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L'INTERVISTA
Il primogenito di Bossi: ci sono anch'io
16/03/05
"Ero nella casa di Cattaneo con Renzo, ma non sono stato fotografato.
Deluso? No, con Manuela ho un ottimo rapporto"
"Ero anch'io lì, con mio padre, nella casa di Cattaneo, quando hanno fatto
quella fotografia. È che c'era una finestra sola...". Per questo, dice, è
stato immortalato col papà solo suo fratello Renzo. Scalogna. Tutte le foto
per lui. E dopo le foto, l'intervista ad Aldo Cazzullo. Dove il leader della
Lega spiegava che l'immagine era "un messaggio chiaro su chi verrà" dopo di
lui: "Quando passerò la mano, non certo adesso, qualcosa di me resterà".
Così Riccardo Bossi, il figlio avuto dal Senatur nel matrimonio precedente,
prima ancora che il padre correggesse il tiro col Giorno, ha afferrato il
telefono e chiamato il Corriere: "Vorrei precisare il mio pensiero". Eccolo
qua. Alto, grosso, mascella quadrata, sopracciglie folte, vestito blu,
cravatta bianca e azzurra, occhiali neri. Un misto tra il Senatùr e il
mitico Dan Akroyd dei "Blues Brothers". Diplomato in ragioneria, ha 27 anni,
è tornato a iscriversi a Scienze politiche dopo qualche anno di latitanza e
muore dalla voglia di far politica: "Sa", spiega Maruska, la vistosa
fidanzata bionda, "è stato scritto che non è stato preso in considerazione
per la successione... Era necessario che dicesse qualcosa di inerente. È un
equivoco. E poi, diciamo che più ancora che il segretario è il popolo
leghista che vorrebbe vedere nel successore di Bossi un altro Bossi".
Deluso dall'intervista di suo padre?
"Ma per carità. Io ho un ottimo rapporto con la Manuela, si sta facendo un
bel mazzo. E anche coi miei fratellini... Buonissimo".
E allora?
"Ognuno dice quello che pensa. Certo, non è che un giornalista possa
inventarsi tutto. Anche se mio papà ha precisato poi che non c'era nessuna
investitura. Mi ha dato fastidio il commento. Pareva che mi avesse tagliato
fuori. Non è così. Non capisco perché voi giornalisti... ".
Guardi che è suo padre ad avere aspettato un po' prima di precisare.
"Sì, però...".
E pareva così pacifica, la cosa, che Calderoli e Castelli si erano
precipitati a dire: bene, bravo, ottima scelta... "Non commento. È stato un
gesto d'affetto. Questo è un paese democratico e...".
Ma non monarchico: ammetterà che un leader che designa suo figlio...
"Gliel'ho detto come è andata. Tutta colpa di una foto. Nella Lega c'è posto
per me, per Renzo, per tutti quelli che vogliono impegnarsi. Io sono un
ragazzo che parte sempre dal gradino più basso in assoluto ".
Oddio: l'hanno piazzata a fare l'assistente di Speroni a Bruxelles...
"Ma io, prima, mi sono fatto un mazzo così, sa? Non ho nessun problema ad
andare ad attaccare i manifesti, io. Ci mancherebbe... Lo faccio più che
volentieri. Nessuno deve essere paraculato".
Scusi?
"Preferisco partire dal basso".
A Bruxelles.
"Mi è seccato che mi abbiate messo sul Corriere per l'assunzione come
assistente. Con tutte le clientele che ci sono in giro...".
Se l'avesse fatto Mastella, di far assumere suo figlio in Europa, la
Padania l'avrebbe sparato in prima pagina e lei lo sa.
"Può darsi. Non so... Comunque ogni deputato ha diritto di scegliersi chi
vuole. È una scelta privata".
Con soldi pubblici.
"Io sono tassato su quei soldi lì, eh! Non ho il cadreghino, io".
E cos'è?
"Non è un cadreghino. Se lei vedesse il mio contratto...".
E che fa, a Bruxelles?
"Il mio lavoro è andare in Aula, ascoltare, segnarmi quello che dicono...
Ovviamente agli affari esteri. Si può parlare del Kosovo piuttosto che della
Turchia. Si preparano gli emendamenti, si organizzano delle cose... Un
discorso importante sono i dazi. Anche perché qui, ragazzi, le aziende fanno
fatica. Fatiiiica... D'altronde... La Cina... Si parla della nazione più
popolosa al mondo... Eh, insomma... Qualche grosso problema lo sta
creando...".
Ma lei cosa vuol fare da grande?
"Intanto riprendo gli studi. Poi sicuramente la politica è un mondo che mi
attrae... Sempre con rispetto di mio padre. Grande rispetto di mio padre.
