L'incrociatore lanciamissili Vittorio Veneto (550) è stato la
nave ammiraglia della Marina Militare Italiana, operando dal 1969 al 2003 (anno
in cui è stato collocato in status di Ridotta Tabella di Disponibilità in attesa
del disarmo, avvenuto nel 2006, e della radiazione e portando lo stesso nome di
un'altra nave italiana, la nave da battaglia Vittorio Veneto della seconda
guerra mondiale.
La nave non è stata più operativa dal 1º novembre 2003, a circa un mese dal
rientro dall’ultima campagna addestrativa per Allievi Marescialli, avvenuto il
12 ottobre 2003, quando è stata ritirata dal servizio attivo e posta in riserva
anche a causa dei crescenti costi e dell'obsolescenza strutturale in generale e
dell'apparato motore in particolare. Il Vittorio Veneto ha resistito, grazie
agli ammodernamenti, per più tempo rispetto ai più vecchi Doria, radiati nei
primi anni novanta, ma la sua opera è stata poi demandata al Garibaldi, che
affida a caccia VSTOL la difesa aerea, rinunciando ai SAM a lungo raggio, e
usando, al posto dei cannoni da 76 mm, due lanciamissili Selenia
Aspide/Albatros.
L'incrociatore Vittorio Veneto è in disarmo dal 29 giugno 2006, cioè gli sono
stati tolti gli otturatori dai cannoni e gli stessi sono stati tagliati e
sigillati con tappi di bronzo, ma resta comunque unità della Marina Militare
iscritta al quadro del naviglio militare.
La nave era equipaggiata di quattro Caldaie Ansaldo-Foster Wheeler, con due
gruppi turboriduttori Tosi, dalla potenza di 73000 hp che trasmettevano il
movimento agli assi portaeliche con due eliche a passo variabile. La velocità
massima era di 32 nodi con autonomia di 6.000 miglia a 17 nodi.
L'armamento principale era dato dalla rampa Mk.20 Aster, con tre tamburi rotanti
per 20 ASROC e 40 Terrier, collocata a prora in coperta.
La nave poteva imbarcare fino a 9 elicotteri leggeri di tipo Agusta-Bell AB
204[3], poi sostituiti dagli AB 212 ASW, o sei elicotteri SH-3D Sea King.
Il "Vittorio Veneto" è
stato per una trentina d'anni, fino all'arrivo della "Giuseppe
Garibaldi" e successivamente della portaerei "Conte di Cavour", l'ammiraglia della flotta e allo stesso tempo
quanto la Marina Italiana avesse di più simile ad una portaerei. Questo perchè gli americani ci
avevano tassativamente proibiti la costruzione di una portaerei
vera e propria. Non sarà la "Nimitz" ma
comunque il "Vittorio Veneto" ha avuto una carriera
lunga e impegnativa seguendo in tutto il mondo le missioni n cui
era impegnata come contingente di pace l'Italia, dall'Albania
alla Somalia, per citare alcuni esempi noti. Il nome "Vittorio Veneto"
deriva inequivocabilmente dalla corazzata della classe "Littorio"
che è sta l'ammiraglia della flotta italiana durante la Seconda
Guerra Mondiale. Possiamo dire che si è caratterizzata
per essere una buona unità antisommergibile della sua classe,
dotata di una discreta capacità offensiva. Peccato che la solita burocrazia
italiana non abbia ancora permesso di trasformarla in nave museo ma l'abbia
relegata ad arrugginirsi in totale abbandono nel porto di Taranto (Shinano).
