REGIA MARINA
PORTEREI AQUILA
- AIRCRAFT CARRIER AQUILA -
STORIA / HISTORY
L'Aquila non entrò mai in servizio. La conversione, iniziata a Genova a metà del 1941, era ormai quasi terminata alla data dell'otto settembre 1943.
I tedeschi si impadronirono della nave e ne iniziarono il parziale smantellamento.
In seguito fu danneggiata nel corso di incursioni aeree alleate e infine semi affondata da mezzi d'assalto subacquei italiani per impedire che itedeschi ne utilizzassero il grosso scafo per bloccare l'entrata del porto di Genova.
Riportata a galla nel dopo guerra, venne rimorchiata a La Spezia nel 1949 e qui demolita nel 1951-52.
Origine (tratto da http://it.wikipedia.org/wiki/Aquila_(portaerei)
Nonostante i vertici militari italiani avessero sempre osteggiato la costruzione
di portaerei, in seguito al disastro di Gaudo e Matapan (dove la marina italiana
perse in un sol colpo tre incrociatori pesanti) che rese chiaro l'apporto
significativo che un uso coordinato dell'aeronautica poteva dare, venne deciso
urgentemente di dotare di una portaerei la Regia Marina.
Tra i possibili candidati alla trasformazione in portaerei venne scelto il
transatlantico Roma, in quanto pur essendo una nave relativamente recente (aveva
15 anni di età) necessitava di lavori di riparazione e dell'installazione di un
nuovo impianto motore e sarebbe stata quindi ceduta abbastanza facilmente dalla
società armatrice.
La nave era stata costruita per la Società "Navigazione Generale Italiana" di
Genova dal cantiere navale G. Ansaldo & Co di Sestri Ponente dove venne varata
il 26 febbraio 1926.
Caratteristiche
La trasformazione del transatlantico "Roma" in portaerei venne ordinata nel
luglio del 1941.
Il progetto originario di modifica, sviluppato dal generale del Genio navale
Gustavo Bozzoni, non ebbe seguito in quanto presentava un grosso limite
operativo che consisteva nel fatto che gli aerei, una volta lanciati, non
sarebbero stati recuperati, vista la difficoltà della manovra di atterraggio ed
il lungo addestramento necessario ai piloti per effettuarla.[2]
La realizzazione finale ha visto la protezione passiva realizzata mediante 18
paratie stagne, di cui 11 doppie, da controcarene esterne e da doppifondi
riempiti di calcestruzzo armato sino alla linea di galleggiamento.
L'applicazione di controcarene avrebbe permesso alla nave sia di raggiungere
velocità elevate sia di migliorare la protezione subacquea nei confronti dei
siluri. Le contromisure passive videro anche una corazzatura ai depositi di
carburante e di munizioni, mentre il riempimento delle controcarene con uno
spessore di cemento armato, previsto anche nel progetto Bozzoni e che aveva dato
ottime prestazioni alle prove di scoppio in vasca, richiedeva poco acciaio per
la sua realizzazione rispetto ad una corazzatura classica. Lo scafo,
controcarene comprese, venne allungato di circa 5 metri.
L'apparato motore fu realizzato utilizzando due apparati originariamente
destinati a incrociatori leggeri della classe Capitani Romani, diventati
disponibili dopo la cancellazione della costruzione di quattro delle dodici
previste, con otto caldaie e quattro turbine. La potenza di ciascuno dei gruppi
caldaie/turbina venne limitata da 50.000 a 37.500 CV, per un totale di circa
150.000 CV, consentendo alla nave di raggiungere una velocità massima di circa
30 nodi.
Il ponte di volo, continuo da prora a poppa e sostenuto da apposite strutture,
aveva una voluminosa isola a più piani sul lato di dritta, a circa metà nave,
con la plancia di comando e numerose piazzole per le armi antiaeree. Ai lati
dello scafo erano presenti simili piazzole per l'armamento antisilurante.
L'Aquila era equipaggiata con due catapulte Demag ad aria compressa di
produzione tedesca con due elevatori. L'hangar era divisibile in quattro sezioni
da paratie tagliafuoco. Avrebbe potuto imbarcare 51 aerei da caccia tipo
Reggiane Re.2001 di cui 10 sul ponte di volo, 26 nell'hangar e i rimanenti
sospesi al cielo dell'hangar stesso con un espediente ingegnoso inventato per
poter aumentare la capacità di carico della nave. Era stata prevista anche la
costruzione di una versione del Re.2001 ad ali ripiegabili che avrebbe potuto
portare a 66 caccia la capacità di imbarco.
L'armamento, destinato principalmente alla difesa contraerea, era costituito da
cannoni singoli (8 cannoni da 135/45 mm e dodici da 65/44 mm) installati a prua,
poppa e su mensole ai lati dei ponti di volo e da 22 impianti sestupli di
mitragliere da 20/65mm installati ai lati del ponte di volo e davanti e dietro
l'isola.
Armistizio
Pur essendo stata danneggiata nel novembre 1942, mentre era ancora in
allestimento, alla data dell'armistizio dell'8 settembre 1943, la nave era già
completata al 90%, praticamente pronta per i collaudi e le prove in mare ed
aveva già effettuato le prime prove statiche dell'apparato motore, ma non fece
in tempo ad entrare in servizio attivo.
Il 9 settembre la nave, che era stata sabotata prima di essere abbandonata
dall'equipaggio, cadde nelle mani dei tedeschi che se ne impadronirono
affidandola alle autorità della Repubblica Sociale Italiana, che ne tentarono il
completamento per immetterla in servizio nella Marina Nazionale Repubblicana, ma
senza successo, a causa dei continui bombardamenti alleati, come quello nel
porto di Genova del 16 giugno 1944 in cui la nave subì gravi danni.
I tedeschi cominciarono un parziale smantellamento per riciclarne il ferro ed
infine il 19 aprile 1945 la nave venne attaccata da mezzi d'assalto subacquei
italiani di Mariassalto facenti parte delle forze cobelligeranti italiane del
Regno del Sud, per impedire che i tedeschi ne utilizzassero il grosso scafo per
affondarla e bloccare l'imboccatura del porto di Genova. Alla fine della guerra
venne ritrovata ancora a galla, semisommersa il 24 aprile 1945 e posta a metà
del porto in un estremo tentativo di bloccare il passaggio fra il bacino della
Lanterna e gli scali occidentali. Rimorchiata dagli inglesi alla Calata Bettolo,
vi rimase qualche anno, finché non fu rimorchiata nel 1949 a La Spezia, dove
venne demolita nel 1952.
The Aquila didn't enter on call never. The conversion, initiated to 1941 fifty-fifty Genoa, it was by now almost finished to the date of September eight th 1943.
The Germans appropriated him some ship and they began the partial smaltellamento of it.
Subsequently it was damaged during allied aerial raids and finally seeds sunk by means of assault Italian scuba divers to prevent that itedeschis used the big hull of it to stop the entrance of the I bring of Genoa.
Brought floating in the after war, Spezia was towed to her in 1949 and here demolished in 1951-52.
PORTAEREI AQUILA / AIRCRAFT CARRIER AQUILA
PORTAEREI NELLA STORIA / AIRCRAFT CARRIER