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Il primo nucleo, fortificato, sarebbe stato collocato più in alto dell’attuale, prendendo il nome di Pirgiano (Castello di Giano, dal greco). Seguirono a tali eventi altri di non meno gravità: un’alluvione nel 1864, l’invasione di cavallette nel 1871, una tremenda brinata nel 1874 che distrusse l’intero raccolto, mentre nel 1886 la popolazione di San Giovanni Rotondo subisce una nuova epidemia colerica che causò circa 200 vittime. Per la difesa era comodo, ma la sua posizione non permetteva un’adeguato sviluppo economico, per cui l’insediamento si spostò più a valle - ove tuttora si trova - intorno all’anno 1000. Purtroppo, quando il freddo invernale si faceva intenso, la vita dei frati diveniva oltremodo difficoltosa, per cui si rendeva quasi sempre necessario un intervento esterno per portare al convento i viveri e tutto il necessario per il sostentamento vitale. All’indomani della spedizione dei Mille, un gruppo di soldati rimasti fedeli ai borbonici compirono una serie di eccidi ai danni della popolazione. Nel vecchio convento è ancora presente il refettorio ove Padre Pio e i confratelli consumavano il frugale pasto della giornata e dove sono passate le tante autorità ecclesiastiche che venivano a far vista al Frate di Pietrelcina. In questo cenacolo ha ricevuto ospitalità l’attuale papa Giovanni XXIII, allora vescovo. La presenza di tre confessionali sono un’altra prova dell’apostolato del Frate con le Stimmate: uno trasferito dall’antica chiesa, un altro accanto alla parete della finestra e l’ultimo rappresentato da un inginocchiatoio e una poltroncina dove Padre Pio ha ricevuto le confessioni degli uomini negli ultimi anni della Sua Vita. Di qui, le lotte con il papato, per cui la cittadina fu fortificata con una cinta muraria, di forma circolare e divenne castrum. Sopravvennero gli Angioini e la zona divenne teatro di aspre e sanguinose lotte. L'origine di San Giovanni Rotondo, come ogni antica città, si perde nella leggenda. Il 10 marzo 1497 il feudo pervenne nelle mani del capitano spagnolo Ferdinando Consalvo di Cordova e quindi, pur tra mille difficoltà, al nipote. Una storia simile a tutte le altre comunità del tempo che, però, fra qualche anno cambia radicalmente il suo corso in quanto il 28 luglio dell’anno 1916 giunge al convento dei Cappuccini Padre Pio da Pietrelcina. Collegato a ciò, la leggenda parla della visita di San Camillo de’ Lellis, mandato in soccorso al convento per recarvi le elemosine raccolte. Era il febbraio dell’anno 1575. La chiesetta, avendo subito dei danni in seguito al terremoto del 1624, venne riedificata giusto cinque anni dopo. Tale disposizione rimase in auge sino alla metà del secolo XVII, allorquando il privilegio di fissare il prezzo del grano passò alla città di Foggia (anno 1649), su disposizione di re Filippo IV di Spagna. Ritornando alle successioni feudali, nell’anno 1542, San Giovanni Rotondo viene acquistata dal barone Carlo Mormile, al quale subentrò il figlio Fabrizio. Ai lati della navata vi sono due altarini: uno dedicato a San Francesco d’Assisi, dal quale Padre Pio ha celebrato spesso la santa messa, sino al giorno prima dell’apertura della nuova chiesa, l’altro intitolato all’Immacolata, teatro per un breve lasso di tempo delle messe del Frate Stimmatizzato. Durante la dominazione dei Cavaniglia, a spese della stessa famiglia, venne edificato il convento dei Domenicani, noto come Santa Croce. Gli anni che seguirono alla breve dominazione napoleonica furono fitti di eventi tragici come due terribili epidemie di colera (nel 1837 e nel 1854) che causarono complessivamente la morte di circa trecento persone. Il 28 luglio del 1916, però, la sua storia era destinata a cambiare corso, dal momento che tale data segna l’arrivo di Padre Pio da Pietrelcina che darà lustro e fondamentale importanza a tale struttura conventuale. La tradizione, infatti, vuole che la sua fondazione sia da attribuire ai seguaci di Diomede allorché l’eroe, di ritorno dalla Grecia, dopo la presa di Troia, sbarcò sulle coste italiche. Non furono da meno, successivamente, le «camicie rosse» di Garibaldi che, durante gli atti di rappresaglia, coinvolsero anche molti innocenti cittadini. Da altri documenti si deduce che la cittadina sia sorta nell’attuale zona tra l’anno 1007 e il 1095. Nell’epoca sveva, San Giovanni Rotondo, per volontà di Manfredi di Svevia diviene regio demanio. Da quanto detto precedentemente, i lavori della chiesetta iniziarono unitamente a quelli del convento. Però, solo dopo vari anni e precisamente il 5 luglio del 1676, la piccola struttura ecclesiale venne consacrata e dedicata a Santa Maria delle Grazie. Tempi duri e tristi anche per la miseria che attanagliava l’intera popolazione.