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Appendice a Blonde On Blonde

"Lui non sapeva niente di musica - disse Robbie Robertson a proposito della collaborazione con Dylan. "Lui era completamente dentro alla canzone folk, era Big Bill e noi eravamo Jerry Lee Lewis. Così succedeva che Down the streets the dogs are barking e WHAM! Un rumore bestiale. E Bob diceva: Ehi, eccezionale. Fallo di nuovo allo stesso modo. Non avevamo scampo; chiunque gli dicesse che quella collaborazione era sbagliata per lui, ci diceva che era sbagliata per noi."

Dylan non aveva che vaghe idee e qualche ricordo di gioventù su come si lavora con un gruppo. La collaborazione tra la sua sapienza linguistica, il suo istinto delle parole e quello che Greil Marcus chiamò il suo imbattibile sentimento per i misteri della canzone americana, e The Band, che allora si chiamava ancora The Hawks, li portò in territori che non potevano raggiungere isolatamente.
"La musica che fecero nel 1965 e 1966 - scrive Marcus - fu il rock 'n' roll più duro che chiunque avesse mai ascoltato."
Dylan eseguiva Visions Of Johanna in concerto da solo. Ma esistono due versioni di Seems Like A Freeze Out, titolo originario del brano, accompagnato da The Hawks.
La prima, registrata alla fine di novembre '65, "si muove su un frastagliato vago ritmo sincopato; il brano è irresistibile, ma il tempo non da a Dylan lo spazio di cui necessita il ritmo delle liriche, e la performance crolla poco dopo l'inizio del brano." (Marcus)
La seconda versione fu registrata nel gennaio del '66. Secondo Marcus, fin troppo meravigliosa per il sentimento di condanna e di morte che Dylan stava cercando di trasmettere.

In tutto il periodo dall'ottobre '65 al gennaio '66 Dylan & The Hawks registrarono sia a Los Angeles che a New York diversi brani che poi troveremo, completamente rifatti, a Nashville per Blonde On Blonde. Parte del materiale si trova in Chronicles: 1965, un bootleg di 14 cd che raccoglie minuto per minuto tutto quello che non si trova nei dischi ufficiali, Blonde compreso. Il meglio lo possono avere solo i fortunati possessori del bootleg Thin Wild Mercury Sound.
E' colpa della Columbia se questa roba non fu mai pubblicata ufficialmente, ma anche Dylan deve avere qualche responsabilità: con quattro pianeti quattro nel segno del toro, fu sempre un possessivo attaccato alla sua carta straccia con il bostik, ed i bootlegs, che lo mandavano in bestia, furono una sorta di punizione divina, o se si preferisce, una nemesi di conseguenze necessarie. Non si può essere divi celebrati e contemporaneamente pretendere di tenere le creazioni artistiche come possesso privato.

Absolutely Sweet Marie. Era il brano che mi piaceva di più tanti anni fa, ma non avevo afferrato del tutto quello che ho capito da quassù.
"Devi essere onesto per vivere al di fuori della legge." E' una citazione che ricorda Platone, per il quale anche una banda di tagliagole deve seguire delle regole, se vuole esistere. Non sapremo mai se Dylan avesse letto Platone, ( a meno che non lo intervisti io...) ma la coincidenza di vedute non è casuale. L'ubriacone persiano, secondo me, è il poeta e matematico Omar Khayyam ed, alla fine, tra Platone ed Omar Khayyam, il capitano del battello fluviale e tutto il resto si viene a rintracciare una trama oscura, una storia mai veramente raccontata il cui titolo potrebbe essere: IN VINO VERITAS, RICORDANDO IL SIMPOSIO.

Protagonista assoluto del brano il batterista che trascina la band al ritmo giusto. Il ricordo è di Al Kooper e ci possiamo fidare.


gm - 5 novembre 2002