|
STORIA / HISTORY
CARATTERISTICHE TECNICHE /
TECHNICAL SPECIFICATIONS
Nave |
Vittorio Veneto |
Identificazione |
550 |
Tipo |
Incrociatore lanciamissili e
portaelicotteri |
Cantiere di costruzione |
Italcantieri, Castelamare di
Stabia |
Elicotteri imbarcati |
9 |
Impostazione |
10/06/1965 |
Varo |
05/02/1967 |
Entrata in servizio |
12/07/1969 |
Disarmo |
29/06/2006 |
Lunghezza |
170,61metri |
Larghezza |
19,40 metri |
Lunghezza ponte di volo |
48,00 metri |
Larghezza ponte di volo |
18,50 metri |
Immersione |
5,24 metri |
Dislocamento |
8850 tonnellate |
Apparato motore |
8 caldaie 2 gruppi di
turbine 2 eliche |
Potenza |
73.000 cavalli vapore |
Velocità |
32 nodi |
Combustibile |
1.200 tonnellate |
Autonomia |
6.000 miglia a 20 nodi |
Armamento |
8 canoni da 76 mm.- 1
sistema missilistico-6 lanciasiluri a.s.-2 lanciarazzi |
Protezione verticale |
- |
Protezione orizzontale |
- |
Equipaggio |
72 ufficiali + 493 marinai |
Aerei |
6 elicotteri Sikorsky SH -
3Sea Kingo 9 Augusta Bell AB 212 |
Motto |
Victoria nobis vita |
Soprannome |
Canguro grigio |
Il progetto derivava direttamente dalle due unità della
classe Andrea Doria: con tali imbarcazioni era stata introdotta la tipologia di
incrociatore lanciamissili portaelicotteri; con una rampa missilistica Mk.10 a
prua, cannoni antiaerei al centro e un ponte di volo a poppa, capace di far
operare, assieme all'hangar associato, due elicotteri pesanti Sikorsky SH-3D Sea
King o Agusta-Bell AB 204 queste navi non erano però abbastanza efficienti da
giustificarne il costo, data l'esiguità della linea di volo; il progetto venne
rivisto e ingrandito, con un aumento di dislocamento del 50%, per arrivare a sei
elicotteri SH-3 Sea King pesanti o nove AB-204 ASW medio-leggeri. La
progettazione riuscì, almeno in parte, a risolvere il problema del rapporto
costo-efficacia, e il Vittorio Veneto entrò in linea nel 1969, restando però
esemplare unico, cosa che certamente non giovò alla massimizzazione dei vantaggi
della sua progettazione.
In seguito all'evolversi della tecnologia e a perplessità sulla sua capacità di
difesa antiaerea e antinave, la nave venne sottoposta a lavori di
aggiornamento presso l'Arsenale di Taranto durante il periodo 1980-1983, al
termine dei quali il Vittorio Veneto venne a trovarsi con un armamento molto
potente e diversificato, adatto a molte esigenze, e con una mezza squadriglia
elicotteri. La linea di volo venne rinnovata con la sostituzione degli AB 204
con gli AB 212 ASW, ma uno dei limiti era che i Sea King non potevano operare
totalmente dalla nave, perché, essendo troppo alti non c'era spazio nell'hangar
per questi elicotteri.
La linea della nave presentava una prua senza castello e con un alto bordo
libero mentre la parte poppiera era come una nave portaerei con un ponte di volo
rettangolare relativamente grande (circa 800 m2), lungo 48 metri e largo 18,50,
con una rimessa sottostante di 27,5 x 15,3 m, collegata con un elevatore.
Nonostante le apparenze, le grandi sovrastrutture non hanno spazio per la
sistemazione di un hangar, come nei classe Moskva - Progetto 1123 Kondor
praticamente coevi e pesanti circa il doppio. Dalla plancia alla poppa estrema
vi era una lunga sovrastruttura che si estendeva per tutta la larghezza e
alzando la coperta di un interponte. La decisione di dotare l’unità di un ampio
ponte di volo poppiero con hangar sottostante che comportò la necessità di
creare un cassero esteso per quasi 2/3 dell’intera lunghezza della nave; il
profilo dell’unità presentava la prua alta e slanciata che si raccordava al
cassero con andamento discendente e insellatura poco pronunciata, con la poppa
che risultava leggermente più bassa dell’estremità prodiera. Lo scafo era dotato
di pinne stabilizzatrici antirollio, ed era caratterizzato dalla presenza del
bulbo prodiero in cui era collocato il sonar. La poppetta, sottostante alla
parte estrema del ponte di volo, era destinata alle operazioni d’ormeggio. Il
profilo dell’unità era caratterizzato da un unico blocco centro prodiero che
ospitava il ponte di comando e tutti i locali necessari per condurre l’attività
operativa. A poppavia della sovrastruttura della plancia due strutture
denominate mack, che integravano i due fumaioli, per lo scarico dei fumi delle
caldaie, con gli alberi che fornivano un supporto per tutte le antenne radar e
di telecomunicazione dalla nave. L’ampio spazio tra i due mack era riservato
alla possibilità, poi tramontata, d’imbarcare missili tipo Polaris e vi era
sistemata una gru con ampio braccio.
GIUDIZIO FINALE DELLO SHINANO
/ FINAL SENTENCE OF THE SHINANO
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