Ricerca svolta dai ragazzi di V A e V B.
Insegnante di classe: Annalisa Iacono
La vita nel periodo risorgimentale
MUSICA PER LA LIBERTÀ
Se il settecento musicale era stato dominato da Mozart, l’ottocento
fu indubbiamente illuminato dalla figura di Ludwig van Beethoven:
l’artista isolato, indipendente che non componeva più per
i potenti, per seguire la moda o su commissione, ma per appagare
il suo istinto creativo; che non si rivolgeva più a una cerchia
ristretta di aristocratici, di privilegiati, ma a un pubblico più
vasto: al popolo; che usava il pianoforte (altro protagonista del
secolo) come uno strumento per comunicare con l’umanità.
Oltre a Beethoven, che dominò la cultura musicale del secolo,
l’ottocento espresse un fitto stuolo di grandi musicisti: per l’Italia
Niccolò Paganini: il “mago del violino”.
Nella prima metà del secolo ci furono tre grandi operisti:
Gioacchino Rossini (Barbiere di Siviglia, Guglielmo Tell), Vincenzo
Bellini (Sonnambula, Norma) e Gaetano Donizetti (Lucia di Lammermoor,
Elisir d’amore).
Giuseppe Verdi fu un grande musicista italiano che, con l’opera
“Il Nabucco” rappresentata nel 1842, suscitò il delirio del
pubblico: l’Italia del Risorgimento aveva trovato il suo musicista!
Seguirono “ I Vespri Siciliani”, “Rigoletto”, “Trovatore”, “Traviata”,
“Aida”, “Messa da requiem”, “Otello” e “Falstaff” per citare le
più note.
Inno nazionale
Fratelli d'Italia
L'Italia s'è desta,
Dell'elmo di Scipio
S'è cinta la testa.
Dov'è la Vittoria?
Le porga la chioma,
Ché schiava di Roma
Iddio la creò.
Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte
L'Italia chiamò.
Noi siamo da secoli
Calpesti, derisi,
Perché non siam popolo,
Perché siam divisi.
Raccolgaci un'unica
Bandiera, una speme:
Di fonderci insieme
Già l'ora suonò.
Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte
L'Italia chiamò.
Uniamoci, amiamoci,
l'Unione, e l'amore
Rivelano ai Popoli
Le vie del Signore;
Giuriamo far libero
II suolo natio:
Uniti per Dio
Chi vincer ci può?
Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte
L'Italia chiamò.
Dall'Alpi a Sicilia
Dovunque è Legnano,
Ogn'uom di Ferruccio
Ha il core, ha la mano,
I bimbi d'Italia
Si chiaman Balilla,
II suon d'ogni squilla
I Vespri suonò.
Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte
L'Italia chiamò.
Son giunchi che piegano
Le spade vendute:
Già l'Aquila d'Austria
Le penne ha perdute.
II sangue d'Italia,
II sangue Polacco,
Bevé, col cosacco,
Ma il cor le bruciò.
Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte
L'Italia chiamò.
IL ROMANZO STORICO
Nel campo della letteratura, gli esponenti più illustri
furono Ugo Foscolo, Vincenzo Monti, il tedesco Wolfgang Goethe e
i poeti inglesi Keats e Percy Shelley.
Romanticismo e Risorgimento procedettero di pari passo per tutta
la metà del secolo: fare cultura significò impegnarsi
anche in una causa politica, che in Italia era la causa della libertà
e dell’indipendenza nazionale.
Uno dei mezzi per raggiungere questi fini fu il romanzo storico.
Il genere era stato lanciato dall’inglese Walter Scott che aveva
scritto il noto Ivanhoe; famosi romanzi storici e avventurosi uscivano
anche in Francia soprattutto per merito di Alessandro Dumas con
il ciclo dei tre Moschettieri e il Conte di Montecristo.
In Italia ci furono le opere di Massimo Azeglio (Ettore Fieramosca
) e Alessandro Manzoni con “I Promessi Sposi”.
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