentre parlavano insieme (Già, una
delle cose nuove per me era poter parlare con qualcuno che mi ascoltasse
per davvero
) gli aveva detto che avrebbe potuto diventare umano.
Umano
Poi, quel giorno
quella gita in barca
A volte uscivano in barca assieme, se Kikyo non aveva cerimonie ufficiali,
ne malati da curare o youkai da uccidere. Lo capiva, questo, lei era pur
sempre la più potente miko del Giappone. E quel giorno, senza neppure
sapere come, se l'era ritrovata tra le braccia.
Quante volte l'aveva desiderato? Non lo ricordava più neanche lui.
E mai ne aveva avuto il coraggio
Perché lui era uno spregevole
hanyou e lei una stimata sacerdotessa, perché lei aveva tutto,
e lui meno che nulla.
(Si, è la scelta giusta)
Si riscosse, deciso, risoluto.
Il sole aveva iniziato a illuminare il suo kariginu, e Inuyasha saltò
giù dall'albero, camminando, risoluto e col cuore al galoppo, vero
il villaggio di Kikyo.
(Questa notte mi vedrà umano
E con Kikyo) Un sorriso illuminò
il volto del ragazzo mentre si dirigeva, quasi correndo per la felicità
e l'emozione, verso la donna che amava
Capitolo 2...
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