REGIA MARINA
- NAVI CORAZZATE DI CLASSE LITTORIO -
BATTLESHIPS LITTORIO'S CLASS
STORIA E CARATTERISTICHE TECNICHE
HISTORY
Impiego operativo
(tratto da http://it.wikipedia.org/wiki/Classe_Littorio )
Queste navi, di notevole qualità e prestigio tecnico, ebbero un impiego
assai modesto durante il secondo conflitto mondiale, per l'eccessiva
prudenza con cui i comandi le utilizzarono. È indicativo il fatto che,
stando ai dati conosciuti, nessun colpo di grosso calibro sparato da queste
navi sia mai andato a segno in combattimento. La Littorio e la Vittorio
Veneto, non ancora operative il 10 giugno 1940, entrarono in servizio attivo
durante l'estate dello stesso anno inquadrate nella IX Divisione. La
Littorio venne gravemente danneggiata con 3 siluri dagli aerosiluranti
Fairey Swordfish durante la notte di Taranto l'11 novembre del 1940, e
rientrò in servizio oltre sei mesi più tardi.
Nel 1941 la Vittorio Veneto fu la nave di bandiera dell'ammiraglio di
squadra Angelo Iachino durante lo scontro navale a largo di capo Matapan,
dove la stessa sparò 94 colpi senza esito e poi incassò un siluro
aerolanciato senza conseguenze irrimediabili, ma con notevole entrata
d'acqua e perdita di velocità, alla base del successivo disastro di Matapàn.
Entrambe le unità vennero impiegate in missioni di scorta indiretta ai
convogli per la Libia, ma non ebbero modo di scontrarsi direttamente con
unità di superficie britanniche. La Royal Navy temeva molto le Littorio,
tanto quanto le tedesche Bismarck e Tirpitz in Atlantico.
Nel 1942 la Littorio fu presente alla cosiddetta seconda battaglia della
Sirte, ed entrambe le unità parteciparono alla battaglia aeronavale di mezzo
giugno, in occasione della quale la Littorio venne colpita a prua da un
siluro e ricevette una bomba d'aereo su una delle torri principali, senza
particolari conseguenze. L'impiego delle due potenti navi nella successiva
battaglia di mezzo agosto, che si sarebbe potuto rivelare determinante, fu
impossibilitato dalla scarsità di nafta.
La Roma divenne operativa nell'autunno del 1942, come nave di bandiera del
nuovo comandante superiore in mare, ammiraglio di squadra Carlo Bergamini.
La squadra da battaglia composta dalle tre Littorio, assieme al grosso della
flotta, si rifugiò a La Spezia per tutto l'inverno 1942-'43 e rimase in
porto per buona parte del nuovo anno, nel tentativo di sfuggire ai sempre
più violenti attacchi aerei Alleati. Un eventuale impiego per contrastare
gli sbarchi Alleati in Sicilia venne scartato. Nella notte tra il 18 e il 19
aprile del 1943 la Littorio venne leggermente danneggiata da un
bombardamento aereo su La Spezia; nel corso dell'incursione venne affondato
il cacciatorpediniere Alpino. Il successivo bombardamento sulla base di La
Spezia del 5 giugno, in cui vennero danneggiate la Roma e la Vittorio
Veneto, ridusse la squadra da battaglia alla sola Littorio. Mente la
Vittorio Veneto poté essere riparata in arsenale, rientrando in squadra in
poco più di un mese, per la Roma, colpita nuovamente in un bombardamento
nella notte del 24 giugno fu necessario l'entrata in bacino e il
trasferimento a Genova, rientrando in squadra solamente il 13 agosto.
Al sopraggiungere della notizia dell'armistizio con gli Alleati la sera
dell'8 settembre, la squadra al comando di Bergamini salpò dalla Spezia
prima alla volta della Sardegna, e quindi diresse verso Malta, in
ottemperanza agli accordi con gli Alleati. Le navi italiane vennero
individuate ed attaccate nel pomeriggio del 9 settembre da bombardieri
tedeschi, che con un nuovo tipo di bomba teleguidata, la Ruhrstahl SD 1400
ribattezzata dagli Alleati Fritz-X, riuscirono a centrare in pieno con due
colpi la Roma, che fu subito scossa da esplosioni violentissime (tanto che
la torre sopraelevata prodiera venne scaraventata in mare) e affondò in poco
tempo, spezzata in due tronconi. Anche la Littorio (che dopo il 25 luglio
era stata ribattezzata Italia) venne colpita, ma poté proseguire la
navigazione in assetto.
Epilogo
Le Littorio non vennero impiegate in nessuna missione per conto degli
Alleati, anche se Churchill avrebbe voluto impiegarle in estremo oriente,
valutando l'alternativa di lasciarle o meno sotto bandiera italiana.
Internate ai Laghi Amari, rientrarono in patria solo dopo la guerra. Le
autorità italiane riuscirono a evitare la consegna a Regno Unito e Stati
Uniti (anche l'Unione Sovietica ne reclamò una) delle ancora moderne unità,
ma non ne evitarono l'ingiunzione Alleata di demolirle, cosa che venne
ritardata con ogni mezzo, senza successo anche se inizialmente ci si dovette
limitare al taglio dei cannoni dell'armamento principale. Gli ultimi rottami
delle corazzate divennero presto 80.000 tonnellate di acciaio per le
fonderie di un'Italia che cercava di riprendersi dalle conseguenze della
guerra.
NAVI
CORAZZATE DI CLASSE LITTORIO / BATTLESHIPS LITTORIO'S CLASS