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Esodo a metà ( Lucania, Sud, Nord)
(rassegnazione,difficoltà, politica). |
"La parte della Lucania rassegnata o in difficoltà, stringe i denti per resistere resistere resistere...sottomessa dal mondo della politica : parole parole parole" |
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di Daniele Gioia |
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Una generazione è cresciuta presa per mano da una canzone : parole parole parole. Queste che io scrivo non sono altro che parole.
Ricordate lo scenario. Immaginate un uomo e una donna. La donna ripete fino alla morte quelle tre parole : parole parole parole.
Questo è ciò che molti pensano della politica, sia nel micro che nel macroscopico. Un "truism", una verità banale, ma nient'altro che la verità. Forse noi comuni mortali dall'alto della politica possiamo essere paragonati ad una donna che fa la difficile, ma ha voglia di cedere.
La mia Comunità è stata colpita al volto in un match di pugilato anomalo. E' stata colpita al volto dalla politica!
Un gancio in pieno viso, uno di quei colpi che Jack London descriveva nella cruda violenza e nella cruda slealtà.
Bambini, giovani, anziani e meno anziani che cercano di difendere l'unico bene della loro comunità : l'acqua.
Il credere o il non credere in un principio , che il Mondo chiama solidarietà, è relativo. In questo caso non ci interessa.
Il credere o il non credere che l'acqua sia demanio statale, è relativo. In questo caso non c'interessa.
Il credere o il non credere nella buonafede delle parti e nell'inutilità sostanziale delle strumentalizzazioni è relativo.
In questo caso non c'interessa. Quello che c'interessa è che il colpo è stato incassato, indipendentemente dalle cause.
Nel frattempo il tempo è passato, quasi un anno, da quando si provò a far luce sulla già illuminata piaga dello spopolamento.
Era solo politica, nient'altro che parole.
Ferragosto era vicino e i giovani erano, come consuetudine, in località bosco Fagosa a bere vino, per godersi uno dei piaceri che i nostri boschi possono regalarci : un assuefazione momentanea;
Tempo ancora passerà fino alle prossime elezioni : poco più di un anno.
Passeranno ancora quattro anni e quattro ancora. Tutto si ripeterà ciclicamente : elezioni, apparente calma, strumentalizzazioni e opposizioni varie, nuove elezioni. Il giorno dell'elezioni può essere paragonato al Natale cristiano : un giorno triste dove si celebra la nascita di qualcuno che morirà quattro mesi dopo. Per celebrare la nascita s'inonderanno le tavole con fiumi di vino e quintali di carne. Per la morte invece ...lo stesso.
La nostra comunità barcollante per l'astinenza da acqua e per l'uppercup in pieno viso è stramazzata al suolo.
Qualche gemito riporta la serenità : la comunità è viva, anche se rimarrà mutilata per tanto ancora!
Fra vent'anni come racconterò ai miei figli che vivranno nello smog di Milano, Napoli, Bologna, Assisi o Lourdes che io sono nato in una ridente cittadina di quasi tremila persone ( prima, poco più di duemila ad essere ottimisti, ora) lontano dallo smog e dalla frenesia cittadina; piccola comunità di nome Castelluccio Inferiore.
Come risponderò a quel bimbo quando mi chiederà dov'è la Basilicata e cos'è un parco nazionale?
Piangerò lagrime amare quando mi dirà : - Perchè quel ridente paesino è morto?-.
Inizialmente gli dirò che le grandi città e la grande economia hanno fagocitato i piccoli centri del Sud, che non avevano più motivo di esistere, erano solo una spesa in più su un bilancio in deficit.
Risponderò, fingendo commozione, che qui, tra lo smog e la frenesia, avrai più possibilità, crescerai meglio e sarai circondato d'indifferenza positiva; quell'indifferenza che aiuta a vivere e a denigrare la società in cui vivi, ricordando quella che hai abbandonato; ti porterò qualche volta a vedere il luogo dov'è nata la tua famiglia. Troverai indifferenza. Ripetendo al contrario la ROUTINE di denigrare la società natìa dei tuoi genitori.
Ognuno la racconta a modo suo quella routine. C'è chi focalizza il discorso sulla droga, chi sulle donne ( che chissà perchè in ogni dove sono più accondiscendenti di quelle del tuo dove), chi sul lavoro.
Routine, spesso noiosa, fatta di lavoro, svaghi che non sono svaghi per te, ma per chi vive sfruttando quegli svaghi.
Routine, spesso ripetitiva, fatta di ripetitivo alternarsi di giorno e notte.
Routine per chi non è capace di cogliere le sfumature, per chi è capace di vedere solo il bianco e il nero.
Fortunatamente la maggior parte degl'esseri umani non è così; tanti guardano il mondo a colori, con attenuazioni, sfumature, colori teneri, dolci,amari ...la maggior parte degl'esseri umani giovani al Sud, nelle piccole realtà del Sud emigra, va altrove...
questa è la ROUTINE.
Come descrivere questa ROUTINE?
Io questa routine la descrivo come un esodo a metà. Un esodo negativo, perchè a men d'eccezioni, ci vogliono almeno un paio di generazioni per adattare una persona ad un altro luogo, diverso da quello della sua genesi. L'alternarsi di situazioni generalmente non ti fa vivere nessuno dei luoghi dove svolgi la tua routine. Pensi che il luogo dove sei nato, ormai è morto...
pensi che la città dove emigri non t'appartiene.
La crescita sociale e tutto ciò che ti venivano a raccontare si volatilizza.
Le radici comunque restano, le radici comunque sono radici, le radici sono quelle che fanno crescere sano un albero. Tutto è subordinato alle radici, poi si instaura una collaborazione con foglie, rami, fusto. Le radici comunque restano e la simbiosi è vincolata dalle radici.
Cosa si può fare per fermare l'esodo a metà?
Perchè se si chiede qualunque cosa ad alcuni giovani, lor ti rispondono - Che m'importa tanto anch'io vado al Nord-?
Esperienze personali,
nient'altro : molte delle persone che conoscevo o che conosco sono
andate via o vanno via, con quest'affermazione sono andato via io
stesso.
Le persone andate via lodano le terre conquistate come stanchi
pionieri che esplorano un arido terreno. Esplorano, stanchi
d'esplorare fin dalla partenza, perché
costretti ad esplorare. Quando sei costretto a fare qualcosa
controvoglia hai due alternative : lamentarti o fare finta di
apprezzare ciò che ti hanno imposto.
Lamentarsi nei nostri dove è difficile, si corre il rischio di essere
fraintesi, nei dove di destinazione puoi lamentarti all'infinito : non
c'è nessuno che t'ascolta; si finisce dunque con l'apprezzare
tacitamente il compromesso che ti è stato imposto da una società mai
come oggi incoerente e dittatoriale.
I giovani stanchi si
siedono sulle panchine, chiacchierano del più e del meno. Aspettano di
trovarsi con le spalle al muro e d'inscenare una felicità fittizia,
poi smembrate le radici si accontentano di qualsiasi cosa; gl'altri
invece "i più coraggiosi" vanno via.
Smembrate le radici il terreno depauperato tende all'aridità.
Non importa tanto ci hanno promesso una Terra Promessa, un altro
terreno da respirare.
Che m'importa del Sud tanto io me ne vado al Nord, però amo comunque
il Sud... e che non c'è lavoro, purtroppo.
E' colpa della politica
: parole,parole,parole...
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