Scuola Toniolo
La storia del signor Augusto Costantini
(testi e disegni dei ragazzi delle classi V A e V B)


La cella di segregazione

 

Il giorno dopo, mentre stava appoggiato alla pala come al solito nella “buca”, una SS gl’intimò di lavorare. Lui era talmente nervoso per il lungo digiuno che si girò di scatto per rispondere che non si poteva lavorare! Avrebbe voluto farsi uccidere ma la SS non lo uccise. Gli disse che offendendo lui aveva offeso Hitler e che meritava di morire, ma lo disprezzava perciò non avrebbe utilizzato una pallottola per ucciderlo.

disegno di Fabrizio

Costantini, dopo otto giorni passati senza mangiare nulla, fu sbattuto in cella di segregazione, che comunicava direttamente con il forno crematorio

Lo rinchiuse in una cella di segregazione. Era uno stanzino delle dimensioni di una bara, ma, al confronto di questa era più stretta e più scomoda.

Bisognava stare in piedi; anche se uno sveniva o si addormentava le pareti della cella erano così vicine da farlo stare in piedi. In ogni cella c’era un foro sulla porta, da cui passavano aria e luce. La sofferenza del signor Costantini diventò più atroce quando, chiudendo violentemente la porta, il tedesco gli provocò la rottura della membrana del timpano e dall’orecchio sentì che il sangue gli colava.

Il signor Costantini stava per finire nel forno crematorio.

Fuori di questa “bara”, c’era un nastro scorrevole, che passava davanti alle celle di segregazione e portava direttamente al forno crematorio. I tedeschi aprivano le celle a i prigionieri morti o moribondi cadevano sul nastro trasportatore e finivano nel forno crematorio.

Poco dopo Augusto perse i sensi.

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Come ha fatto il signor Costantini a uscire vivo dalla cella di segregazione?