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a cura di Vincenzo de Simone

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San Matteo Piccolo

 

La chiesa che attualmente osserviamo sconsacrata al largo di San Pietro a Corte, adiacente all’altra di Santa Rita, è una ricostruzione settecentesca di San Matteo Piccolo in loco ubi a li Canali dicitur, che compare nella documentazione giunta fino a noi soltanto il 4 luglio 1269, ma che certamente era molto più antica. Essa sorgeva lungo il lato orientale della via dei Canali, quando questa non presentava il largo che oggi osserviamo, e si estendeva, sull’asse ovest-est, dalla strada, allora ampia quanto la vediamo nella sua parte più settentrionale, fino a quello che sarà il fronte del conservatorio della Santissima Annunziata Minore, sotto il quale ha lasciato la sua abside altomedievale.

Annoverata fra le parrocchiali cittadine nel 1503, il 9 febbraio 1554 è visitata dal vicario dell’abate Gabriele Sanchez, commendatario della badia di San Pietro a Corte, della quale è grancia. La chiesa ha un solo altare con una icona di Maria Santissima Regina con il Bambino in braccio, con ai lati le figure di san Rocco e di san Sebastiano, e di sopra quella di san Matteo con altre immagini. C’è la custodia con porticina per il Santissimo Corpo di Cristo, ma la lampada è spenta; sull’altare piove e le tovaglie si sono ritrovate bagnate; tutte le finestre sono aperte; il fonte battesimale è coperto da un panno lurido e strappato; l’acquasantiera ha poca acqua ed è incrostata. Il cappellano afferma che la chiesa sta senza olio, senza allumare la lampada, senza corde le campane, senza intorce quando si alza il Corpo Domini e pochissime candele e da varii anni no’ age fatta candelora.

A partire dal 1570 la chiesa, pur continuando ad essere grancia di San Pietro a Corte, è regolarmente sottoposta a visita pastorale dagli arcivescovi di Salerno o dai loro delegati, fatto indicativo, forse, di mutati rapporti fra gli abati commendatari e la Curia diocesana.

Da un documento del 1761, risulta che, il 12 agosto 1720, essendosi dato principio alla erezione del Conservatorio della SS.ma Annunziata si stimò assolutamente necessario così per l’erezione d’esso Conservatorio e sua Chiesa, come per fare avanti al medesimo una piazza, che si comprasse così l’antico ospedale con alcune botteghe di sotto della Real Badia di S. Pietro a Corte come una casa sita accosto al detto Conservatorio dell’Oratorio di Gesù e Maria eretto nella Chiesa di S. Antonio Abbate una con giardino e la tribuna sita dietro la Cappella di detto Santo per ivi costruire la nuova Chiesa Parrocchiale di S. Matteo Minore.

Del 1727 è la notizia della collocazione sull’altare di un nuovo quadro di san Matteo; il documento non precisa se ciò avveniva già nella nuova sede o ancora nell’antica.

Il 17 novembre 1812 la parrocchia è soppressa e unita a Sant’Andrea de Lavina. Recentemente, la chiesa, già adibita ad uso profano, è stata restaurata ed attualmente è sede della confraternita di Santo Stefano.

 

Come troppo spesso accade fra gli storiografi cittadini, San Matteo Piccolo è stata oggetto di equivoci. Ad essa è comunemente assegnata una prima citazione del 970 relativa ad una chiesa di San Matteo e San Tommaso, poi indicata, nel 1174, come San Matteo qui Pizzulus dicitur  [...] in ortomagno, che, appunto, per essere in Orto Magno, non poteva essere la nostra. Alcuni autori hanno ritenuto che la chiesa fosse fin dal Medioevo ove oggi la vediamo, ignorando completamente le vicende per l’edificazione del conservatorio. Altri hanno ritenuto la sua abside altomedievale lasciata sotto il fronte dello stesso conservatorio un residuo di una ipotetica San Grammazio o, addirittura, di Santa Sofia.   

 

Per saperne di più. G. Crisci, Salerno Sacra, 2a edizione postuma a cura di V. de Simone, G. Rescigno, F. Manzione, D. De Mattia, edizioni Gutenberg 2001. Sulla parrocchiale di San Matteo Piccolo, I, pp. 82-85. Sulla cappella di San Matteo Piccolo in Orto Magno, detta dei Capograsso, I, pp. 58-61. Per i rapporti fra gli abati di San Pietro a Corte e la curia diocesana, I, pp. 88.96.

Per l’abside altomedievale sotto il conservatorio della SS. Annunziata Minore si veda in questo sito alla sezione l’identità dei luoghi.

Una scarna relazione sul restauro della chiesa attuale a firma di Gennaro Miccio, che ripete l’equivoco di identificazione con San Matteo Piccolo in Orto Magno, si legge in Salerno porte aperte, 2005, pp. 42-43. 

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