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I romani, nel periodo imperiale, si rivolgevano principalmente a medici greci, considerati i migliori. Purtroppo a Roma, come in Grecia, era vietato per motivi religiosi sezionare i cadaveri e questo rendeva molto difficile capire come funzionava il corpo umano.Nel mondo antico le cure erano spesso ricavate da piante medicinali ed erano vendute da un farmacista che le riceveva dal “tagliatore di radici”, cioè da colui che cercava e raccoglieva vari tipi di erbe curative.
Ma davanti a malattie terribili come la peste, che si diffuse ad Atene nel 429 a.C., era inutile sia rivolgersi al medico, sia pregare gli dei, sia sperare nella magia.
Racconta lo scrittore greco Tucidide nelle sue Storie:
“I medici non potevano combatterla, perché essi stessi morivano, avvicinandosi ai malati più degli altri: ogni altro mezzo umano era impotente. Tutte le suppliche nei templi, tutte le preghiere…risultarono inutili; alla fine si rinunciò a queste cose, vinti dalla forza del  male”.

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