Crepitio.
Il cervo alzò la testa, aguzzando le orecchie appuntite, al rumore
proveniente dal villaggio.
Il cielo era oscuro, il cervo, circospetto, si mosse nel chiarore delle
infinite stelle, quasi più forte di quello della luna sanguigna,
quasi presagio di morte.
Tutto taceva. Nel bosco, nessuno youkai si faceva sentire, nessun animale
notturno faceva frusciare l'erba.
Il fuoco brillava nella capanna, illuminando di luce fievole l'oscurità.
L'unica finestra della più esterna delle capanne del piccolo villaggio
irradiava luce in un piccolo spiazzo erboso.
Il cervo, circospetto, si avvicinò, quando un secondo crepitio
lo fece fuggire d'un balzo verso l'oscurità amica della foresta.
Il rumore del cervo al galoppo scosse la miko all'interno della capanna.
Kikyo alzò gli occhi verso la finestra, sovrapensiero.
L'indomani avrebbe
Alzò il volto verso le assi della capanna dove abitava, rese quasi
arancio dei bagliori del fuoco.
Ripesò a quella volta, la prima volta che l'aveva visto.
Un hanyou. Niente di più. Certo, erano rari, ma lei ne aveva già
visti, ma per lei era solo un altro nemico. L'ennesimo
Ma in lui c'era qualcosa di diverso
Non voleva più potere
soltanto.
No, quello sarebbe stato solo un mezzo per giungere a ciò che realmente
desiderava.
L'aveva osservato, senza darlo a vedere.
Aveva addosso la solitudine.. Quasi una sensazione fisica, a vederlo.
E l'aveva sentito simile.
A lei.
Per questo non l'aveva ucciso, ne imprigionato in maniera definitiva,
come avrebbe potuto fare.
Lo aveva visto e aveva notato che era...bello.
E, per la prima volta, con quel ragazzo, aveva capito di essere veramente
una donna.
Da quel momento, l'aveva notato spesso girare attorno al villaggio
Mai
aveva attaccato qualcuno.
No, non era questo, che voleva
Non era malvagio.
Poi, quel giorno, in cui le era venuto vicino e, per la prima volta, l'aveva
vista davvero
.
(Mi scoprii
Non avrei dovuto farlo, ma sapevo che non mi avrebbe
fatto del male
.)
Aveva visto la rabbia nei suoi occhi dorati cedere il posto al rimorso
per averla tanto inseguita.
Se n'era andato senza una parola, ma era tornato spesso.
Capiva che il suo interesse per lei non si limitava alla shikon no tama
Che la vedeva come una persona, come una donna.
E sempre dovevano restare nascosti. Nessuno doveva saperlo.
Kikyo si concesse un sorriso amaro, fissando, senza vederle, le travi
sopra di lei.
Lei, Kikyo, la potente miko, la custode dello Shikon no Tama, non era
libera di amare quel ragazzo
Solo perché era un hanyou.
Non era giusto, affatto.
Sentì freddo e si voltò a guardare il fuoco, stava languendo,
non restavano che braci, ormai.
Gettò una manciata di sterpi nelle braci, ed esse crepitarono subito.
Tornò a sdraiarsi, e ad osservare le travi scure del soffitto.
(Quando gli dissi che poteva diventare umano
Lui non volle
)
Avrebbero potuto stare assieme, se lui fosse diventato umano. Ma non lo
desiderava e lei non voleva obbligarlo.
Lo amava.
Quando se n'era resa conto? Non lo ricordava più
L'inizio
del suo amore per Inuyasha era forse quando gli aveva detto che erano
simili
O prima,la prima volta che l'aveva visto? Non ricordava
(Ma è poi così importante?) Si chiese.
Il giorno dopo Inuyasha sarebbe diventato umano, la Shikon no Tama purificata
e sarebbero vissuti insieme.
Il suo cuore batteva forte.
Era sempre
Sempre
Stata una miko, o educata per esserlo. Non
conosceva ciò che normalmente veniva insegnato alle bambine.
Non sapeva come sarebbe stata la sua nuova vita.
(Sto facendo la scelta giusta?)
Vivere con Inuyasha, diventare una moglie, le avrebbe tolto molti privilegi
Le miko erano più rispettate delle semplici donne, considerate
poco più che niente
(Sono sicura di volerlo fare?)
Lo Shikon no Tama brillò, alla sua destra: lo aveva con se in previsione
dell'indomani
Odiava quella gemma.
(Si, lo voglio
Amo Inuyasha)
Basta con gli youkai che l'attaccavano giorno e notte, con la gente che,
vedendola passare, la indicava come "la miko custode della Shikon
no Tama" dimenticando che lei era Kikyo, una donna
basta basta
basta!
Il fuoco era ormai spento, mancava una mezz'ora, all'alba, ma decise di
avviarsi lo stesso.
Si alzò, dirigendosi verso la stuoia che chiudeva la sua capanna,
la sollevò osservando fuori.
Il cielo era solo lievemente più chiaro, ma gli animali del giorno
ancora dormivano e quelli della notte erano elle loro tane.
Il silenzio e la pace ricoprivano il mondo come un caldo mantello.
Kikyo respirò a fondo, sentendo l'aria frizzante della primissima
mattina riempirle i polmoni, aggiungendosi alla sua gioia.
Si volto verso le montagne da dove presto il solo avrebbe mostrato il
suo volto.
(Stanotte sarò solo Kikyo, una donna, tra le braccia di Inuyasha)
Rise di gioia, nell'aria fredda e immobile risuono a lungo,fresca e argentina
come la mattina che doveva ancora venire
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