Roberto Sensoni:

 

Ulisse Schittzer...

 

"Il Ventre Dell'Arabo"

 

 

(ovvero: "Il ritorno di Heinrich")

 

 

 

 

 

NON SI TRATTA DI UNA

GUERRA DI RELIGIONE, MA

DEL MALE CHE SCATURISCE

DALLA PARTE OSCURA DI

OGNI UOMO...

 

 

 

-Ogni riferimento a fatti o persone reali deve ritenersi casuale -

 

 

 

 

 

Capitolo primo


Il ventre dell'arabo.

 

Erano settimane che se ne stava lì, seduto su quella panchina, incurante del sole, del vento, e della pioggia. Scuro in viso, con una lunga barba nera incolta ed il capo ornato da un lurido turbante, aveva con il corpo fasciato da una tunica che, in un lontano giorno, doveva essere stata di uno splendido rosso brillante…
I più lo chiamavano ormai familiarmente: l'Arabo, anche se, visto lo strato di lerciume che gli alterava i tratti, avrebbe potuto essere chiunque. Un italiano molto sporco con uno strano ventre rigonfio, ad esempio…
L'occhio di ********, naturalmente, si era soffermato spesso su quel cumulo di stracci, negli ultimi giorni, e, da un po' di tempo, ne andava studiando quotidianamente le mosse (si fa per dire, dato che l'unico tragitto che l'uomo percorreva era quello che andava dalla panchina, dove trascorreva l'intera giornata, al vicino tiglio, sul quale riversava immondi fiumi di urina, alimentati dalle decine di lattine di birra tracannate senza sosta e senza alcun ritegno…). Lo scopo? Trovare la miglior punizione da infliggere allo sporco maomettano. Punizione quanto mai necessaria soprattutto ora che era scoppiata la Guerra Santa. L'onta dell'undici settembre 2001 doveva essere lavata nel sangue, e qualcosa, nella mente di ******** diceva che quel momento, il momento della punizione, stava per giungere…
La mattina del diciassette settembre era una di quelle dolci mattine di fine estate durante le quali la lieve brezza che cala dall'alto dei monti posti alle spalle della città si getta sulla superficie marina e ne spiana i frangenti alla maniera di un gigantesco rullo metafisico, sedando la furia che agita le acque nel corso delle ore notturne…
Quella mattina, ********, uscito di buon'ora ed attrezzato come si conviene ad un serial-killer che si rispetti, ebbe però una cocente delusione…
"Allah è grande!" - diceva il foglio incollato sulla panchina per i quattro angoli - "Allah Akbar!"…
********, adirato a causa dell'imprevisto che lo avrebbe privato del piacere di fare giustizia, alzò meccanicamente lo sguardo dal foglio. Qualcosa aveva catturato la sua attenzione: non distante dal punto in cui si trovava, una densa nuvola di fumo sembrava uscire da uno degli edifici del Centro Commerciale "J.F. Kennedy". Guardò meglio: alcune decine di volontari, con mezzi di fortuna, rovistavano tra le macerie per estrarre i malcapitati ancora in vita.
L'Arabo aveva colpito.
Il maledetto infedele, abbandonata finalmente la sua panchina, si era mescolato tra la folla del Centro Commerciale, e aveva fatto esplodere i candelotti di dinamite che celava da settimane sul ventre, sotto la tunica. Con un atto suicida, egli si era immolato per la Jihad, la Guerra Santa. Di certo, adesso, vagava per i lussureggianti giardini di Allah e godeva delle vergini che il suo Dio, sempre riconoscente verso chi muore per la fede, gli aveva concesso…

 

 

 

Questione di scale.

 

In piccola scala, stava insomma succedendo qui quello che già era avvenuto al World Trade Center di New York...
Nessuno, in città, aveva l'intenzione di mettersi in competizione con la metropoli americana, anche se le tragedie che avvengono in casa propria hanno, fatalmente, una rilevanza maggiore. I morti sono sempre morti, e lo sono in ogni angolo del mondo. I propri, però, lo sono sempre un poco di più.
I dispacci delle emittenti locali, da parte loro, facevano a gara ad incrementare, di ora in ora, il numero delle vittime della strage, in una sorta di macabra rincorsa verso uno scoop decisamente patetico. Fu così che, nel volgere di poche ore dal fatto, nessuno, e tanto meno le autorità, ci capiva più nulla. Quante erano le vittime? Trecento (come affermava VideoLiguria), seicento (come sosteneva TeleSpezia), o trentacinque (come riportavano le fonti ufficiali della Protezione Civile)?
Nel momento di massima concitazione, con le forze addette ai soccorsi tutte concentrate sull'obiettivo, dall'altra parte della città, un innocuo figlio dell'Islam giungeva intanto al capolinea...


