il sito di storia salernitana

a cura di Vincenzo de Simone

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la Porta Nova

 

La porta cittadina, l'unica superstite, che vediamo affacciarsi sulla piazza Flavio Gioia, intitolazione a personaggio forse mai esistito preferita alla storica la Rotonda, fu edificata a seguito di delibera dell'amministrazione cittadina del 20 dicembre 1753, che a sua volta seguiva la supplica di un gruppo di cittadini che lamentava i molti inconvenienti di traffico che alla porta precedentemente esistente si verificavano nel tempo della fiera, in quello della vendemmia, del raccolto e del passaggio dal corteo reale che, attraversando la città, si portava alla caccia in Persano. L'opera che in tal modi si realizzava era la quarta porta salernitana ad essere detta Nova.

La prima di esse aveva sostituito, nel 1117 o poco prima, probabilmente a causa di una radicale ricostruzione, lungo via dei Mercanti, appena ad oriente delle absidi della chiesa attualmente del Santissimo Crocifisso, la porta di Elino, anticamente detta di San Fortunato.

A questa prima porta Nova seguirono una seconda e una terza legate all’inclusione nell’ambito urbano dell’isolato del quale è parte la chiesa di San Pietro in Vinculis, poiché nella realizzazione di questo ampliamento, l’ultimo che interessò il lato orientale della città murata, vi furono due fasi caratterizzate da diverse posizioni dell’accesso. Nella prima, la porta fu edificata circa alla metà del braccio orizzontale della via oggi Portanova, stretta fra un torrione costruito al suo meridione e lo stesso isolato che si intendeva includere nell’ambito cittadino, forse senza che si ritenesse necessario chiuderlo a oriente da una cortina, ma utilizzando il fronte delle costruzioni, allo stesso modo che in altre parti del perimetro urbano, come difesa. Questa seconda porta Nova è già definita antica nel 1517, al suo apparire nella documentazione giunta fino a noi. Ma se è probabile che fu ritenuto sufficiente alla difesa verso oriente lo stesso fronte dell’isolato, certamente perché questa seconda porta Nova avesse un senso fu necessario far correre un muro fra il torrione posto al suo meridione e la torre detta del Russo, che costituiva l’elemento angolare della difesa di origine longobarda. In tale muro, allo sbocco attuale della via Portanova sulla via Roma, fu aperta un’altra porta, che fu detta di San Sebastiano, poiché al suo esterno sorse una chiesa sotto quel titolo; successivamente fu denominata degli Angeli per l'edificazione su di essa di una cappella con l’effige di Santa Maria degli Angeli. Nella seconda fase, rivelatasi precaria la soluzione adottata, una muraglia fu fatta correre a occidente dell’attuale piazza Flavio Gioia, e un bastione ad “elle” con terrapieno fu posto a spezzare la linearità della strada; la porta, la terza detta Nova, fu aperta verso settentrione, stretta fra la cortina e il bastione, intorno al quale la via della Marina, proveniente dal sagrato della chiesa di San Pietro in Camerellis, fu fatta girare in senso antiorario.

Sarà questo percorso tortuoso a suscitare la supplica critica dei cittadini che abbiamo visto e l'intervento del governo della città che deliberò la demolizione del terrapieno e di parte della torre, affinché si edificasse una nuova porta simmetrica alla via, che è quella, la quarta detta Nova, che ancora oggi vediamo.  

 

1,  2,  3,  4:

5:

 

prima, seconda, terza e quarta porta Nova.

porta di San Sebastiano, poi degli Angeli.

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