La Farinata
Passeggiando nei vicoli tipicamente stretti del centro storico di Savona, si sente nell’aria un caratteristico odore che specialmente nelle fredde sere d’inverno, invita ad entrare in quel piccolo negozio, ove un forno a legna incandescente, divorando fascine, spande calore e profumo. È il profumo della farinata.
Negli anni del dopo guerra, sparsi nella città, vi erano parecchi di questi esercizi, poi molti hanno chiuso, altri si sono trasformati in pizzerie. Erano anni in cui il ristorante era un lusso per la gente comune e la farinata accompagnata ad un buon bicchiere di vino poteva essere una cena con gli amici a concludere una giornata di lavoro, oppure come la maggior parte delle persone faceva, se ne comprava per mille lire, quando gli euro ancora non esistevano e mille lire avevano ancora un significato, e bastava per cena a due o tre persone. Veniva avvolta nella carta oleata, poi nella carta "straccia" ed infine in due fogli di giornale e poi di corsa a casa per mangiarla calda come era stata sfornata.
C’erano solo due scelte, farinata di ceci o di grano.
Avete un forno a legna ? Se si cimentatevi a prepararla, non è poi così difficile!
Prima di tutto occorre che il forno sia uniformemente caldo, i mattoni della volta devono essere bianchi e assicuratevi di avere tanta brace che spargerete su tutta la superficie del forno, perché anch’essa deve essere ben calda. Al momento di infornare accumulare la brace da una parte e cuocere con la bocca del forno aperta.
La temperatura deve essere compresa fra 220 e 240 gradi.
Siamo ora pronti ad infornare.
La crema di ceci o di grano và preparata almeno sette ore prima: per una dose di sei persone, occorre 500 grammi di farina di ceci o di grano in 1,5 litri di acqua. La farina và passata al setaccio e versata nell’acqua lentamente mescolando continuamente in modo da evitare grumi, ed ottenere un impasto di liquido bianco, se si è usata la farina di grano, altrimenti, giallo per la farina di ceci. Aggiungere un pizzico di sale e mezzo mestolo di olio d’oliva. Il tutto deve riposare almeno 3 ore mescolandolo ogni tanto.
La teglia è quella tipica in rame stagnato a bordi bassi e adatta alla capienza del forno.
La teglia va unta, vi si versa la crema (circa 2 centimetri di spessore) e la si inforna.
La cottura và seguita e con una forchetta si bucano le bolle che eventualmente si formano; quando sopra si è leggermente scurita e un po’ increspata è pronta. Non dimenticate un buon bicchiere di vino "nostralino".