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a cura di Vincenzo de Simone

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de Ruggiero

 

de Vicariis

 

Palazzo de Ruggiero - via Romualdo II Guarna, 5

 

L'area su cui insiste era stata parte dei beni dei Santomango edificata da Annibale de Ruggiero e lasciata alla figlia Anna Finizia per testamento dell'8 settembre 1620. Il 26 settembre successivo, nell'inventario della sua eredità fatto ad istanza del tutore di Anna Finizia, il palazzo è descritto in più appartamenti superiori, mezzani e terranei, con cortile e giardino, a confine con via pubblica, con beni di Ettore Santomango, con la strettola fra detto giardino e la Cattedrale di San Matteo.

Il 17 aprile 1628, Giovanni Tommaso de Ruggiero, quale amministratore del figlio Giovanni, che aveva sposato la cugina Anna Finizia, esercita il possesso sul palazzo, che è ubicato a Portarotese, nella strada del Monte dei Morti. Il 10 giugno 1637, Giovanni, per conto della moglie, derime una vertenza che era sorta con Ettore Santomango in quanto questi deteneva diritti sul cortile, sul pozzo e sul lavatoio del palazzo in virtù di un accesso alle sue case che vi sussisteva.

Pervenuto a Domenico e Ramiro, figli di Anna Finizia, per suo testamento del 5 ottobre 1669, al 1674 troviamo il palazzo in possesso dei coniugi Gregorio Maria de Vicariis e Aurelia de Ruggiero, patrizi salernitani, per le doti di Aurelia. Perverrà, quindi, a Domenico e al canonico Gesualdo de Vicariis, fratelli, poi ai figli di Domenico Giovanni e Nicola.

Nell'Apprezzo del Catasto onciario (foglio 466, particella 1), il 29 gennaio 1754, il palazzo, in possesso di Nicola de Vicariis, patrizio salernitano, è descritto in undici bassi, giardino murato di mezzo moggio, cortile e due appartamenti superiori, l'uno di tredici, l'altro di sedici stanze, confinante da tramontana e levante con strade pubbliche, da mezzogiorno con la Cattedrale di Salerno, da ponente con Ferrante Santomango, nel luogo detto li Morti.

 

 

L'immagine in alto raffigura un'epigrafe che fino al 2012 si osservava sopra il cancello che si vede nell'immagine a lato, alla facciata orientale del palazzo, lungo il vicolo Seminario. Rimossa per il restauro del muro, se ne sono perse le tracce

 

 

 

Il Catalogo generale dei Beni Culturali attribuisce al palazzo il nome fantasioso di Palazzo Guarna, errandone anche l'indirizzo in vicolo Guarna.