Al Segnalatore

 

O cérbero del Ponte di Comando,

chi osa, fra i fuochisti od altra gente,

avvicinarsi sol, di contrabbando, 

a questo tuo gran regno, impunemente ?

Dall'alto delle ripide scalette 

dispensi a tutti moccoli e saette.

 

O tua gran gelosia degli strumenti

che stanno nel casotto di carteggio,

dei regoli e compassi rilucenti

protetti dal rollio e dal beccheggio !

O tua gran gelosia del cannocchiale

che non lo tocchi per.....non fargli male !

 

In plancia è la tua nobile dimora

indisturbata e fissa. E' qui che mangi, 

distendi la tua branda o aspetti l'ora

dei << franchi a poppa >>. E' qui che ben t'arrangi, 

nel caso che t'occorra un buon guanciale,

con quattro bandierine da segnale.

 

Quanti messaggi e quanti tu trasmetti

da mane a sera, con le tue bandiere ! 

O movimenti rapidi e perfetti 

di sode braccia avvezze al bel mestiere !

Quanti messaggi e quanti tu ricevi :

or lunghi, ora lunghissimi, ora brevi !

 

 

Né in porto, con la nave alla banchina,

più lieve è il tuo daffare. Ora, dal Ponte,

tu vedi la città bella e vicina :

tu osservi un altro cerchio d'orizzonte :

tu osservi, se non erro, sulla destra,

una bella fanciulla a una finestra !            

 

 

 

 

 

Al Silurista

 

Dell'agili e veloci siluranti,

orgoglio e vanto della nostra Flotta,

tu sei, tra i combattenti tutti quanti,

il primo che s'impegna nella lotta.

Per il nemico sei l'osso più duro,

con questo tuo invincibile siluro.

 

Con questo ordigno tuo tremendo e bello

dinanzi al quale, il dì che fu inventato,

il mondo fece tanto di cappello

chiedendo a chi l'aveva progettato

di vendere il brevetto per contanti;

e gli offerenti furon tanti e tanti !

 

Ma gli inventori nostri tenner duro ;

e quell'affare non fu mai concluso ;

ragion per cui del nostro bel siluro

non fu concesso che soltanto l'uso, 

quell'uso che ora i popoli ne fanno 

su tutti i mari, a loro gloria o danno.

 

 Felicità che sgorga dal profondo

 dei vostri eletti e ben temprati cuori,

 o siluristi, allor che furibondo 

 echeggia a bordo l'ordine del << fuori >>

 Allor che l'occhio vostro, con la scia,

 segue dell'arma la diritta via !

 

Dell'arma tanto bella e intelligente

che a volte pare che capisca a volo :

a volte, tra di lor, sommessamente,

discorron l'acciarino ed il tritolo

in merito alle navi che son state

dall'alleanza loro bene centrate !

 

Le Poesie di Michele Paturzo pubblicate nel volume "GLI ELOGI" - Edizione a cura dell'Istituto Andrea Doria

Casa Editrice G. D'Onofrio - Napoli - Sorrento - 20 Gennaio 1960

Poesie dedicate ai Marinai della Marina Militare