GERMANIA
REICHSMARINE
NAVE CORAZZATA TIRPITZ (NAVE DA BATTAGLIA)
BATTLESHIP TIRPITZ
GIUDIZIO DELLO SHINANO
La Tirpitz è stata sempre ricordata nella storia come la nave gemella della Bismarck, priva cioè di una sua personalità e di una sua elevazione storica.
Questo perchè effettivamente non ha avuto un'esistenza gloriosa ed una fine leggendaria come la Bismarck.
Lontanamente si può fare un parallelo tra la Musashi, conosciuta da tutti come la nave gemella della Yamato.
Ma mentre la Musashi è gloriosamente affondata in una battaglia storica, quella del Golfo di Leyte, incassando una quantità incredibile di bombe e di siluri prima di perire, la Tirpitz non ha partecipato a nessuna azione navale degna di nota.
Questo perchè, dopo l'affondamento della Bismarck, la Reichsmarine non ha più effettuato azione navali significative, limitandosi a qualche scaramuccia nel Mare del Nord, sempre comunque conscia della propria debolezza nei confronti della Royal Navy.
La mancanza di una portaerei (la Graf Zeppelin non fu mai ultimata) la privò di un valido appoggio aereo e rese deboli ed indifese le proprie corazzate (Scharnost, Gneisenau e Tirpitz).
La Tirpitz passò la propria esistenza rintanata nei fiordi norvegesi, scappando continuamente dagli attacchi aerei.
L'unica funzione che riuscì a svolgere egregiamente fu quella che Churchill definì di "fleet in being", cioè di flotta in potenza, in grado di tenere impegnate un gran numero di navi ed aerei nemici, senza nemmeno muoversi.
Nei suoi tre anni di vita ebbe infatti una squadra navale ed aerea inglese a "propria disposizione" e rimase sempre un forte pericolo potenziale.
Non è eretico dire che se la Bismarck non fosse affondata nell'Operazione Rheinubung probabilmente avrebbe fatto la fine della Tirpitz, cioè sarebbe stata costretta a fuggire nei fiordi norvegesi, a causa della ridotta capacità offensiva della Reichmarine, ben lontana dai fasti raggiunti dalla Hochseeflotte allo Jutland nel 1916!
La Tirpitz può essere quindi considerata come una nave sfortunata che soffrì della sindrome del fratello maggior