Lousiana sound e Mardi Gras
(viaggio virtuale che sembra quasi reale, come il cocktail, consigliato da Chuck Taggart, che stasera berrò alla vostra salute)


Il caldo umido di questi giorni rende penose anche le operazioni più semplici. Tutto è appiccicoso ed a tratti persino dal video del pc sembra colare sudore.
Così mi è parsa una buona idea quella di un viaggio virtuale in Lousiana, zona di paludi e zanzare mostruosamente aggressive per eccellenza
Col pacco di cd tutti rigorosamente Crescent City sotto il braccio, mi sono spostato nella sala computer, ed ho cominciato con l'ormai inseparabile Big Chief Monk Boudreaux.
Prima tappa del viaggio: un salto alle pagine della storica rivista OffBeat, la voce critica della musica di New Orleans.
In questo periodo spingono molto Earl King tra i personaggi di fama consolidata e Deacon John tra quelli relativamente nuovi, o per meglio dire, sconosciuti. Dalla colonna sonora del film Deacon John's Jump Blues è stato tratto un cd che chissà quando arriverà dalle nostre parti. Vale la pena di sondare la rete e provare a scaricare qualche pezzo.
Altro nome interessante sembra quello di John Boutté, con un cd-dvd, Jambalaya, edito dalla Bose. La giornalista Geraldine Wyckoff ne parla come di un album di grandissimo interesse per noi appassionati di soul e rhythm 'n' blues, tanto da scomodare il nome di Otis Redding.

Interessante vedere quali sono, secondo i lettori di OffBeat, i cento dischi più rappresentativi del New Orleans Sound.
Scorrendo la lista mi si sono rizzati i capelli (li ho ancora!). Che nonostante tutto, fossi poco provvisto lo sapevo; ma che fossi davvero così sprovvisto, proprio non lo immaginavo. Rispetto a tutta la roba consigliata, mi manca circa il 90% della produzione... non è male per uno che esordiente non è. In compenso ne possiedo altra che qui non è nominata ma è garantita almeno uguale.
Non so cosa possano dirvi nomi come quelli di Paul Barbarin, Bozoo Chavis, Beausoleil, Michael Doucet, le Boswell Sisters, Oscar Papa Celestin, Henry Butler e compagnia bella, ma se qualcosa evocano, non vi resta che lanciarvi e scaricare la pagina.

Così, tanto per gradire, un po' di musica dal vivo non guasterebbe. Se mi dai retta, una buona radio della Lousiana è http://www.wwoz.org/, se capiti all'ora giusta, senza troppe interruzioni, puoi sentire di tutto un po', dal jazz tradizionale al cajun ed allo zydeco, dal soul al rhythm 'n' blues.

E mentre ci godiamo la musica un salto sul sito di Chuck Taggart, www.gumbopages.com può risultare più che interessante. In looka il nostro fornisce quotidianamente ricette per intrugli da ingurgitare come il
Bronx Cocktail
2 ounces gin.
1/4 ounce sweet vermouth.
1/4 ounce dry vermouth.
1 ounce fresh orange juice.
1 to 2 dashes orange bitters.
1 orange twist, for garnish

Shake over ice and strain into a chilled cocktail glass.
Add the garnish.

Non mancano le ricette per cucinare cajun introdotte da una folgorante citazione:
"New Orleans food is as delicious as the less criminal forms of sin."
-- Mark Twain, 1884
Nemmeno mancano i consigli musicali, nei quali il nostro mostra competenza e buon gusto: Anders Osborne (Ash Wednesday Blues), Red Meat (Alameda County Line), Kermit Ruffins, Blind Boys Of Alabama eccetera.

Dall'eroico lavoro solitario di Taggart al sito prestigioso che raccoglie studiosi e critici, musicisti ed appassionati, diretto dal collega chairman Ellis Marsalis, il grande vecchio della famiglia Marsalis, pianista ineccepibile di jazz tradizionale e mainstream, docente universitario, nonchè padre di Wynton, Branford e tutta la cucciolata di musicisti che conosciamo.
Il sito è www.lousianamusic.org , una miniera d'oro di informazioni non solo sul jazz tradizionale, un po' trascurato dai canali e dalle riviste nostrane, ma anche per tutti i generi dei quali si parla sulle nostre stesse pagine.

Chiudo questo servizio davvero speciale con una nota sul Mardi Gras e sulla sua musica, che è una delle specialità davvero speciali della Lousiana.

Il carnevale di New Orleans fu inizialmente una ripetizione dei carnevali francesi. Poi fu proibito sotto il governo spagnolo ed anche dopo il Lousiana Purchase del 1803, che siglò il passaggio agli Stati Uniti, il divieto venne mantenuto fino al 1823. Finalmente, anche per le pressioni dei creoli, da quell'anno fu concessa la celebrazione e le edizioni del primo ottocento furono contrassegnate da forme persino selvagge, dove non mancarono incidenti, morti, sparizioni, tumulti. Il che portò ad una nuova proibizione.
Nel 1857 si costituì una società segreta, la Mystick Krewe Of Comus che diede vita alla Carnival Society, la quale impose regole precise per lo svolgimento della festa.
Comus era, nell'antica mitologia, il figlio di Dioniso e della maga Circe, un mago astuto ed edonista.
La particolare mistura di tradizioni africane ed indiane che costituisce in senso proprio il lato più oscuro ed intrigante del carnevale di New Orleans è dovuta al fatto che molti schiavi neri fuggiti dalle plantations trovarono ospitalità pressò villaggi indiani delle tribù Choctaws e Chickasaws. Molti di questi neri si integrarono perfettamente tra i pellerossa, si sposarono ed originarono una razza "bastarda" nella quale, una volta tanto, ma dovrebbe essere sempre, il termine ha valenza positiva: bastardo come colui che eredita il meglio di tutte le etnie coinvolte.
I Mardi Gras di New Orleans divennero così manifestazioni di tipo eminentemente indiano e creolo, nelle quali la musica, la danza, i costumi variopinti (con gli incredibili copricapo piumati) la facevano da padrone.
La storia di questa tradizione evidenzia nomi famosi (ma non certo da noi) quali il gruppo delle Black Eagles, guidato da "Big Chief" Roddy Lewis.
Tuttavia è solo dal 1973, se la notizia è vera, ma a me pare impossibile, che i Mardi Gras sono documentati su disco. Il primo album sarebbe The Wild Magnolias, titolo e gruppo omonimi, con a capo il "Big Chief" Bo Dollis, un marcantonio dalla voce profonda ed ineguagliabile.
Suo diretto rivale è "Big Chief" Monk Boudreaux, di cui abbiamo parlato ed il suo gruppo delle Golden Eagles. Ma altri nomi sono da decenni sulla scena, gareggiando con gli altri non solo per le musiche, ma anche per le scenografie ed i costumi. Tanto per averne nozione, si parla qui di Creole Wild West, Original Yellow Jackets, Blackfoot Hunters, Creole Osceolas, Guardians Of Flame, Yella Pocahontas eccetera.
Il Mardi Gras di New Orleans è a tutti gli effetti una manifestazione in grado di competere con i carnevali brasiliani e varrebbe la pena che i nostri canali tv, la smettessero di propinarci Bruno Vespa e Maurizio Costanzo in tutte le salse, per dare visione documentata di fenomeni culturali ed etnici di questo spessore e levatura.
Chiediamo troppo?


chairman -13 giugno 2003