Ci svegliamo in una
grigia mattina che non promette nulla di buono e non solo dal punto di
vista meteo come mostrano le singolari TV locali che trasmettono
solamente ed ininterrottamente immagini di webcam dei dintorni. |
Il Perchio sembra KO dal mal di
schiena al punto di voler tornare con l'auto di qualche amico chiamato dall'Italia per
fargli guidare la
moto fino a casa, poi si riprende e dopo la succulenta colazione a buffet intraprende
la strada del ritorno (ora il contakm segna 69586). |
Appena partiti compare una
sbarra in mezzo alla strada... bisogna pagare un pedaggio per percorrere la
strada sulle montagne? Sembra di essere al Mottarone e, dato che l'hotel
accettava solo contanti, ci tocca sborsare 10 dei pochi euro rimastici
in tasca. |
La
strada sul Silvrettagruppe è stupenda e in cima al passo si scorge la vetta della
montagna più importante del gruppo, il Piz Buin. Finalmente al Perchio viene
svelato uno dei tanti misteri della sua vita... ecco dove prende il nome la
linea dei famosi solari. Solari? Ma se oggi il sole nemmeno si vede.
Anzi, lassù
in cima, non si sa se perchè siamo in montagna o se sia solo la condizione odierna,
piove una sottile pioggia, insistente e fastidiosa che non accenna a smettere.
Tanto è lunga e dolce la salita, tanto ripida e brusca è la discesa. Dall'alto
dello strapiombo di ogni tornante si può vedere la strada che scende a valle.
Una ripida e fitta serpentina che, con
l'asfalto bagnato, ci mette un po' in apprensione per l'alta probabilità di
scivolate.
Con molta cautela riusciamo
comunque ad arrivare a valle dove la pioggia sembra cessare. |
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Poco
prima del confine col Liechtenstein ci fermiamo per un caffè in un chiosco lungo
la strada. La puzza di fritto ci permea, ma la sosta era dovuta ed improrogabile
per allentare la tensione
della discesa. |
Dopo il Liechtenstein
entriamo in autostrada e da questo punto in poi crediamo che raggiungere
casa sia solo una formalità, ma le sorprese non sono finite.
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Il Perchio s'avvede della scarsità di benza
proprio quando abbiamo lasciato l'autostrada in direzione del traforo
del San Bernardino. Ai lati della statale che corre sulle montagne vi
sono solo installazioni militari, ma di stazioni di servizio neanche
l'ombra. I paesi sono un po' più distanti e quindi alla prima uscita
entriamo in uno di essi alla ricerca della benza.
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Trovato il benzinaio, ovviamente CHIUSO, sorge
il problema della banconota svizzera, che ovviamente non abbiamo, da
inserire nella macchinetta del self-service. A dire il vero gli euro li
accetta, ma solo banconote da 10 e da 20. Noi, invece, ne abbiamo una da
5 e una da 20, ma non ci stanno 20 euro di benza nella pancia della
nostra bambina!
Arriva una famiglia di Berna per fare rifornimento e chiediamo loro se
hanno 2 da 10 da cambiare... niente da fare. L'uomo torna alle sue
faccende, poi s'informa meglio del nostro problema e alla fine, colto da
compassione, ci offre benzina in regalo. Non voleva proprio nulla, ma
riusciamo a convincerlo ad accettare 5 euro in cambio di 7 franchi di
benzina.
Ovviamente pochissimi km dopo troviamo un benzinaio aperto e che parla
anche italiano... vabbeh, facciamo l'ultimo pieno e ripartiamo.
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Adesso
piove molto, anzi, davvero tanto. |
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Il San Bernardino
conferma, come
all'andata, di essere un'interminabile galleria dal fondo stradale MOLTO
accidentato. |
La Svizzera, anche se siamo ormai
zuppi, fila via
tranquilla sull'autostrada e al
rientro in Italia l'ansia di arrivare si fa sempre più intensa. |
Ormai il
viaggio è finito e vogliamo solo una doccia e un po' di riposo, ma nel
frattempo dobbiamo fare i conti con gli italiani al volante. Dopo 2833 km
percorsi a fianco di corretti e tranquilli guidatori europei, gli ultimi
25 km italiani rischiano di essere proprio una beffa... evitiamo il
botto per ben 3 volte! |
Quando
il contakm segna km 69925 siamo nel cortile di casa.
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Ora
ci aspettano un paio di giorni prima di riprendere la nostra vita quotidiana, il
tempo necessario per rendersi conto di quello che è successo in questi 15
giorni e raccogliere idee e ricordi da trasmettervi da queste nostre pagine. |
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Arrivederci al
prossimo viaggio...
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