Scuola Toniolo
La storia del signor Augusto Costantini
(testi e disegni dei ragazzi delle classi V A e V B)


“Il caffè è per Flik”

 

disegno di Fabrizio

“Ah, certo che ti do il caffè, se è per Flick!”

 

Il lavoro alla fabbrica era molto pesante: i prigionieri dovevano lavorare 24 ore su 24, con brevi pause, in un ambiente surriscaldato dove si raggiungevano i 40 gradi di calore, mentre fuori faceva molto freddo, anche 10 gradi sotto zero.

Naturalmente i prigionieri erano stanchi e debilitati per il cibo scarsissimo, perciò a volte qualcuno si sentiva male. Costantini andò dal sorvegliante della fabbrica, un tedesco molto grasso, per chiedere di entrare in una stanza, proibita agli stranieri, a prendere un po’ di caffè per un suo compagno.

Il tedesco però non poteva lasciar entrare nessuno, perché altrimenti sarebbe stato ucciso lui e tutta la sua famiglia. Glielo disse, facendogli capire che non dipendeva da lui.

Costantini trovò un modo intelligente di avere il caffè senza danneggiare il tedesco. Gli diceva sempre: “Vorrei un po’ di caffè ma non è per me e neanche per i miei amici, è per Flick!”. In realtà Flick non esisteva, ma questa “bugia” permetteva al sorvegliante tedesco di non temere nulla. Infatti egli rispondeva: “Ah, certo che ti do il caffè, se è per Flick!” Tornando indietro Costantini gli disse: “Ciao papà!” ma lui capì "papa" e quindi rispose: “Io papa, tu Pacelli!”. In quel tempo infatti il papa si chiamava Pacelli.

 

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