Scuola Toniolo Il primo pasto allo straflager
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Erano ormai passati sette giorni da quando aveva mangiato l’ultima volta e l’ottavo giorno il signor Costantini aveva lavorato per liberare una strada dalle macerie perciò ripeteva tra sè: “Oggi devo mangiare”. |
...aveva lavorato per liberare una strada dalle macerie perciò ripeteva tra sè: “Oggi devo mangiare”. |
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Alla sera i prigionieri si misero in fila per cinque e, dopo aver fatto una specie di appello, rispondevano al proprio numero con una parola in tedesco. Il soldato incaricato prendeva da una scodella un po’ di pane fatto con segatura di alberi commestibili, cercava di renderlo più compatto perché si sbriciolava, intingeva un cucchiaio sul barattolo della marmellata, lo sollevava e lo scuoteva sopra il vaso e poi sul pane, se lo metteva in bocca e lo intingeva nello zucchero, solo che, dato che il cucchiaio era bagnato dalla saliva, lo zucchero rimaneva appiccicato e solo pochi granelli scendevano sul pane. Il signor Costantini sapeva che il soldato bastonava i prigionieri con molta precisione sul polso se sbagliavano qualcosa del rituale. Se, per reazione istintiva uno apriva la mano e lasciava cadere il pane, il soldato gli diceva che non era un uomo e quindi non era degno di mangiare. Allora si era detto: “Se ti picchia, devi stringere il pane, devi stringere!”. Afferrò il pane solo dopo aver ricevuto il permesso del soldato ma questi lo bastonò lo stesso. Augusto tenne stretto il suo pane e se ne andò. Quando finalmente si sedette in un angolo della cella per mangiare vide che in mano non aveva nulla perché a forza di stringere, il pane gli era uscito dalle mani passando fra le dita. Era disperato. La mattina dopo la mano sinistra era nera come al solito di sporco ma la mano destra era diventata pulita perché Costantini l’aveva leccata tutta la notte. |
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