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  Ultimo aggiornamento: 19-01-04

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Informazione e democrazia
nell’epoca della televisione

28-11-03

In che modo i cittadini possono accedere alle informazioni necessarie a comprendere le questioni politiche, se il governo controlla tutte le principali fonti di informazione? O ancora, se un qualche gruppo esercita un monopolio sull’informazione? I cittadini devono potere accedere a fonti di informazioni alternative che non siano sottoposte al controllo del governo o gestite da qualche gruppo o lobby (R.A. Dahl, Sulla democrazia, Laterza, 2003, p. 103)

La galassia dell’onorevole Berlusconi, attraverso la holding Fininvest, comprende uno dei pilastri del duopolio televisivo con le connesse risorse pubblicitarie (Mediaste spa, Publitalia), interessi nella telefonia (19,5% di Albacom), editoria (Mondatori, Einaudi, Le Monnier, Sperling & Kupfer…), assicurazioni e gestioni del risparmio (35, 5% di Mediolanum, Mediolanum Vita…), cinema (Medusa spa, Blockbuster Italia), annuaristica (Pagine Utili), Internet e new media (Jumpy, Networking, etc.) (in Aggiornamenti Sociali, nr. 11/03, p. 688)

Negli stati membri dell’Unione Europea, la principale minaccia alla libertà di espressione risiede, specialmente in Italia, nell’eccessiva concentrazione dei media, che potrebbe compromettere il pluralismo dell’informazione fornita al pubblico

 (Rapporto del Gruppo di Lavoro istituito dal Parlamento europeo sul monitoraggio del rispetto dei Diritti Fondamentali europei – marzo 2003 – interamente consultabile in www.statewatch.org/news/2003/apr/CFR-CDF.2002.report.en.pdf )

Con l'approvazione del ddl Gasparri ''si mette gravemente a rischio in Italia la liberta', e con essa si mette in discussione il diritto all'informazione, come pure il diritto alla cultura e il diritto alla satira''.
E' questo l'allarme lanciato dal segretario generale della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Paolo Serventi Longhi, che ha guidato una delegazione di 62 associazioni che hanno firmato un'appello contro il ddl Gasparri.
La delegazione ha avuto un lungo incontro con i capigruppo dell'opposizione per mettere a punto iniziative comuni contro il controverso provvedimento legislativo.
Serventi Longhi ha parlato di ''situazione dell'informazione molto grave in Italia'', riferendosi in particolare al sistema radiotelevisivo. Il segretario della Fnsi ha criticato duramente nel merito i contenuti del ddl sottolineando che questo ''consegna l'emittente pubblica direttamente nelle mani del governo. In questo modo programmi Rai chiarimenti eterodiretti saranno sempre piu' numerosi''.
(comunicato stampa della Federazione della Stampa Italiana, 19/11/03)

C’è un fenomeno generale di arretramento culturale dovuto alla civiltà televisiva, ma c’è anche un fenomeno specifico italiano. La televisione non è un male in sé, dipende da chi la fa e da come la fa. La RAI di vent’anni fa era una discreta televisione: certo, l’informazione era lottizzata dal potere politico. Ma oggi la questione è differente: c’è stata una vera e propria colonizzazione…  Non c’era il pensiero unico di oggi, che copre tutto lo spettro dell’informazione. Questo è un fatto nuovo. Nella casa delle libertà c’è un solo padrone. Il piccolo spazio del TG3 è comunque sorvegliato. Anche la radio ha subito la stessa sorte. E si è scatenato un processo tipico delle realtà a padrone unico: l’autocensura dei giornalisti… Se il 70% degli italiani riceve informazione solo dalla televisione, non legge giornali e libri, le loro idee verranno solo da lì. Se si ha una fonte unica, si ottiene un pensiero unico. (da un’intervista al prof. Giovanni Sartori, docente di scienza della politica alla Columbia University di New York – in “Il venerdì di Repubblica” – 7/11/03