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I romani realizzarono i più imponenti acquedotti dell’antichità. Roma, nella sua lunga storia, ha avuto 11 grandi acquedotti,  il più antico dei quale risale al 312.a.C.
Una città aveva bisogno ogni giorno di moltissima acqua: ma dove si poteva trovarne abbastanza?
Scrive Vitruvio ,architetto latino :
Le acque si devono cercare nei monti, perché è qui che si trovano le acque migliori e più sane e più abbondanti. Questi luoghi infatti sono esposti al sole, gli alberi vi crescono fitti e folti…L’acqua  delle piogge scende nelle valli e l’ombra degli alberi e dei monti in cui sono numerose selve conserva a lungo  le nevi che, poi, sciolte filtrano lentamente … scorrendo verso il basso al piede della montagna,da cui escono le acque di sorgente.”
Altre volte i Romani utilizzavano anche  acqua di fiume filtrata.
Una volta trovate le sorgenti adatte, si costruiva l’acquedotto, il modo da far arrivare l’acqua fino alla città.
L’acqua scorreva lungo una tubatura di terracotta, in leggera pendenza.
Quando si  incontravano valli, venivano costruiti degli acquedotti, in modo che l’ acqua continuasse a scorrere con la stessa pendenza. Una volta in città l’ acqua passava attraverso le vasche e in seguito alle condutture cittadine fatte di piombo; in questo modo veniva portata alle terme, alle fontane, ai bagni pubblici, ai lavatoi.

Pochi potevano permettersi il lusso di  ricevere in casa l’ acqua.

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