Ricerca svolta dai ragazzi di V A e V B.

Insegnante di classe: Annalisa Iacono


"Costruiamo" la storia

Abbiamo chiesto ai nonni più anziani o a conoscenti di dire, tramite la loro testimonianza, quando nella nostra città sono avvenuti quei cambiamenti che hanno connotato l’età contemporanea.
Questa esperienza è stata solo un esempio di come si può impostare un lavoro di ricerca storica sul territorio e come il passato non sia affatto finito, ma parte di noi, e se noi oggi siamo tali, lo dobbiamo proprio a quella parte di storia, di cui i nostri nonni sono stati protagonisti o spettatori.
È stato bello, inoltre, osservare che molti ricordi, durante l’intervista, sono stati toccanti e hanno coinvolto emotivamente le persone intervistate.

Intervista alla signora Teresa


NOME: Teresa
DATA DI NASCITA: 5 maggio 1932
ETA’: 73 anni

Gabriele - Com’era costruita la sua casa?


Teresa – La mia era una casa di campagna, abitavo a Ponte di Piave, dove adesso ci sono solo villette.
La casa non era tanto grande ma era comoda, c’era il deposito per gli attrezzi: c’era molto più spazio che nelle case di oggi.


G- Com’era composta la sua famiglia?


T- La mia famiglia era composta dai miei fratelli, quattro per la precisione.
Siamo stati fortunati, in altre case si viveva in più di trenta persone:
infatti i figli si sposavano e vivevano insieme ai genitori.


G- Quale lavoro svolgevano i suoi familiari?


T- Mia mamma era casalinga, mio padre era un piccolo commerciante
e io e i miei fratelli studiavamo.


G- Avevate il riscaldamento? Come funzionava?


T - Noi non avevamo il riscaldamento, c‘era una cucina economica a legna.


G- C‘era la corrente elettrica? Cosa faceva funzionare?


T- Da noi c’era, e faceva funzionare solo le lampade e il ferro da stiro.
Solo dopo la seconda Guerra Mondiale arrivò la radio.


G- C'era l ’acqua corrente?


T- No, ma in cortile c’era un pozzo.


G- Come si conservavano i cibi?


T- Non c’era il frigorifero; e in inverno i cibi si mettevano fuori dalla finestra e in estate si compravano solo cibi freschi e non si facevano scorte.


G- Lei e’ andata a scuola fino a che età?


T- Sono andata a scuola fino a 18 anni, ho fatto le Magistrali dove ho vinto un concorso e ho subito cominciato a insegnare.


G- Come mai non ha proseguito gli studi?


T- Non ho potuto perché avrei dovuto andare a Padova e non c’erano in famiglia i mezzi.


G- Come andava a scuola?


T- Potevo andarci solo in bicicletta che adesso adopero ancora per tenermi in allenamento.


G- Cosa faceva nel tempo libero?


T- Ne avevo tantissimo, all’ inizio lavoravo in Parrocchia, dopo ho fatto un po’ di politica : aiutavo il centro di democrazia, dopo mi sono sposata, ho avuto 4 figli e non ho avuto più tempo libero.


G- Mi può insegnare un gioco di quando era piccola?


T- Beh! Non c’erano tanti giochi: si giocava a palla, a bandiera, ai 4 cantoni e a campana.

 

La vita nel periodo risorgimentale

LA FAMIGLIA

Per tutta la prima metà del secolo il nucleo fondamentale della società fu la famiglia patriarcale che comprendeva i genitori, i nonni, i figli maschi e le loro famiglie,la servitù e le “monache di casa” ossia le donne(vecchie zie o figlie) ancora nubili.
I figli si rivolgevano ai familiari dando del “lei” o del “voi” e nei confronti della madre usavano fare il baciamano e l’inchino.
I padri sceglievano la professione ai figli e stabilivano quando e con chi dovevano sposarsi.
L’età ottimale per il matrimonio si aggirava attorno ai 16-17 anni per le ragazze che già a 15 erano considerate “da marito” e sui 19-20 per i ragazzi.
I figli non avevano il diritto di assumere iniziative personali.
Le donne di famiglia quando andavano a Messa sfoggiavano la loro eleganza e chiacchieravano con le amiche.

COME SI VESTIVANO

Per l'uomo benestante, gli indumenti erano la camicia, bianca ed ornata di vistosi colletti e polsini inamidati, il gilet spesso ricamato e tagliato in velluto, raso e seta: per un certo tempo trionfò la moda del panciotto rosso.
Giacche e pantaloni avevano tagli semplici e colori smorti (grigio, nero, blu, marrone).
Come accessori arrivarono dall'Inghilterra la cravatta, il cilindro e la bombetta; mentre dalla Francia giunse la redingote (cappotto attillato).
Abbandonati i ricami, le enormi parrucche e gonne in voga nel Settecento, la moda femminile adottò un abbigliamento meno ingombrante.
L'elemento caratteristico dell'abito fu la crinolina (sottana rigida e rigonfia sostenuta a cerchi a stecche di metallo o di balena).
Tra gli accessori c'erano i cappellini più estrosi, la veletta e gli ombrelli.

Nei primi mesi di vita, si fasciavano i bambini come salamini; per i primi 4 o 5 anni d’età, indossavano un abitino identico per i maschi e le femmine, ricamato e ornato di pizzo dal quale spuntavano le mutandine anch’esse di pizzo, lunghe fino al ginocchio.
Dopo il quinto anno d’età, la situazione si normalizzava.
Le bambine indossavano abiti più o meno simili a quelli delle loro mamme (con gonna più corta), fino al giorno in cui anche per loro, giungeva l’ora della crinolina.
I maschi d’oltre 5 anni, portavano un completino formato da una giacchetta dritta lunga fino alla vita e pantaloncini larghi e arricciati sotto il ginocchio mediante un elastico.
Verso i 10 – 12 anni comparivano nella camicia il colletto e la cravattina.


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