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Palazzo Santomango - via Romualdo II Guarna, 11
L'edificio che attualmente ospita varie attività dell'arcidiocesi di Salerno-Campagna-Acerno conserva residui del palazzo dei baroni Santomango, patrizi salernitani del sedile di Portanova, il cui giardino raggiungeva con un terrapieno, fino agli anni cinquanta del Novecento, il lato settentrionale dell'atrio della Cattedrale. Al Trecento, poco arretrato rispetto a quello che oggi è il prospetto lungo la strada, correva, rafforzata da una torre, la muraglia cittadina, che dal culmine della via delle Botteghelle, ove si apriva la prima porta Rotense, raggiungeva la torre angolare all'imbocco di via Bastioni. Alle spalle della muraglia si addossavano case di edilizia frammentaria e orti residui della donazione che la famiglia Santomango aveva fatto a favore di Roberto il Guiscardo per l'edificazione della Cattedrale. Il 7 settembre 1305, si rileva che Landolfo di Santo Mango, in danno della Regia curia, aveva rotto il muro cittadino e occupato il bastione costruendovi una stanza e aprendovi una finestra; è da presumersi che l’amministrazione cittadina e la stessa Regia curia non riuscissero più a farsi rendere il maltolto, poiché gli eredi Santomango, divenute inutili quelle difese dopo l’ampliamento angioino della città al tempo di Giovanna I, ampliarono le case fino al limite della strada incorporando la torre, che risulterà ancora esistente il 30 ottobre 1556, fino all’edificazione di un complesso abitativo che sarà oggetto di una lunga serie di compravendite e donazioni nell'ambito familiare. Dalla descrizione dei beni oggetto di una di tali transazioni, il 21 gennaio 1573, si rileva che il complesso prospettava a meridione sulla strettola di San Matteo, che conduceva alla porta piccola della Cattedrale, e che aveva un'uscita alla strada che correva davanti alla porta grande della stessa. Il 24 agosto 1671 il palazzo è in possesso di Ferdinando Santomango e della moglie Teresa della Calce, patrizi salernitani, ed è descritto come consistente in più membri e giardino, confinante con il palazzo di Giovanni de Ruggiero, patrizio salernitano, a levante e con vie pubbliche a ponente, settentrione e meridione. Nell'Apprezzo del Catasto onciario (foglio 466, particella 2), il 29 gennaio 1754, il palazzo, proprietà di Ferrante Santomango, patrizio salernitano, è descritto in nove bassi, appartamento superiore di tredici stanze, giardino murato di trecento passi; confinante da tramontana e ponente con strade pubbliche, da mezzogiorno con la Cattedrale, da levante con il palazzo di Nicola de Vicariis. |
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varianti dello stemma Santomango |
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