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Gemma |
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di Domenico
Piccolo |
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“Gemma, apicale astro della Corona
Boreale, osservi paziente l’umano vivere, confidando in
coloro che sanno ancora sostare, elevando lo sguardo ai cieli”.
Vorrei sfiorare i fili d’erba del dormiente
Monte, facendomi cullare dalle sue antiche melodie, carpite dal vento
al suo respiro.
Sarò mecenate dei folli artisti, arditi cercatori dei perduti sogni di
pace, raccogliendone lacrime e sudore, che diverranno preziosa linfa
per aride coscienze.
Suonerò il campanello dell’anonimo portone, donando all’arrogante
padrone il più autentico e umile sorriso dell’anima, che, possente,
sferzerà il suo volgare senso di superiorità.
Bacerò la mano della vecchia donna morente, donandole l’ultima rosa
bianca nella sua vita terrena, e lei dignitosa e felice, rimembrerà il
suo primo, inebriante orgasmo.
Scolpirò il nome del Messia, in ogni cellula della mia mente,
augurando a tutti i miseri e incapaci Don Abbondio, di imparare a
edificare la propria chiesa dentro se stessi, divenendo degni della
divina missione, che li vedrà veri protagonisti della “Meravigliosa
Rinascita”.
Pregherò, affinché sia protetta la libertà di pensiero d’ogni bambino,
schiavo nel corpo, d’ogni sorta di sopruso, fin
quando il miserabile giogo sarà spezzato, restituendogli l’innata
purezza.
Danzerò con “Madre Amore”, sul lago dei “Nobili Pescatori”, il
sanguignoTango, finchè il primordiale ritmo non
avrà impregnato il nostro ventre, generando appagante armonia.
Ora , in questa serena, autunnale Aurora, lancio il mio saluto nella
tua direzione, signora Gemma, nell’ attesa che
tu voglia restituirmelo, carico di luminosa energia.
“Se, con la nostra interiorità, avessimo
l’indole, avida, del cercatore d’oro, in tal
caso, paradossalmente, scopriremmo nelle terrene, materiali ricchezze,
un nuovo, incantevole equilibrio”.
[Castelluccio
Inferiore, martedì 19
novembre 2002, ore
03.17]
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