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Bonnie Raitt - Silver Lining

di Guido Marenco

Chi non conosce Bonnie Raitt?
Piccola inchiesta tra amici e conoscenti (quel tipo di conoscenti che hai acquistato tra che frequenta negozi di dischi e spettacoli): risultato deludente. Un sacco di gente non conosce Bonnie Raitt, anche se vive benissimo ugualmente.
Vabbè, questa è l'occasione giusta, forse tra le migliori capitate finora, perchè Silver Lining è un buon disco mediocre, di quelli che non scatenano entusiasmi, ma si fanno comunque apprezzare per l'onestà del lavoro, la cura della produzione, una manciata di canzoni che ascolti spesso e volentieri.
Genere?
Non propriamente rock-blues, ma un blues rocckato, più vicino a certe atmosfere del Delta e di New Orleans che al blues elettrico di Chicago, con sonorità che richiamano i migliori Little Feat. Già, ma chi conosce i Little Feat?

Comunque sia, detto che si tratta di un buon disco mediocre, bisogna spiegare il perchè.
Innanzi tutto: nulla di nuovo, niente che non si sia già ascoltato nella discografia di Bonnie o in quella di altre signore bianche del blues rocckato ( e tarocckato), da Angela Strheli a Marcia Ball, o persino Tracy Nelson.
Bonnie è quel tipo di artista coerente, che, sposata, all'inizio della carriera, una certa corrente musicale, non l'abbandona più, neanche in un disco contenente Canti di Natale o Ninna Nanne.
Inclina, di tanto in tanto, e lo fa anche qui, ad accennare canzonette easy-listening e sonorità pop, ma l'impianto rimane lo stesso, cioè quello di un rock-soft, ascoltabile anche a basso volume, piacevole, privo di tensioni, rassicurante.
Ci si potrebbe chiedere se vale la pena comprare un simile cd. Risposta: dipende. Se cerchi qualcosa di più robusto e rumoroso, certo la Jon Spencer Blues Explosion para più indicata.
Se cerchi il classic rock da classifica nelle radio americane, è certamente più indicata Sheryl Crow.
Se cerchi qualcosa di meno scontato ed estremistico, con un tocco di classe e talento naturale in più, va benissimo Bonnie Raitt.
Dal canto mio, lo confesso, non avrei mai comprato questo disco a prezzo pieno. L'ho trovato, a poche settimane dalla sua uscita, a metà prezzo, in un negozio dell'usato. Non sono pentito dell'investimento, anche se, in questo periodo, le mie preferenze vanno a Cassandra Wilson e Norah Jones, cioè a qualcosa di veramente nuovo nel panorama musicale.


guido marenco - mystery train - 19 maggio 2002 ©