Recensione di Enrico
Eracle era figlio di Zeus e di Alcmena. Era molto forte e coraggioso
e fin da piccolo aveva compiuto delle imprese straordinarie come,
ad esempio, strozzare due serpenti quando era ancora in culla.
Poi aveva compiuto molte altre imprese per diventare immortale,
come voleva suo padre Zeus, il quale infatti aveva stabilito che
per diventare immortale , Eracle doveva compiere dodici fatiche,
nelle quali servivano tanto coraggio e una forza immensa.
Eracle aveva già compiuto dieci fatiche ma Euristeo, suo
fratello, era molto intimorito da lui e voleva in tutti i modi tenerlo
lontano dalla Reggia. Così gli ordinò di portargli
i pomi d’oro, regalo di nozze di Gea ad Era, custoditi dalle ninfe
Esperidi nel loro giardino.
Eracle partì da Micene per l’undicesima fatica. Camminò
per molto tempo e un giorno un vecchio marinaio gli consigliò
di chiedere a Nereo, l’antico Dio Marino, dove fosse il giardino
che cercava.
Eracle trovò Nereo, lottò contro di lui e lo sconfisse.
Alla fine Nereo gli disse che il giardino si trovava ad Occidente,
dove Atlante reggeva il cielo sulle spalle.
Eracle arrivò da Atlante che gli propose di andare lui al
suo posto perché le Esperidi erano sue figlie e conosceva
i loro trucchi. Eracle però doveva tenere il cielo sulle
spalle.
Eracle accettò e si scambiarono di posto. Quando Atlante
tornò con i pomi d’oro Eracle fu molto contento di vederlo
perché il cielo era pesante, ma Atlante gli disse che era
stanco di portare il peso del cielo e visto che Eracle lo faceva
benissimo, pensava di portare lui i pomi ad Euristeo e di fare un
giro al ritorno, poi avrebbe ripreso il suo posto.
Eracle era furioso, ma non poteva muoversi di lì, altrimenti
il cielo sarebbe caduto sulla Terra, distruggendo tutto, anche lui.
Così finse di accontentare Atlante. Gli chiese però
di tenere un attimo il cielo perché voleva cercare qualcosa
di comodo per appoggiarsi.
Atlante non capì l’imbroglio e lo ascoltò. Eracle
si mise a ridere e se ne andò con i pomi d’oro. Corse veloce
e non ascoltò le grida dietro di lui.
Ogni volta che Atlante pensa alla beffa di Eracle, diventa furioso
e il cielo si scuote sopra la Terra.
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