Prima c'è lui, perché è mio padre, poi viene la Lega e la gente della
Lega... Ho una buona dialettica, non ho paura di parlare di niente qualunque
persona anche importante abbia davanti o qualunque domanda mi faccia. Voglio
dare una mano a mio padre e alla Lega. Ma prima devo studiare. E pensare.
Ecco, questa è una materia che metterei a scuola: pensare. Sinceramente:
manca".
I figli in politica, di solito, vanno così così.
"Chi l'ha detto? Se hai passione e hai davanti uno che ti insegna può
diventare una bella passione. Una bella passione".
L'ultimo esame all'università?
"Oh! Qualche anno fa. Sto riprendendo adesso".
Il suo personaggio politico preferito, a parte suo padre?
"No comment".
Scherza?
"La Lega! Tutta! Il ministro Calderoli sta lavorando bene. Anche Maroni.
Certo, Roma... Ci sono stato, all'interno delle istituzioni. Mio padre mi
portava quando ero piccolo. Bel mondo, sa? Però...".
Il suo mito?
"Napoleone. A casa ho anche i busti. Insomma, qualcuna ne ha combinata.
Grande condottiero. Grande. Sono andato anche a vedere il campo di battaglia
dove perse".
Dove?
"A... Dai che non mi viene... O Signùr, come si chiama? ".
Waterloo?
"Ecco. Waterloo. Grande, Napoleone. Morto in esilio col suo uomo fedele al
fianco che ha bloccato l'ora dell'orologio. Diciassette e 48 minuti. Mi
pare".
Oltre a Napoleone?
"Marco Aurelio", suggerisce Maruska. Lui: "No, no. L'impero romano non lo
considero. Non sopporto 'sta Roma de noantri... L'impero romano, per carità!
Non lo considero. Gusti personali. Carlo Cattaneo, ecco".
Altri?
"Umberto Bossi".
Napoleone, Cattaneo e Bossi...
"Oh, qualcosa ha fatto. Quando facevo le medie, sui libri, c'era già Umberto
Bossi!".
Insomma, lei oggi vuol dire: sono qua.
"Certo. Visto che non è mai stato affiancato il mio nome a quello di mio
padre è giusto che si capisca una cosa: io sono veramente vicino a lui. È un
grande esempio per me. Un grande professore. Io amo la Lega. Amo la Padania".
Oltre a queste, che passioni ha?
"Sono un tifoso del Milan. Grandissimo tifoso del Milan".
Che libri ha sul comodino?
"Vento del nord. Lo leggo sempre".
Perché, quante volte l'ha letto?
"Tre, quattro... Non so. È un libro che mi piace rileggere spesso".
Insomma, è la sua Bibbia?
"Ecco, sì, la mia Bibbia. Mi fa capire... È come se mio padre mi parlasse.
Ma le dicevo: il Milan... ".
Scusi: oltre a Vento del nord quali libri...
"Uff! Ne ho letti tanti... Ken Follett... E molti quotidiani. Molti. La
Padania per primo. Ecco, sport ne ho fatto parecchio... Calcio. Portiere.
Sempre stato portiere".
Pugilato?
"Boxe thailandese".
Quindi all'occorrenza potrebbe menare...
"Per carità! Fortunatamente Gesù Cristo ci ha dato il cervello. Ritengo
l'intelligenza umana la miglior macchina concepita al mondo".
Religioso?
"Sì".
A messa la domenica?
"No".
Ogni quanto?
"Non me lo ricordo".
Musica?
"Musica... Sì, mi piace. Anche la classica....".
Per esempio?
"Ho comprato recentemente un cd...".
Come si chiama?
"I pagliacci. E' stato fatto da... Come si chiama? E poi Maria Callas. La
divina. Ricorda un po' la Maruska. Il naso, forse... E gli U2. Ecco, i
quotidiani. Li leggo tantissimo. La pagina politica me la impongo per
prima".
Cinema?
"L'ultimo è stato La Passione di Cristo. Un film che sono rimasto lì".
Ah...
"Ma preferisco Sky. Nella mia collezione di film ho Il padrino, Braveheart,
che guardo spesso... Ne ho parecchi... Ultimamente ho preso quelli di
Kubrick".
Belli?
"Mai guardati. Un paaaazzo!".
E perché li ha presi?
"Erano allegati a un giornale. Sai, ti fai la collezione... Ho visto Gli
angeli di Borsellino. Il muro di gomma mi ha lasciato pensare molto".
Fra dieci anni come si vede: ministro?
"No. Troppo giovane".
Qualcuno l'ha fatto, a 36 anni.
"Se lavoro e mi impegno...".
Grazie.
"Che titolo mi fate?".
Potrebbe essere: "Ci sono anch'io".
"Bello. Me pias. Ci sono anch'io".
Gian Antonio Stella
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