Jihad e Crociate.

 

 

Ad un tavolo all'aperto del bar situato vicino alla Capitaneria di Porto, se ne stava seduto un baffuto individuo dai tratti mediorientali. Tra le grasse dita ornate da unghie listate a lutto, tratteneva quella che ******** aveva ormai imparato a riconoscere come la Gazzetta di Baghdad...
******** gli si appressò, non visto.
Il mediorientale continuò la sua ignara lettura, bevendo a piccoli sorsi un bicchiere colmo di CocaCola.
******** gettò intorno un attento sguardo. Nessuno, tanto meno i camerieri, erano in vista.
Una lunga lama balenò alla luce del sole, e si immerse nella carotide destra dell'ormai ex-bevitore…

Come un comune cristiano, l'arabo tentò di farfugliare qualcosa, ma la laringe resecata (ed inondata di sangue) glielo impedì. Stramazzò al suolo in un orrendo e pulsante sbuffo vermiglio, che, ben presto, impiastricciò l'immacolato ed innocente selciato. Lo sguardo dell'uomo, un attimo prima di rendere l'anima (se mai ne possedesse una...) al suo Dio, volle dirigersi verso il volto dell'aggressore.
Per imprimerlo nella sua evanescente memoria?
No. Sarebbe stata una pretesa assurda.
Piuttosto, impiegò le sue ultime forze per ripetere la formula rituale in uso presso quella mala genìa, quella formula che, da sempre, per un orecchio occidentale, risuona come una sorta di anatema:
"Allah Akbar! Allah Akbar!- ripetè più volte, gorgogliando - ".
Poi, fortunatamente, morì e si tolse dai coglioni...
La Crociata, la personalissima Crociata di ********, era iniziata.

 

 

 


Clima rovente.

 

Le forze dell'ordine, dal canto loro, seguendo gli ordini tassativi giunti da Roma, invasero ogni via, ogni piazza, ogni luogo della città e riempirono i cellulari con chiunque possedesse tratti somatici anche solo vagamente somiglianti al biotipo semitico. Fecero, come suol dirsi, una retata storica: retata nella quale finirono decine di innocenti. Innocenti che furono poi passati per le armi nelle principali piazze, allo scopo di dare una parvenza di sicurezza al cittadino medio ed una dimostrazione di efficienza alle autorità.
Nel mucchio, come potrete immaginarvi, finirono pure onesti lavoratori del terzo mondo, ed italiani dall'incarnato scuro. Fu una tragedia nella tragedia…
Il commissario capo, invero, parve prendere un certo gusto nella faccenda, e nel giro di pochi giorni, assunse un ruolo pressoché dittatoriale. La storia è una cosa che ama ripetersi, pur con tutte le varianti del caso, ed anche quella volta si ripeté dando il via ad una caccia all'uomo mai vista…
Tutte le atrocità possibili ed immaginabili furono commesse in nome della giustizia e, sempre a causa di questa, il controllo sulla popolazione divenne totale: in quel lungo periodo, il concetto stesso di sfera privata dell'esistenza sparì dal vocabolario. Tutti dovevano spiegare tutto ai Kapò di quartiere, che insediati a presidiare il territorio in nome della sicurezza, erano in realtà delatori pronti ad approfittarsi delle mille occasioni che la situazione offriva loro, e non disdegnavano di vendere la vita di un amico pur di appropriarsi dei suoi beni materiali.
In questo clima, nel pomeriggio del venticinque settembre, Anteo Pizzuto tenne il suo discorso alla folla, in una Piazza Europa gremita sino all'inverosimile…

 

 

 

Casa di Ulisse Schittzer, investigatore privato.

 

