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La Giustizia Minorile
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I Centri per la Giustizia Minorile (C.G.M.) sono organi del decentramento amministrativo con territorio di competenza generalmente pluriregionale corrispondente anche a più distretti di Corte d’Appello. Esercitano funzioni di programmazione tecnica ed economica in conformità con le politiche di intervento territoriale e gli obiettivi perseguiti dal Dipartimento.
Nel tempo si possono individuare i diversi orientamenti che hanno caratterizzato l’attività del servizio. Negli anni 60, superata la logica del controllo, della rieducazione in senso rigido, si lavora sul caso: la metodologia del lavoro sembra centrata sulla personalità del minore. Negli anni 70 subentra il modello sociologico, centrato sulla rivalutazione del contesto sociale, considerato sede naturale di risoluzione e gestione delle problematiche sociali. Sono di questo periodo la legge 354\75 e il DPR 616\77. La prima, la legge di riforma penitenziaria n. 354\75, costituisce la prima apertura del carcere alla comunità esterna. Essa tende a valorizzare gli interventi del servizio sociale. Il DPR 616\77 dispone il trasferimento agli Enti locali di interventi in favore di minorenni soggetti a provvedimenti dell’Autorità Giudiziaria minorile, nell’ambito della competenza civile e amministrativa, la cui titolarità spettava precedentemente agli USSM. Tale passaggio di competenze può essere considerata la necessaria premessa per la definizione dell’identità professionale dell’assistente sociale dell’USSM. Il riconoscimento giuridico del titolo nel 1987, DPR 15\1\87 n. 14, e il nuovo codice, DPR 448|88, consolidano il ruolo professionale del servizio con una conferma della “specializzazione” degli interventi nel penale minorile.In questi anni si diffondono nel settore della giustizia minorile le conoscenze relative all’approccio sistemico-relazionale e successivamente la metodologia dell’intervento di rete. Pertanto il modello di intervento che viene tutt’ora utilizzato è un percorso educativo individualizzato, un progetto modificabile in itinere, in relazione alle risorse dell’ambiente e ai mutabili bisogni del minore. Esso si basa sull’intervento integrato che vede coinvolte anche risorse territoriali non dipendenti dal sistema giustizia. Particolare attenzione viene posta sul danno: il reato viene considerato alla stregua di un conflitto tra minore, vittima e società. Pertanto viene curato l’aspetto riparativo, che si presume responsabilizzante, con programmi di mediazione e conciliazione.
CENTRI DI PRIMA ACCOGLIENZA (C.P.A.) Accolgono i minorenni in stato di arresto, fermo o accompagnamento, assicurando la permanenza degli stessi fino all’udienza di convalida.
ISTITUTI PENALI PER I MINORENNI (I.P.M.) Assicurano l’esecuzione dei provvedimenti di custodia cautelare dell’Autorità Giudiziaria minorile garantendo i diritti dei minori e attivando percorsi di responsabilizzazione, anche attraverso lo svolgimento della vita comunitaria. Ospitano minorenni o giovani adulti in attesa di giudizio o condannati
COMUNITA’ Rispondono al duplice mandato istituzionale di assicurare l’esecuzione delle misure penali e di restituire il minorenne al proprio contesto sociale promovendo la sua partecipazione ad attività formative e ricreative. |
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D.G.M. Dipartimento per la Giustizia
Minorile
C.G.M. Centro
per la Giustizia Minorile
U.S.S.M. Gli Uffici di
Servizio Sociale per i Minorenni
ATTIVITA’
DEGLI U.S.S.M.
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