scheda: San Fabiano e San Sebastiano
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Fabiano, papa per 14 anni (236-250), promosse il
consolidamento e lo sviluppo della Chiesa. Divise Roma in sette diaconie per
l’ assistenza dei poveri. Con lui la figura del vescovo di Roma assunse
tale prestigio da destare preoccupazione nell’imperatore Decio, sotto
il quale subì il martirio, nel 250. Succeduto nel 236 al
greco Antero, Fabiano si era guadagnato fama di buon organizzatore, e non solo
tra i cristiani
se lo stesso imperatore, secondo una notizia riferita da S.Cipriano,
ebbe a dire che avrebbe preferito un rivale nell’ impero a un vescovo come Fabiano a Roma. Quasi sconosciuto prima dell’ elezione al pontificato (
la Leggenda aurea, sulla scorta dello storico Eusebio, parla di una candida
colomba che si sarebbe posata sul suo capo mentre assisteva all’assise dei
cristiani che dovevano designare il candidato), fu apprezzato, oltre che per le
innovazioni amministrative, per i suoi interventi dottrinali, particolarmente
nelle controversie della vivace Chiesa africana. S.Fabiano fu
sepolto nelle catacombe di S.Callisto alle quali aveva dedicato parte
delle sue cure, qui nel 1854 fu rinvenuto il suo epitafio. Patronato: idraulici Etimologia: Fabiano = della romana gens Fabia Emblema: palma |
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Sebastiano, stimando la fedeltà a Cristo al di sopra di
ogni onore civile o militare, fu radiato dai quadri dell’esercito e ucciso
nella persecuzione di Diocleziano (c. 300). S. Ambrogio ci informa che Sebastiano era milanese di
nascita; ma ben più numerose (e leggendarie) notizie possono essere dedotte
dalla passione di san Sebastiano, frutto della devozione e della fantasia di
Arnobio il Giovane, un monaco
del V secolo. Amico dell’imperatore,
Sebastiano sarebbe stato un cavaliere che si sarebbe valso delle sue
amicizie per recare soccorso ai fratelli nella fede incarcerati e condotti al
supplizio. Egli avrebbe fatto anche opera missionaria convertendo alla fede
soldati e prigionieri. Lo stesso governatore di Roma, Cromazio, e suo figlio
Tiburzio, convertiti da Sebastiano, avrebbero affrontato il martirio. Tanto
zelo non poteva passare inosservato a corte, tanto che lo stesso imperatore
Diocleziano fece comparire davanti a sé l’audace centurione. L’inizio fu patetico, poiché l’imperatore fece
appello alla vecchia familiarità: “ Io ti avevo aperto
le porte del mio palazzo e
spianato la strada per una promettente carriera e tu attentavi alla mia
salute…”. Ma si passò ben
presto alle minacce e infine alla condanna senza appello. Sempre secondo la
leggenda aurea, S. Sebastiano venne legato al tronco di un albero, in aperta
campagna, e saettato da un manipolo di commilitoni. I carnefici credendolo morto lo abbandonarono sul posto; ma di notte i
cristiani, fra cui Irene, vedova del martire Castulo, recatisi sul luogo del
martirio per recuperare la salma di S. e darle degna sepoltura, si accorsero che
era ancora vivo. Fu curato dalla nobile donna nel suo palazzo del Palatino ove
miracolosamente riacquistò la salute. I cristiani allora lo pregarono di
abbandonare Roma onde aver salva la vita; egli invece, mentre i due imperatori
si recarono a compiere un rito al tempio di Ercole, volle affrontarli
pubblicamente per proclamare solennemente la fede in Cristo. Dopo la prima
sorpresa Diocleziano fece catturare S. che fu finito con la flagellazione
nell'ippodromo del Palatino. Il suo corpo fu poi gettato in una cloaca perché i
cristiani non lo recuperassero e lo venerassero. Però lo stesso santo apparve
in visione alla matrona Lucina eseguì quanto comandato e diede onorata
sepoltura al martire nel cimitero in catacumbas. Il suo
sepolcro si trova a Roma nelle catacombe che da lui presero il nome. Patronato: atleti, arcieri, vigili urbani,
tappezzieri Etimologia: Sebastiano = venerabile, dal greco Emblema: freccia, palma |