Scuola Elementare "G.Marconi"
Circolo di Vezzano sul Crostolo
Reggio Emilia

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Questa è una storia accaduta circa 100 anni fa, quando non c'erano le strade asfaltate, la luce elettrica....e nemmeno le foto a colori!!!

Il Signor Traiano, abitava vicino a Casina, sulle montagne dell’Appennino Reggiano, in una casa che da fuori sembrava grande, mentre dentro aveva solo due stanze: la camera da letto e una cucina cavallo. Fuori, nel cortile, gironzolavano anche tre galline e due conigli che Traiano non aveva mai il dove Traiano, Assunta e i loro quattro figli mangiavano quel poco che avevano. Nella stalla tenevano una mucca, Carolina, un asino e un coraggio di uccidere per mangiarle.

 

Così si vestì, andò in cucina e si preparò, nel suo piatto di legno, un pezzo di formaggio e del pane avanzato dalla sera prima. Questa era la sua colazione. Per i suoi ragazzi, per sua moglie Assunta, andò nella stalla per mungere la mucca e ne approfittò per bere anche un po’ di latte caldo, appena munto. “E’ proprio buono!” disse.

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Quella mattina, Traiano, sentì suonare la sveglia: erano le 5 del mattino e fuori faceva ancora molto buio. Era inverno e faceva tanto freddo. A fatica si alzò, andò al pozzo a prendere l’acqua, con la brocca, rientrò in casa, la versò nel catino e si lavò la faccia. La sera prima, insieme ad Assunta, avevano parlato tanto ed avevano deciso che era ora di utilizzare i loro risparmi ed andare fino a Reggio per comperare una pecora, un maiale e della stoffa per Assunta.

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Mise in un cestino alcune cose da mangiare durante il viaggio: un’arancio, una mela, una mezza pagnotta, del formaggio e un po’ di salame. Prese il suo tabarro, andò nella stalla per preparare il cavallo. In mano teneva la lanterna ad olio, erano le 5.30 e non ci si vedeva ancora nulla. Così, in quella mattina fredda e buia, Traiano partì da Casina per arrivare a Reggio.

Mentre era sul cavallo pensava:”Fa proprio freddo, oggi” e diceva al cavallo di andare piano. La strada che Traiano stava percorrendo era proprio brutta, una curva dopo l’altra, il cavallo faticava a galoppare su quel terreno pieno di sassi ebuche….ma quella era l’unica “strada” , meglio chiamarlo sentiero che poteva percorrere per scendere verso la pianura.Stavano lavorando per preparare una strada come si deve, ma non era ancora finita.

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Finalmente  vide l’alba, il sole stava sorgendo e Traiano si fermò a guardare il cielo: quello spettacolo di colori gli piaceva davvero tanto e tutte le volte che lo osservava si sentiva incantato! “Che meraviglia, oggi il tempo è proprio bello”pensò, meno male che non piove!Sono proprio fortunato” disse tra sé e sé.Riprese il suo cammino e dopo qualche curva, fermo su di un sasso, trovò il suo amico Onorato; fu molto sorpreso di vederlo e, dopo aver parlato un po’ decisero di continuare il viaggio insieme perché anche Onorato doveva andare fino a Reggio. I due amici spensero la lanterna e decisero di risparmiare l’olio che rimaneva per il ritorno

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Arrivati alla Vecchia, i due viaggiatori si resero conto che, dopo tutte quelle curve, i due cavalli erano stanchi, ma che avrebbero continuato fino a Vezzano dove c'era lo stallo per i cavalli e la Locanda del Sole per loro due.Traiano aveva già fatto questo viaggio tante di quelle volte che sapeva a memoria la strada. A Traiano piaceva di più fare questo sentiero, piuttosto che passare da Pecorile, diceva che il paesaggio era molto più bello e poi, cambiare i buoi costava troppo per lui, così era meglio semplicemente far riposare il cavallo.

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Verso mezzogiorno arrivarono a Vezzano, che era un piccolo paesino dove abitavano contadini e gessatoli. Nel centro di questo piccolo paese di collina, di fronte alla chiesa, c’erano lo stallo e la Locanda. Fu così che Traiano o Onorato bussarono alla porta dello stallo e della locanda.

