ARTE MAYA
I superbi avanzi architettonici sparsi in tutto il territorio
occupato dai Maya avevano tratto in inganno gli studiosi sull’organizzazione
di questo popolo; si pensava che, come fra Atzechi e Incas anche
fra i Maya esiste una propria popolazione cittadina ma in verità
le cosiddette “città” dei Maya non erano altro che centri
religiosi.
I Maya vivevano dunque nelle campagne costituiti in gruppi familiari,
riuniti in villaggi probabilmente comandati dal capo: l’uomo più
anziano.
I palazzi e i templi si ergevano sempre su uno zoccolo piramidale
di terra battuta.
In alto un bassorilievo ornamentale frequente sulla facciata dei
templi del nuovo impero che raffigura in modo stilizzato il dio
proboscidato “CHAC”.
Fra le rovine dei templi si possono vedere immagini che attestano
l’abilità dei Maya nell’arte delle pitture murali.
La figura in basso rappresenta la costruzione de “EL CASTILLO”,
la più bella piramide di Chichén-Itzà.
EL CASTILLO è una piramide ricostruita sopra una precedente,
nello stile dei re Maya.
Ogni re voleva infatti dimostrare di essere più
potente del suo predecessore: così costruiva un tempio più
grande sopra quello esistente, che restava sotto il nuovo strato.
Il tempio cresceva così a buccia di cipolla.
La piramide attuale risale a poco tempo prima del 1100 d.C. mentre
quella sottostante era già stata costruita 10 anni prima
e conteneva all’interno un’enorme scultura in pietra di un giaguaro,
dipinta di rosso con intarsi di giada per macchie.
El Castillo ha una base di 55 metri quadrati, la piramide è
formata da 9 gradini ed è alta 24 metri, il tetto del tempio
si trova a 30 metri dal suolo.
Ognuna delle quattro scale ha 91 gradini che, sommati a quello di
accesso al tempio, fanno 365, esattamente quanti sono i giorni dell’anno
maya.
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