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Ore 8, inizio delle lezioni. Si attiva tutto (cervello degli studenti compreso)… ad eccezione dei termosifoni. A denunciare le precarie condizioni in cui versa «uno tra i migliori istituti reggini», ossia il liceo scientifico "da Vinci", è la classe IIIª O che rimarca come «è di per sé traumatico svegliarsi presto e sobirsi cinque ore di lezione: Plauto&co sono già soporiferi, però quando al sonno si aggiunge il freddo, stare a scuole diventa atroce. Ci duole constatare che questo liceo naviga in "cattive acque": quelle dei caloriferi che a tutt'oggi, 18 gennaio 2000, non sono stati ancora attivati». Gli studenti affermano che «nonostante i diplomatici tentativi di risolvere la situazione, delusi della scarsa considerazione dimostrata nei nostri confronti, siamo costretti ad agire di conseguenza». E «pur consapevoli dell'importanza dello studio, desiderosi di apprendere e di conoscere», a mali estremi estremi rimedi: la classe IIIª O ha infatti deciso «di astenersi dalle consuete cinque ore di lezione per sensibilizzare le autorità competenti, affinché la nostra non rimanga una "fredda" e sterile richiesta».
(Gazzetta del Sud del 19 gennaio 2000)
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