Giant Sand
Infiltration Of Dreams - live tracks
edizione fuori commercio - allegato al Mucchio
extra - numero 6 - estate 2002
Sono contento di aver sul lettore questo
cd, gentile omaggio ai fortunati acquirenti
del Mucchio Extra, che costa 11 euro.
Forse è vero che nessuno ti regala niente,
se deve campà.
La qualità del suono è quella di un botleg
ben fatto.
Intendiamoci: non credo sia un capolavoro
e non credo che Giant Sand sia la band del
3 millennio, anche perchè ha ormai oltre
quindici anni di storia alle spalle, e pare
sia alla frutta.
Però mi piace, e per dire che mi piace, devo
anche dire perchè.
Orbene: ci ho trovato degli echi, dei riferimenti
a tante cose passate, anche se il sound dei
Giant Sand suona molto innovativo, specie
per chi, come me, ha nelle orecchie più soul
e blues che rock contemporaneo.
Il che significa che Giant Sand non pretende
di tagliare, anzi, riprende, "continua"
e sviluppa, ma su basi consolidate.
E queste basi sono: immagina Lou Reed, meglio,
i Velvet Underground, operati alle tonsille,
due giorni dopo, ed in vena di suonare country.
Ed immagina Neil Young molto tempo fa, accompagnato
dai King Crimson (senza Robert Fripp) invece
che dai Crazy Horse.
Il risultato è questa miscela di suoni, ai
quali una mano sapiente ha aggiunto, una
vernice jazz, ma non un suono jazzato.
Così hai che si sentono trombe jazz, ma non
il ritmo del jazz. Tutto, ripeto, in ambito
Velvet e Young.
Non ho idea di quanto potrebbe durare l'infatuazione
per Giant Sand. Sono già al terzo ascolto
e ogni volta trovo qualche finezza ulteriore.
Non sembra essere un disco che stanca. In
altre parole: mi è congeniale, per tanti
motivi, non ultimo per il fatto che non è
musica urlata, scolpita in modo marmoreo,
ma un flusso mobile e spesso imprevedibile.
Ecco la parola giusta: non c'è nulla di scontato,
cioè mediocri abbandoni alla logica della composizione e del giro armonico.
Prevale l'estro e l'invenzione.
Che poi non si tratti di qualcosa di memorabile,
ok. Però non è produzione di serie. Non somiglia
di preciso a qualcosa, ad un modello tale
e quale. E' decisamente un prototipo.
Dalle costole Giant Sand sono nati molti
progetti eterogenei. Ad esempio Calexico,
dal suono decisamente più orecchiabile e
meno impegnato. Più facile che tu conosca
questi: Convertino, il batterista, e Burns,
il bassista.
Beh, se vuoi un'idea del cosa sta dietro
al mezzo miracolo dei Calexico, scopri Giant
Sand. Come minimo ti viene voglia di sentirne
di più, scoprire come suonano in studio.
La lista dei prodotti è piuttosto lunga.
Sarebbe sciocco da parte mia citare quelli
più desiderabili. Esattamente come te, non
li conosco, oppure li ho ascoltati distrattamente.
Ci è voluta questa raccolta di tracce dal
vivo per riaccendere l'interesse.
Ero in cuffia, ed avevo lo spirito giusto,
quello con il quale si va ad un concerto:
per ascoltare, con un minimo di concentrazione.
gm - 03 ago 2002 -