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Aprì la porta il locandiere e, dopo i saluti, offrì loro un pasto caldo. Traiano disse che aveva le provviste sul cavallo, ma un buon pasto caldo gli serviva per continuare il viaggio.

 

 

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Il locandiere servì loro polenta fumante, coniglio, cinghiale e vino di Vezzano in abbondanza. I due amici mangiarono tutto in due minuti e ne chiesero ancora. Dopo aver mangiato a sazietà, si misero a sedere davanti al camino per fare due chiacchiere, riscaldarsi un po' e aspettare che i loro cavalli fossero freschi e riposati.

A Traiano piaceva molto fermarsi in quella locanda con i tavolini rotondi, le panchette di legno e il camino sempre acceso e gli piaceva sopratutto la cantina, con il soffitto a botte, diceva che era il luogo adatto per far stagionare i salami e conservare il vino: "di salami così, non se ne trovano in tutta la provincia!" ripeteva sempre.Dopo cinque minuti, i pensieri di Traiano furono interrotti dallo stalliere che diceva: "I cavalli sono pronti, potete andarli a prendere!"
Traiano e Onorato, ripresero il loro cammino consapevoli del fatto che ora la strada era tutta in pianura e dritta e che il pezzo più brutto l'avevano già superato.

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Con più si avvicinavano alla città, vedevano tante persone per la strada, donne con i cappellini strani e vestiti eleganti che parlavano allegramente e uomini chiusi nel loro tabarro, col bastone. In città passavano sfrecciando carrozze trainate da cavalli e alcune biciclette. Traiano disse ad Onorato:"-Un giorno, forse, potremo comprarcela anche noi una bella bicicletta che non ha bisogno di fermarsi per riposare!"

 

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Finalmente arrivarono nella piazza del mercato: c'era davvero tanta gente! Traiano aveva fretta, perchè aveva guardato il cielo e si era accorto che, verso Vezzano era proprio brutto. La bella giornata invernale si stava trasformando in una giornata tempestosa. Forse in serata avrebbe anche nevicato e se nevicava....chi riusciva a tornare a casa?

In fretta e furia Traiano e Onorato comprarono un maiale, una pecora e la stoffa per assunta. Furono costretti a comperare anche un carrettino per caricare la pecora e il maiale. Così attaccarono il carrettino ai due cavalli e ripartirono.

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Quando furono verso Vezzano, le loro previsioni si avverarono e cominciò a piovere e pioveva così forte che i due poveretti furono costretti a fermarsi di nuovo alla locanda del Sole per chiedere di nuovo ospitalità. Traiano era molto preoccupato per Assunta: -Se non mi vede tornare in orario, si metterà nei pensiere- Diceva Traiano e Onorato lo rassicurò: - appena smette un po' ripartiremo subito, non ti preoccupare-

Dopo circa mezz'ora la pioggia cessò e lasciò il posto ad una debole nevicata. Piccoli fiocchi di neve brillavano alla luce della lanterna di Traiano. I due amici decisero di ripartire.Ripresero i loro cavalli e cominciarono ad affrontare di nuovo le curve di Casina, con la neve che faceva loro compagnia. Certo che era uno spettacolo incantevole. Traiano osservava quel poco di panorama che riusciva a vedere con la lanterna e pensava  alla felicità dei suoi figli quando al mattino avrebbero visto la neve!!

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Quando arrivarono a casa, Assunta vide Traiano da dietro la finestra della loro povera casa, aprì la porta e gli corse incontro: "Ero così preoccupata per te!-Vieni dentro, togliti quei vestiti tutti bagnati!" Traiano salutò Onorato e gli chiese di mettere la pecora, il maiale nella stalla con la mucca e il cavallo. - Ragazzi, papà è tornato!- Tutti si abbracciarono forte e pieni di felicità perchè erano di nuovo tutti insieme a casa, al sicuro.

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Racconto scritto, disegnato dagli alunni della classe seconda.