Era il 21 febbraio del 1999, era il mio compleanno e io
aspettavo che arrivassero le mie amiche. Io chiedevo alla mamma:
"A che ora devono arrivare ?"
La mamma rispondeva: "Alle 16,30 "
"Sicura che verranno?"
"Certo!- rispondeva la mamma.
Ma ahime! Alle 5,00 non arrivavano, così decisi di telefonare a Marta:
"Mi dispiace –disse- ma non posso venire al tuo compleanno, devo fare
i compiti!"
Io rimasi molto delusa di queste risposte così mi chiusi in camera sbattendo
la porta con violenza e mi buttai sul letto piangendo un po’.
La mamma cercò di consolarmi dicendo:
"La festa la faremo in famiglia oppure in un altro giorno."
Ma io non volevo sentire ragioni e cercai di tapparmi le orecchie. Proprio
nel giorno del mio compleanno mi sentii molto delusa.
(Lucia)
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"Ciao Marta, Bea, Sara, Giorgia, Vale. Ciao a tutte!!!" dissi io entusiasta.
"Ciao" risposero tutte in coro.
Io felice tornai a casa cantarellando. Ero felice perché alle ore diciannove
c’era il saggio di Natale. La maestra di ginnastica ci aveva raccomandato
di mettere calze rosse tagliate alle caviglie e la maglietta blu attillata.
Io, per andare a quel saggio, ho dovuto mancare a una lezione di catechismo.
"Giada sono le cinque, preparati, fatti la doccia!"
"Sì mamma!" risposi.
Alle cinque e quarantacinque eravamo pronti per partire. In macchina dicevo
sempre:
"Mamma se sbaglio, se …"
"Basta Giada, se sbagli fai finta di niente tanto nessuno sa com’è l’ originale."
Dopo mezz’ ora arrivammo. Siccome era troppo presto aspettai fuori. Quando
mi decisi ad entrare tutta bella e preparata vidi le mie amiche: erano là
davanti ai miei occhi e sfilavano eseguendo il nostro balletto. Mi trattenni
dal pianto, quando non ce la feci più mi strinsi a mia mamma dicendo:
"Non c'e l'abbiamo fatta per quello stupido biglietto!!!" Infatti la maestra
aveva sbagliato l'orario: aveva scritto che lo spettacolo iniziava alle
sette invece che alle sei.
La mamma per consolarmi mi portò in pizzeria. Corsi in bagno, mi misi a
piangere, diventai rossa come un pomodoro, mi sciacquai la faccia per non
far notare la mia delusione. Nel mio cuore si agitava un sentimento di delusione
e rabbia.
(Giada)
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16 luglio. Io ero molto ansioso perché oggi sarebbero arrivati
i miei nonni da Andalo, un paesino delle Dolomiti. Ero nervoso perché mi
avevano promesso che mi avrebbero portato un bel regalo. Dopo un po' udii
la mamma dire: "Ecco ragazzi, sono arrivati i nonni!!" Fui il primo ad andare
in garage ad accoglierli. Appena arrivato davanti alla loro macchina li
abbracciai. Dopo circa cinque minuti con una grandissima ansia chiesi loro
del regalo, e loro cominciarono ad aprire la valigia; ero molto impaziente,
mi sentivo pulsare il sangue nelle vene dalla tensione. Aprirono la valigia
e io vidi un buffo vichingo di legno con una lunga barba. Io da quanto ero
deluso corsi in camera mia arrabbiatissimo e ci restai per circa tre ore.
Poi capii una cosa molto importante. Corsi dai nonni, li abbracciai e gli
dissi: " NONNI,NON IMPORTA DEL REGALO, IL REGALO PIU' IMPORTANTE SIETE VOI!!!!!"
(Marco G.)
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Tanto tempo fa io e la mia famiglia dovevamo partire per Croazia. Abbiamo
preparato la valigia e quando abbiamo cominciato a caricare la macchina
dopo 5 minuti mio papà ci ha detto:
“Non partite oggi ma domani.”
La mamma chiese perché e mio papà rispose che era brutto tempo.
Dopo aver ascoltato cosa dicevano sono uscito fuori perché ero deluso
e per poco mi mettevo a piangere. Quel giorno che dovevo partire pensavo
di far un bel viaggio con la mia famiglia per riabbracciare i miei nonni,
le mie zie e i miei cugini. Pensavo che saremmo partiti verso le 9:10
o le 10:00, invece sono rimasto a casa arrabbiato e deluso.
(Simone D.)
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