"Gradirei tenere chiusa quella finestra, Ago. I rumori che vengono dalla piazza mi arrecano un certo fastidio".
"Già...! E visto che tu te ne stai lì spaparanzato sulla poltrona a fumare, deduco che tocchi a me chiuderla... ".
"Oggi ti trovo particolarmente arguto. Non sarà che fai cure a mia insaputa, eh?!".
"Oltre a ringraziarti per l'offesa (perché di questo si tratta...), penso sia giunto il momento di confessarti tutta la verità".
"Beh?! Sono in attesa. Fai la tua rivelazione... ".
"Vedi, Ulisse, tutti, da piccoli, hanno un sogno, un desiderio segreto... ".
"Non vorrai rivelarmi il tuo! Potrebbe essere traumatico: magari, volevi fare il ballerino con Don Lurio...!".
"No. La realtà è molto più semplice: la mia infanzia è stata triste e senza sogni... ".
"Terribile! Ora, finalmente, comprendo molte cose... ".
"Poi, un giorno... ".
"Sì...?".
"Beh, da quando ti ho conosciuto, ho iniziato a desiderare di assomigliarti. Pensa: da grande, se mi impegnerò duramente, forse, diventerò come il famoso Ulisse Schittzer... ".
Improvvisamente, un bicchiere colmo di Lagavulin si infranse sulla parete alle spalle di Agostino, che si scansò di quel tanto da non esserne colpito.
"Chiudo la finestra. Probabilmente, è meglio".
"Saggia idea. Le grida isteriche di quel despota mi fanno scoppiare la testa".
"Shhh...! - fece Ago, portandosi l'indice al naso - Qui, anche i muri hanno orecchie... ".
"No, qui, no. Ho fatto installare una emittente ad onde ultracorte in grado di disturbare qualsiasi trasmissione radio. Le cimici non l'avranno vinta, con noi... ".
"Speriamo... ".
"Fidati. E' matematico. Piuttosto, che dice quel tizio là fuori?".

"Ah, quello? Se la prende con gli arabi. Cosa potrebbe fare di alternativo?".
"Pare sia diventato uno sport nazionale il fare d'ogni erba un fascio... ".
"La cosa è strumentale alla pulizia etnica che si va prefigurando, Ulisse... ".
"Già...! E pensare che soltanto un paio d'anni fa, questi sembravano termini prettamente balcanici".
"Il progresso non conosce pause, né confini, purtroppo... ".
"Uhmmm...! Il progresso, eh? Beh! Ora, mi sono proprio stancato. Andiamo in piazza anche noi? Voglio sondare il terreno... ".
"Con tutto il rispetto, Ulisse: con quella barba hai un'aria assai poco rassicurante. Non vorrei trovarmi al centro di un linciaggio... ".
"Oh! Il mio incarnato è chiaro e decisamente nordico, non porto né il turbante, né la tunica, e non fumo il narghilè, ma degli ottimi avana. Senza contare, poi, il fatto che, giù in città, mi conoscono quasi tutti... ".
"Come vuoi tu. Che Dio ce la mandi buona...!".

 

 

 

Dalla parte dei giusti.

 

"Ed è ora di farla finita con tutta questa massa di pezzenti che lorda le nostre belle strade, che ruba nelle nostre case, che stupra le nostre donne, che minaccia la nostra sicurezza e diffonde religioni false! - schiumava l'uomo sul palco, in mezzo alla folla in delirio - Dovete capire, cari signori, che oggi si apre una nuova fase storica, al termine della quale sopravviverà una soltanto delle forze in campo. Volete voi che sia la barbarie islamica a sopravvivere?".
"Nooo! - urlò la folla, alzando i pugni in aria - ".
"Volete che il nemico comandi a casa vostra?".
"Nooo! - ripeté la massa, sempre più agitata - ".
"E allora, prendiamoli, questi bastardi, e bruciamo sui roghi la mala semenza del falso dio Allah...!".
"Prendiamoli!".
"Bruciamoli!".
"Bastardi! Bastardi!".
La folla inferocita iniziò allora a disperdersi nelle più varie direzioni, armata con ogni sorta di strumenti d'offesa, e ritmando slogan non del tutto pacifisti: si era ufficialmente aperta la caccia all'arabo, con il beneplacito delle autorità politiche, militari e religiose, tutte schierate sul palco accanto all'oratore e visibilmente assenzienti...
Nel breve volgere di un quarto d'ora, Agostino ed io ci trovammo praticamente soli nella piazza, insieme agli addetti alla pulizia...
Da lontano, oltre all'immancabile soffio del Maestrale, che alzava per aria le cartacce abbandonate sull'asfalto, giungevano indistinti, ferini clamori.
"Beh...! Almeno, adesso sappiamo di stare dalla parte dei giusti - dissi, volgendo le spalle al vento nel vano tentativo di accendermi un Partagas - ".
"L'oratore è un ebreo - mi fece malignamente notare il mio socio - ".
"Ebbene?".
"Mi sento strumentalizzato, ecco tutto... ".
"Questa non è solo una guerra tra ebrei e palestinesi, Ago… ".
"No, certo. Tuttavia, quel Pizzuto è uno sporco ebreo, ed incita noi ariani contro gli arabi. Non mi sembra molto corretto. Cinquant'anni fa, la cosa non sarebbe accaduta… ".
"Ah…! Sei un nostalgico del vecchio zio Adolfo! Mi dispiace, caro. Mi dispiace molto. Veramente. Il mondo, nel frattempo, è, però, leggermente cambiato. Almeno, così si dice… Pare che tutto l'emisfero nord, Ago, si sia coalizzato contro la punta di diamante del terzo mondo (i paesi arabi, appunto), e che, di questa Santa Alleanza, facciano parte pure gli ebrei. Dovrai rivedere i tuoi parametri di giudizio, temo. Il tuo cervello si è fermato al secolo scorso. Aggiornati, Ago: è un consiglio…".
"Non mi offendo soltanto perché ti devo riconoscenza, e perché… temo tu abbia ragione".
Misi in braccio sulle spalle del mio socio, e lo condussi lontano da quella piazza, ormai divenutami odiosa…
Dense nubi procellose andavano addensandosi sulle nostre teste, e, presto, ne avremmo viste delle belle.
Pioggia?! Non avete capito un cazzo…

