Mystery Jazz: l'ultimo decennio

Bill Carrothers - Ghost Ships - Sketch 2002
di Gualtiero Lucarelli

Classe 1964, Bill Carrothers, pianista bianco di formazione classica, imparò la musica nella sua chiesa a Minneapolis nutrendosi fin dall'inizio di Mozart e Prokofiev. Poi, si fece una solida reputazione suonando a New York ed a Washington, a Parigi ed a Bruxelles, collaborando con personaggi come il clarinettista Buddy De Franco, il trombettista Dave Douglas, il trombonista Curtis Fuller.
Questo disco recente è probabilmente il miglior biglietto da visita possibile. Impegnato in un trio anomalo, senza contrabbasso e con i sax di Anton Denner in formidabile evidenza, il nostro da prova di grande maturità e profondità e sono contento che, una volta tanto, io ed il nostro chairman si vada concordi nella valutazione: "Bill Carrothers - mi ha scritto Guido, invitandomi a comprare il cd - sentilo e poi fammi sapere!"
E fu così che incominciai a fare il "critico". Gli feci sapere che mi piaceva moltissimo la malinconia e la tristezza di questi suoni perchè il tutto non degenerava in forme di patetismo, ma rimaneva "musica" tra le più ispirate che abbia mai ascoltato.
Gli raccontai che i fantasmi di cui si occupa Carrothers sono gli stessi che ci perseguitano da anni: la musica tradizionale americana, il suo background, le commistioni con la tradizione europea, la necessità intima di elaborare temi capaci di evocare ora l'uno ora l'altro. Finii col dichiararmi entusiasta di questo disco, merce rara per pochi eletti in grado di apprezzare...



track list:
1. The Gathering - 4:10
2. Ghost Ship - 1:51
3. Water Babies - 6:22
4. In the Wheelhouse - 6:18
5. That Russian Thing - 3:49
6. Prelude to a Kiss - 7:14
7. God Bless America - 2:57
8. Ghost Ship - 2:10
9. Home Row - 4:11
10. Your Hit Parade - 1:35
11. Ghost Ship - 1:37
12. Gitchee Gumee - 6:44
13. The Navy Hymn - 10:48




Gualtiero Lucarelli - 3 agosto 2003

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