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Lettera aperta al Ministro della Pubblica istruzione

Stimato Prof. Tullio De Mauro,

mi rivolgo direttamente a Lei per sottoporle quanto avevo già segnalato intervenendo nel dibattito sulla scuola svoltosi recentemente sul quotidiano La Repubblica. Le invio copia di quella lettera del 06/02/2001 che offre il contesto alla richiesta che ora rinnovo.

Annulli la procedura di valutazione dei capi di istituto a.s. 1999/2000, intervenendo per autotutela della P.A. Affermi la pratica del rispondere delle proprie azioni, della trasparenza, della corretta valutazione.

Insisto in questo invito perché accadono ancora fatti che inducono a ritenere che a Palermo i tre nuclei di valutazione abbiano commesso errori ed arbitri nell’ applicazione di uno strumento valutativo già di per sé privo dei più elementari requisiti di scientificità e trasparenza.

Segnalo quanto mi risulta personalmente:

     

  • Non ho ancora ricevuto risposta alla richiesta di accesso agli atti istruttori relativi alla valutazione del mio lavoro,inviata con fax il 26/01/2001, della cui ricezione mi sono accertata presso la segreteria del Sovrintendente scolastico regionale. Nella pur sgangherata segreteria della scuola in cui lavoro, facciamo il possibile per consentire l’immediato accesso ai documenti di chiunque ne abbia diritto.
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  • Il 15 c.m. ho ricevuto rettifica del punteggio precedentemente attribuitomi. So che lo stesso nucleo ha rettificato altre valutazioni, aggiungendo anche decine di punti e attribuendo alcuni 144/144. E’ legittimo il dubbio che qualche capo di istituto si sia rivolto tempestivamente alla "persona giusta" perché fossero riparati i singoli torti eccellenti.
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  • Si è verificato che sessanta capi di istituto non hanno a suo tempo compilato le schede valutative: a posteriori, si dice che sottoporsi alla valutazione fosse facoltativo…

De hoc satis.

Provveda subito ad annullare una procedura che insulta quanti lavorano per una scuola statale di qualità. Troppe conseguenze negative avrebbe il mantenerla, consentendo magari altri aggiustamenti da repubblica delle banane.

Le ricordo i difetti più evidenti di tale valutazione:

     

  • Uno dei parametri valutativi era la coerenza con il POF, non ancora adottato in tutte le scuole e che pertanto non poteva essere indicato come riferimento fondamentale della procedura.
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  • Altro cardine della valutazione doveva essere il contesto socio-economico in cui si colloca ogni scuola, che si doveva però rappresentare attraverso un questionario di rilevazione assolutamente inadeguato.
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  • Il carattere precipuo della procedura era la <<Diretta partecipazione dei capi di istituto>> (C.M. n° 18 prot. 476 del 18/1/2000) che però si è concretizzata solo nell’opportunità che tutti hanno avuto di esibire giochi retorici, castelli di carta, attribuzioni inevitabilmente mendaci: molti dei "processi" su cui si chiedeva la cosiddetta "autovalutazione" sono attivati, infatti, da soggetti assolutamente diversi e indipendenti rispetto al capo di istituto. Non è stata garantita alcuna <<diretta partecipazione>> a chi si è rifiutato di gareggiare in tale fiera delle furbizie ed ha risposto laconicamente, esponendo solo il proprio lavoro.

    Ho già confermato le mie dimissioni da preside, non intendo dimettermi da cittadina, e spero di non dovere ricorrere alla rilettura de "La concessione del telefono" di Andrea Camilleri come unica risposta alla mia indignazione e a quella di tanti altri professionisti impegnati nella scuola.

Cordiali saluti 

Palermo, 20/02/2001

Anna Armanno Cuttitta

 
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