A cosa serve donare il midollo osseo

Alcune malattie del sangue, fra cui forme gravi di leucemia e l'anemia aplastica, possono trovare possibilità di guarigione nel trapianto di midollo osseo. Si può stimare che nella sola Italia circa un migliaio di persone ogni anno, di cui quasi la metà bambini, potrebbe trovare beneficio da questo tipo d'intervento, al quale, in molti casi, non vi è alternativa per vivere. Nell'ambito familiare è possibile trovare talvolta un donatore "compatibile" (fratello o sorella). Purtroppo anche a causa del tipo di vita moderno, il numero dei figli, in famiglia, si riduce sempre più, assieme quindi alla possibilità di trovare il donatore nell'ambito della famiglia stessa. Da qui la necessità di ricercare persone disponibili, con un minimo sacrificio personale, ad offrirsi come donatori di midollo osseo.

Il midollo osseo è una sostanza contenuta nelle ossa, specialmente in quelle lunghe; la sua funzione è di produrre le cellule del sangue (processo chiamato emopoiesi ). La sua struttura varia secondo l’età dell’individuo, in fase di crescita è rosso, quando matura tende ad ingiallirsi. Nel caso in cui il midollo osseo è malato o non funzionante viene trapiantato con cellule staminali in grado di rigenerare tutte le cellule del sangue, ricostituendo le normali funzioni emunologiche ed emetalogiche. Per trapianto non si intende un intervento chirurgico vero e proprio, ma di un prelievo delle ossa del bacino. Il trapianto osseo (TMO) può essere autologo (trapianto di midollo dello stesso paziente dopo l’opportuno trattamento) o allogenico (trapianto di midollo da parte di un donatore sano). In quest’ultimo caso è dispensabile reperire un donatore con caratteristiche genetiche simili a quelle del ricevente. L’operazione del TMO consiste in due distinte fasi: la prima, durante la quale il paziente è sottoposto a chemioterapia e/o a radiazioni, ha lo scopo di distruggere tutte le cellule midollari del paziente stesso (fra cui ovviamente anche quelle malate); la seconda consiste nel sottoministrare al paziente, mediante trasfusione, il midollo osseo prelevato dal donatore. Le cellule midollari riescono da sole a trovare la strada per inserirsi al posto che loro compete e iniziare a riprodursi. In un periodo variabile normalmente tra una e due settimane dopo il trapianto, si incominciano a vedere i primi risultati, la comparsa, nella circolazione sanguigna, di alcuni "neutrofili" nuovi. Qualunque individuo di età compresa fra i 18 anni (per motivi legali) e i 45/50 anni (per motivi medici) può essere donatore di midollo osseo, purché ovviamente, non sia affetto da malattie del sangue o da altre gravi forme infettive (quali AIDS, HIV, epatite etc). Per diventare donatori di midollo osseo è sufficiente sottoporsi al prelievo di un campione di sangue (come per una normale analisi) e firmare una dichiarazione che comporta la conoscenza delle modalità di un prelievo del midollo osseo. In più di 60000 trapianti già effettuati in tutto il mondo, nulla è mai accaduto al donatore; solo un lieve dolore nella zona del prelievo, dolore che all’uscita dall’ospedale si è di norma trasformato in un indolenzimento destinato a sparire in poche ore. Al termine del prelievo del midollo osseo viene di solito trasfusa un’unità di sangue, precedentemente prelevata al donatore stesso circa una settimana prima. Tale procedura garantisce al donatore dei rischi minimi che possono essere così suddivisi:

- rischio anestesiologico (correlato al tipo di procedura impiegata e all’anestetico somministrato)

- rischio infettivologico (i siti di prelievo del sangue midollare o quelli di infusione sono suscettibili di infezione)

- rischio di lesioni (durante la raccolta del sangue midollare è possibile provocare danni in loco ai tessuti causando, per esempio, sciatalgia, dolore della parte bassa della schiena che si estende alla faccia posteriore ed esterna della coscia).

Il midollo prelevato al donatore si ricostituisce nell’arco di una settimana circa, riportando quindi il donatore stesso nella situazione di partenza, senza alcuna menomazione. 

Gli alunni della classe III sez. C

indietro

Ninos de rua

Sono migliaia i bambini nati in Brasile nelle Favelas, città dei poveri, fra baracche costruite abusivamente sui fianchi delle colline di Rio de Janeiro, senza fogne, senz’acqua, senza corrente elettrica e senza fondamenta. Fra le piaghe delle Favelas, bambini della strada nascono per caso, come dei cagnolini randagi, prodotti e abbandonati da genitori altrettanto randagi. Crescono fra i conoscenti, vicini, parenti, quando ne hanno, e imparano sopravvivere "o a morire" nella strada. Molti campano di piccoli furti spesso eseguiti per conto di bande criminali che li adoperano approfittando del fatto che la legge è più tenera con i minorenni, e se li prende non li può mettere in carcere.

All’età in cui noi impariamo ad andare in bici, a 6 o 7 anni, questi bambini imparano a maneggiare armi da fuoco e trafficare droga. A 10,11 anni d’età molti sono già criminali incalliti, fanno parte di gang di bambini che attaccano grattacieli e palazzi d’uffici.

Mentre noi andiamo a scuola ad imparare la grammatica e l’aritmetica, loro " vanno a scuola" da ladri, "professori" del mestiere insegnano a sfilare il portafoglio dalla tasca di pupazzi coperti di campanellini. Chi fa suonare quei campanellini viene picchiato fin quando non impara. Ci sono anche le squadre della morte: killer privati pagati spesso dai ricchi.

Quando le gang di bambini colpiscono la squadra della morte loro rispondono uccidendo bambini trovati per strada o portandoli nelle fabbriche a lavorare, anche se è vietato il lavoro minorile.

Molte associazioni italiane, tra le più famose l’Unicef, combattono il lavoro minorile. La scuola media "G. Di Biasio" ha aderito al progetto intitolato "Insieme per la vita", e anche la nostra classe, armata di molta fantasia, ha costruito decorazioni natalizie e le ha vendute al mercatino allestito il giorno 8 Dicembre davanti alla chiesa principale di Cassino. Il ricavato della vendita e delle offerte fatte dai cittadini è stato versato sul conto corrente bancario intestato a "Insieme per la vita" (CCB n° 2500/35 Banca di Roma).

Gli alunni della classe III sez M

indietro