Il 21 aprile del 1941, quando il signor Costantini frequentava la seconda ragioneria, il professore di religione, che era anche il parroco della sua parrocchia, gli comunicò che era sospeso dalla scuola perché il suo cognome era forse di origine ebrea.

In Italia infatti, come in Germania, erano state emanate le leggi razziali, per la persecuzione degli ebrei. Costantinopoli, in Turchia, era abitata da ebrei che venivano anticamente chiamati “Costantinos”. Quando la città prese il nome di Istambul, gli ebrei rimasti presero il nome di “Istambulos”, mentre gli ebrei provenienti da questa città mantennero il nome “Costantinos”, che in italiano diventò “Costantini”.

“Per dimostrare che tu non appartieni alla razza ebraica - gli disse il suo parroco - devi scrivere una lettera a Roma e farti dare da me i documenti che testimoniano che appartieni alla religione cattolica.”

Normalmente, al termine della scuola, egli s’incamminava sempre in compagnia dei suoi amici ma quel giorno non fu così: tutti  i suoi amici se n’erano andati senza di lui perché avevano paura di essere coinvolti in questo problema. Solo un ragazzo, che sarebbe poi diventato il famoso Jacovitti, fece il tragitto di ritorno insieme a lui.