 

 

 

La difficile scelta di ********.

 

Avete mai riflettuto sulla psicologia di un serial-killer dalle inclinazioni razziste come il nostro ********? Scommetto di no. Vediamo dunque di addentrarci nella questione: da uomo metodico qual egli è, credo avesse penato non poco ad individuare una specifica tipologia di vittima che soddisfacesse tutti i suoi criteri. Manifestamente inferiore sul piano sociale e/o economico, senza radici profonde nella nostra società, possibilmente inviso alla maggioranza dei benpensanti, magari legato alla piccola criminalità, e con tratti somatici nettamente diversi e facilmente individuabili, la vittima ricevendo in dono la morte, quale espiazione delle proprie colpe e redenzione dalle stesse, permette al nostro uomo di sentirsi un benefattore non solo dell'umanità, ma anche, e soprattutto, delle vittima medesima, che, dall'aldilà, se potesse, ringrazierebbe di tutto cuore il suo carnefice (vedi: "Le Opposte Rive Del Fiume", n.d.r.)…
Ma ora? Dopo un immane sforzo di selezione che lo aveva portato ad individuare nel biotipo arabo la riserva a cui attingere, cosa succede? La società civile sceglie lo stesso capro espiatorio…!
Ci sarebbe da appendere il coltello al chiodo…!
Ma… spostiamo l'obiettivo sulle cedevoli sabbie della spiaggia di Marinella. Laggiù, un curioso individuo mascherato da Joker cammina urlando al vento i propri anatemi e prendendo a calci i sassi che i marosi trascinano avanti e indietro sul litorale. Un bambino alza lo sguardo dal castello di sabbia che sta lentamente forgiando, e lo osserva stupito. L'uomo, infine, scompare all'orizzonte.
La lunga scia di impronte viene cancellata da un'onda più violenta delle altre…
Alcune grida, provenienti da distanze imperscrutabili, catturano l'attenzione del piccolo costruttore. E' solo un attimo. Subito dopo, il bambino riabbassa lo sguardo e torna alle sue faccende…
All'alba del giorno seguente, un raccoglitore di granchi, percorrendo a piedi il lungo tratto di bagnasciuga che si interpone tra la foce del Magra ed il porto di Carrara, capitando, circa a metà del tragitto, nei pressi di un fitto canneto, si trovò ad osservare uno strano fenomeno: un enorme stormo di gracchianti gabbiani volteggiava nervosamente sul posto, quasi fossero avvoltoi tropicali, ed alcuni di questi, periodicamente, tuffandosi nel fitto della ramaglia, ne fuoriuscivano, in breve, con brandelli, di non si sa che cosa, trattenuti tra le due cornee ganasce del becco.
L'uomo, avvezzo all'osservazione dei fenomeni naturali, si avvicinò cautamente al folto canneto. Gli uccelli, sentendolo arrivare, fuggirono via e gli lasciarono libero il campo, pur continuando il loro ossessivo volteggio al di sopra del luogo.
Due militari in divisa (sicuramente americani) giacevano a terra con la gola orrendamente squarciata, e con il corpo scarnificato dalla famelica furia dei gabbiani…
Il raccoglitore di granchi si risvegliò, qualche ora più tardi, coricato in un bianco letto d'ospedale con una flebo di soluzione glucosata piantata in una vena dell'avambraccio. La suora che si prese cura della sua anima gli raccontò che era stato tutto un sogno, un'allucinazione dovuta ad un calo di zuccheri.
Siamo quasi certi che il buon Dio dei cristiani la perdonò…

 

(Segue...)